LA CICOGNA CHE NON PORTERA’ PIU’ BAMBINI

| 27 Settembre 2022 | 1 Comment

di Flora Fina ______

Giunge quest’oggi da Calimera, una storia triste, protagonisti la natura e gli uomini, uomini che praticano uno sport atavico quanto mai inutile: la caccia.

Si è riaperta infatti soltanto ieri la stagione della caccia, e le prime vittime, quelle che pagano come al solito lo scotto di chi ama sparare per puro divertimento, sono gli animali.

In particolare, in un post su Facebook, edito dal Centro Recupero Fauna Selvatica di Calimera si legge:

“Anche la stagione venatoria 2022 è iniziata…nel peggiore dei modi. Il primo giorno di apertura alla caccia ha fatto arrivare al cras di Calimera un falco con ferite d’arma da fuoco e un omero frantumato. Il secondo giorno è stato anche peggio. Mercoledì 21 settembre è arrivata la segnalazione di una cicogna ferita a Presicce Acquarica. L’assessore Andrea Monsellato e la guardia zoofila Pierluigi Trovatello si sono recati sul posto per mettere in sicurezza il volatile e trasportarlo al cras. Lo stesso assessore si è incaricato del trasporto, nel più breve tempo possibile, perché la cicogna perdeva molto sangue e il sospetto che fosse stata impallinata, purtroppo c’era”

Siamo di fronte insomma al più inutile diletto umano che l’evoluzione non è riuscita ad estinguere: uccidere per divertimento, perché è così che funziona la nostra avanzata società, ci sono prede e cacciatori, fuggitivi e inseguitori.

A fuggire purtroppo stavolta sono un falco ed una cicogna, quest’ultima privata del suo aspetto più nobile: il volo. Il post prosegue infatti così:

“ Sospetto confermato dalle radiografie che hanno evidenziato la presenza di dodici pallini da caccia e schegge di piombo, sparsi in tutto il corpo dell’animale. Alcuni pallini hanno rotto l’omero in più punti e reciso un vaso sanguigno che irrorava l’ala. Per il direttore sanitario e veterinario del cras, Gianluca Nocco, e la sua collega, Elisabetta Mansullo, non c’è stato altro da fare che procedere all’amputazione dell’ala. I giorni successivi non sono stati facili. La cicogna perdeva sangue dal becco, era abbattuta e non aveva la forza di mettersi in piedi. Domenica, dopo quattro giorni dall’intervento e dopo le amorevoli cure degli operatori del Centro, le sue condizioni sono migliorate e la cicogna è riuscita ad alzarsi e camminare. Volare non potrà, mai più. Qualcuno ha deciso per lei. Non ci importa chi sia stato, ma il gesto è davvero spregevole.”

Stiamo diventando insomma il primo prototipo evoluto di spregevolezza e bassezza civica: come acido che corrode le superfici più resistenti, noi consumiamo ogni giorno, sempre di più, sempre più incessantemente, quella bellezza, quella  natura che ci avvolge e ci accoglie senza chiedere nulla in cambio.

Spesso e volentieri anche la legislazione italiana si è occupata in passato e si occupa tutt’ora di gestire quegli aspetti giuridici inerenti l’antichissima arte venatoria, tuttavia non tutela pienamente la natura, ma rappresenta, velatamente, una mera giustificazione etica che diviene legge, e che così viene messa agli atti.

È infatti la legge dell’11 febbraio 1992, n. 157, denominata “Norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio”, o più semplicemente nota come “157”, a giustificare il più delle volte un diletto sportivo ed inutile che vede ogni anno vittime innocenti prede di proiettili e pallini vaganti nei cieli. Tuttavia, sempre questa legge in materia di caccia, altro non fa, nonostante divieti e sanzioni amministrative, che divenire il lasciapassare per il divertimento più superfluo e sfrenato: è la licenza di caccia il primo vero intoppo, una vera e propria indiscriminata licenza di uccidere.

“La cicogna è il simbolo della vita. Nell’immaginario comune è colei che porta un figlio ai suoi genitori. È un animale raro e protetto. Ha un compagno per tutta la vita e migra per nidificare per poi ritornare a svernare in genere in Africa o Spagna meridionale. Con questa stagione per lei è terminato tutto. Non rivedrà il suo compagno, non potrà più riprodursi e la migrazione sarà solo un ricordo. Bisognerebbe aumentate i controlli e fermare i folli che in barba a ogni legge e al buon senso non si fanno alcuno scrupolo a sparare contro meravigliose creature indifese. Non lasciamo che quel po’ che è rimasto del patrimonio faunistico sia lasciato nelle mani di pochi barbari ignoranti ” continua il post.

Ebbene sì, siamo sempre noi, il genere umano, a decidere per gli altri: anche questa volta abbiamo deciso cosa fare della vita di un essere indifeso, avulso dai nostri strani e complessi meccanismi evolutivi, che di evoluzione in senso stretto non hanno proprio un bel niente.

Siamo stati noi, e saremo sempre noi, a radere al suolo l’intero l’ecosistema: è il genere umano l’animale peggiore di tutti, il predatore per eccellenza in cima alla catena alimentare che non può fare a meno di nulla, proprio di nulla, assolutamente di nulla, e che malauguratamente, al mondo non ci sa proprio stare.

E allora non ci resta che sperare che questo “ sport ” – come lo chiamano i benpensanti in materia – venga presto vietato, perché danneggiare la natura è senz’altro sinonimo di danno nei confronti anche dell’umanità tutta, che presto o tardi si ritroverà orfana del suo habitat, ma soprattutto, orfana di un mondo che l’ha ospitata per milioni di anni.

LA RICERCA nel nostro articolo del 16 settembre scorso. _______

Category: Costume e società, Cronaca, I nostri amici animali

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Comments (1)

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  1. Raffaele Polo Polo ha detto:

    Commozione e dolore, sono con la cicogna e odio chi l’ha colpita

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