IL CONSIGLIERE ANDREA GUIDO RESTA AI DOMICILIARI

| 17 Maggio 2022 | 0 Comments

(f.f.) ______

 

Nella giornata di oggi, il Tribunale del riesame di Napoli si è pronunciato con una sentenza negativa nei confronti dell’ex assessore all’Ambiente nella Giunta Perrone – e attuale consigliere comunale di minoranza – Andrea Guido, i cui avvocati difensori Ivan Feola e Andrea Sambati, avevano richiesto, a seguito dell’interrogatorio di garanzia del 25 aprile, la revoca dei domiciliari.

 

Una vera e propria doccia fredda che dà conferma, al di là di ogni ragionevole dubbio,  di quella che è una vera e propria aggravante della finalità mafiosa nell’operato di Guido, sempre secondo i magistrati.

 

Non sono bastate pertanto – da parte della difesa – le motivazioni addotte circa l’assenza di gravi indizi di colpevolezza per il suo coinvolgimento nell’operazione contro il clan camorristico Moccia della Direzione distrettuale antimafia campana – che ha portato a una sfilza di arresti – con indagini diramatesi anche nel Salento: i giudici del riesame napoletano infatti  – presidente Anna Elisa De Tollis, giudice Pietro Carola, giudice estensore Mariaraffaella Caramiello – sono stati di diverso avviso a riguardo, e tuttavia restano ancora da scoprire le motivazioni di tale giudizio, che sarà depositato entro il termine di quarantacinque giorni.

 

Come già spiegato in precedenti occasioni, l’ex assessore Guido – ai domiciliari dal 20 aprile scorso –  è accusato attualmente  di corruzione aggravata dall’aver agevolato un sodalizio mafioso. Secondo gli stessi inquirenti infatti, avrebbe intascato quattromila euro in due tranche – tra l’aprile e l’agosto del 2017 –  e dunque proprio negli ultimi mesi del suo mandato di assessore nella giunta dell’allora sindaco Paolo Perrone, da parte di Francesco di Sarno, 50enne di Napoli, considerato come il forte braccio economico del clan Moccia.

 

A fare da intermediari tra il capo del clan ed il politico salentino, sempre secondo gli investigatori, sarebbero stati Mario Salierno, 44enne originario di Napoli, e Giuseppe D’Elia, 55enne di Novoli – a cui è giunta un’altrettanta conferma di arresti domiciliari –  che avrebbe tra l’altro ricevuto per i suoi servigi, un orologio Rolex, degli occhiali e cinquecento euro.

Ad accertare l’accordo corruttivo tuttavia, sono stati i carabinieri del Ros attraverso le intercettazioni dei colloqui tra gli indagati avvalendosi dei servizi di osservazione.

 

 

A nulla sono valsi i tentativi da parte dei legali di Guido di far presente, fra le altre cose, che nulla avrebbe potuto fare, né avrebbe fatto l’ex assessore, per agevolare la società di Afragola, il cui titolare è proprio Di Sarno, nell’ottenimento del servizio di raccolta dell’olio di origine alimentare esausto a Lecce e negli altri comuni che rientravano nel consorzio Aro 1: quel servizio se l’era già aggiudicato la Monteco e il contratto sarebbe scaduto nel 2024; persino durante l’interrogatorio di garanzia, Guido aveva espressamente affermato e confermato dinanzi alla giudice del Tribunale di Napoli Maria Luisa Miranda – che aveva già autorizzato il suo arresto – di aver incontrato solo una volta sia il  titolare che i rappresentanti della ditta ma di non aver mai promesso tuttavia, né incarichi né di aver mai ricevuto  alcuna somma di denaro.

 

I legali difensori di Guido, Feola e Sambati, alla luce di questi recenti risvolti, valuteranno pertanto se presentare ricorso in Cassazione: in quel caso si procederebbe di conseguenza, con ulteriori indagini difensive al fine di escludere l’aggravante mafiosa.  ______

 

LA RICERCA nei nostri articoli del 20 e 26 aprile

UN FULMINE A CIEL SERENO SUL CONSIGLIERE COMUNALE ANDREA GUIDO, ARRESTATO PER CORRUZIONE

 

CAMORRA NEGLI APPALTI, GUIDO NEGA TUTTE LE ACCUSE

 

Category: Cronaca, Politica

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