COME ERAVAMO / COPRIFUOCO ALLE 20.30. LE MITICHE FESTE IN CASA CON I DISCHI DI LA GRECA

| 13 Ottobre 2022 | 1 Comment

di Raffaele Polo ______

I PREPARATIVI

Dopo tante esitazioni, dopo preparativi che non finiscono mai, finalmente ci siamo: abbiamo convinto il nostro amico Ennio che, a sua volta, ha convinto sua madre. La festa si farà. Oddio, proprio di festa non si tratta. Ma ci riuniamo alle 17, a casa sua, e invitiamo tutte le ragazze che ci interessano. Per questo, stiliamo, su un foglio di carta, su due colonne (maschi e femmine) l’elenco dei partecipanti, accoppiandoli tenendo presente la realtà delle coppie già formate e quella per le quali la festa sarà un importante crocevia, decisivo per capire se può nascere qualcosa…

I miei preparativi, da semplice invitato, sono laboriosi. Anzitutto debbo convincere i miei che ‘vado da Ennio per studiare’: mai , dico mai, dire la verità. Si otterrebbe un diniego ferreo e una serie di ammonizioni circostanziate sui ‘giovani d’oggi che pensano soltanto a ballare’, teddy boys e capelloni.  Poi, lunghe discussioni per l’orario. Riusciamo a spuntarla inventandoci una laboriosa ricerca scolastica per l’indomani che ci prenderà tempo almeno fino alle 21… ‘Sei pazzo!’ dice mia madre. ‘Massimo le 7, a quell’ora a casa!’ grida mio padre. Mi siedo sconsolato alla scrivania e apro un libro a caso. ‘Che fai?’ dice mia madre. ‘Niente, domani andrò a scuola senza ricerca. Me la fai tu la giustifica?’ dico sconsolato. Il bluff funziona, ottengo il permesso fino alle 20 e 30, insperato successo.

Poi, c’è il problema del vestiario: i miei, come tutti i genitori dell’epoca che non nuotavano nell’oro, mi facevano confezionare i vestiti dal sarto. Naturalmente ‘a crescenza’, ovvero di taglia molto comoda, perché dovevano servire tenendo presente che, secondo loro, sarei cresciuto ancora. E, quindi, mentre tutta la ‘moda’ maschile tendeva ai pantaloni e giacche attillate, ci ritrovavamo con due taglie d’abito in più… Optiamo per camicia e golfo, quello a girocollo, purtroppo anche questo realizzato dalla magliaia sotto casa, e meno male che la mamma non mi suggerisce di indossare quello che ha fatto lei, coi ferri..

I capelli sono sempre troppo corti, meno male che non li taglio da molto tempo, tra poco ci sarà il diktat di mio padre: ‘Sfumatura alta! Alla tedesca!’. E siamo nell’era dei capelloni…

  Infine, di nascosto, attingiamo alla nostra riserva di denaro, con mille lire nuove di zecca, usciamo e ci rechiamo da ‘La Greca’ dove ci sono tutti i nostri sogni di giovani contemporanei, legati alla musica e ai complessi beat. Ci facciamo fare un buono per 45 giri, costa 700 lire, col resto acquistiamo un pacchetto di Muratti da 10, anzi di Mercedes. Perché non fumiamo, ma le Mercedes sono le preferite dalle ragazze, lo sappiamo per esperienza.

Arriviamo in perfetto orario a casa di Ennio, si sente la musica già da fuori il portone, ci sono un po’ di ragazze, tutti i ragazzi che fingono indifferenza ma adocchiano il gruppetto femminile che confabula con continue occhiate verso la porta, per vedere chi arriva.

Lei, quella che mi interessa, ancora non è arrivata. Mi siedo rattristato in un angolo e ostento il pacchetto di Mercedes appena acquistato. Ma le ragazze stanno già fumando, tutte hanno optato per le Muratti…

Category: Costume e società, Cultura

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Comments (1)

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  1. Giuliana Silvestri ha detto:

    Le mitiche feste, durante l’adolescenza, si svolgevano solo in casa, sotto lo sguardo vigile dei genitori… Inizialmente ricordo quelle organizzate da mia cugina Mariapia; lei era più grande di qualche anno e invitava alcuni suoi amici, già diciottenni, che ci invitavano a ballare quei lenti romantici che mi facevano sognare… In seguito, cominciai a frequentare la festa della compagna/o di classe:ci andavo accompagnata da mio padre per un tempo preciso stabilito con l’orologio e che non superava le due o tre ore. La mia timidezza che cercavo, in qualche modo, di nascondere condizionava i miei atteggiamenti per nulla disinvolti ma insicuri e se qualche ragazzo mi faceva un complimento, arrossivo per l’emozione, ma in fondo ne ero molto lusingata…

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