“Sono abbastanza grande adesso per diventarti amico”, ANDATO IN SCENA A COPERTINO: INTERVISTE E COMMENTI

| 28 Novembre 2022 | 1 Comment

di Carmen Leo ______ “Perfetta, efficace, efficiente, l’organizzazione dello spettacolo da parte di Scena Muta, una compagnia teatrale molto sui generis nel panorama artistico-culturale salentino.

Riguardo al testo proposto, mi è apparso molto interessante in questo contesto storico-culturale, pur risultando a tratti ecumenico, presentando in maniera egregia i riferimenti cronachistici.

Puppo in questo è un maestro!

Dal punto di vista strettamente politico e filosofico, trovo lo scritto molto compositivo, perché Pasolini era un personaggio ritenuto alquanto scomodo per la sua epoca, così come lo era anche Ezra Pound. Puppo è stato bravissimo nel renderli fruibili, ha smussato i loro spigoli caratteriali.

È questo un testo che fa da cassa di risonanza ad un pubblico maturo, quello presente in sala, che mi sembra abbia apprezzato a tutto tondo lo spettacolo, in quanto esso presenta una panoramica di un periodo storico da noi vissuto in pieno.

Un testo che induce a riflessione, in quanto vengono somministrati al pubblico una serie di valori, di in-put, che in questo particolare momento storico di rapidi cambiamenti vanno in qualche maniera rivisitati. Sollecitare il pubblico a tali riflessioni, costituisce per me un’operazione culturale di un certo riguardo.

La compagine attoriale è di buon livello, con una Maria Antonietta Vacca che possiamo considerare una fuoriclasse, una Dalila Grandioso in grande progressione di competenze, un Ivan Raganato che ogni volta supera di netto se stesso, qui non il protagonista assoluto, pur impersonando Pasolini, ma che ha giocato il ruolo di centrocampista, passando la palla a turno ai vari personaggi, dando loro enfasi.

Gli applausi spontanei del parterre presente in sala ci danno un indicatore della qualità e del gradimento della rappresentazione”.

Questo quanto dichiarato da Mauro Ragosta (nella foto sopra), economista, scrittore, poeta, fotografo, uno dei personaggi di non poco rilievo dell’arte e della cultura della sua Lecce, e non solo, che abbiamo scorto tra il pubblico, e subito agganciato per farci rilasciare un’intervista in esclusiva, al termine di quello che è stato un evento di straordinario spessore intellettuale e potente carica emotiva, svoltosi venerdì 25 novembre, alle ore 20.30, nella suggestiva Sala Angioina del Castello di Copertino.  

“Sono abbastanza grande adesso per diventarti amico. Gli incontri di Pier Paolo Pasolini”, questo il titolo dato alla piece teatrale dal autore, l’eclettico Giuseppe Puppo.

Uno spettacolo dalla trama inusuale, presentato nell’allestimento scenico come ‘speciale televisivo’ rievocativo di motivi e personaggi realmente esistiti coevi del protagonista, il grande Pier Paolo Pasolini, che ha vestito i panni, e viceversa, del Maestro Ivan Raganato (nella foto sotto), fondatore di Scena Muta, la storica Scuola di Teatro con sede in Copertino, che vanta ben trentadue anni di pregevole attività in loco e in giro per l’Italia.

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Molto toccante dei temi di urgente attualità, primo tra tutti quello della guerra, la rivisitazione e la riscrittura teatrale dell’intervista dell’epoca realizzata a Venezia nel 1967 da Pasolini a Ezra Pound, impersonificato qui in maniera impareggiabile da Raffaele Margiotta (nella foto in basso).

Due spiriti affini i reali personaggi, se pur così diversi nei loro percorsi esistenziali e nelle scelte ideologiche, giunti ad una pacificazione umana e ad un abbraccio intellettuale nel segno della grande letteratura.

A questo potente interscambio culturale tra Pasolini e Pound, è seguito un delicato ed emozionante dialogo-racconto di vita vissuta, ricordi e sensazioni della storia d’amore tra quest’ultimo e Olga Rudge, la violinista di origine americana storica compagna di Pound,  recante, sul palcoscenico, il volto e la bravura dell’attrice di Scena Muta, Patrizia Guido (a sinistra nella foto in basso).

Intermezzi colti e carichi di drammatica espressività, tra lettura e recitazione ad arte, ad opera di Sandra Maggio (foto sotto) che ha magistralmente interpretato alcune poesie di Pier Paolo Pasolini in una scelta volutamente provocatoria. Significativo l’applauso spontaneo del pubblico al termine della poesia in cui Pasolini solidarizza con i poliziotti, non con gli studenti, dopo i disordini di Valle Giulia.

“È stato uno spettacolo di  incredibile bellezza, tanto nei contenuti quanto nell’espressione artistica. Sono profondamente entusiasta della profondità del messaggio che l’autore del testo ha voluto trasmettere ma, soprattutto, di quella che mi è apparsa come una sorta di simbiosi letteraria venutasi a creare tra ideologia fascista e comunista, notoriamente considerate due correnti politicamente in antitesi tra loro, ma che qui risultano come i diversi e principali ingredienti di una ricetta, che mescolati insieme si fondono e sviluppano una pietanza esotica con un’armonia di gusto dal sapore interessante e nuovo”.

Questa la testimonianza, piuttosto singolare e intellettualmente raffinata, raccolta dalla viva voce di Alessandro Calcagnile (nella foto in basso) primario di Cardiologia dell’ospedale San Giuseppe da Copertino, che nella sua comunità cittadina è medico stimatissimo, nonchè penna molto fine, colta e ironica, per puro diletto e con anche un gran seguito, sui social network.

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Ogni scena portava il sottofondo di alcuni dei più noti brani, datati quanto moderni, della discografia italiana e internazionale, opportunamente accostati, di volta in volta, ai cambi di tematiche affrontate nel corso dello spettacolo, ad aprire il quale è stata Lei, bionda, bella, brava, con una padronanza della scena a dir poco imbarazzante.

Parliamo di Dalila Grandioso (a destra nella foto sotto), copertinese DOC, attrice e insegnante del corso di dizione nella già citata compagnia e scuola di recitazione, nel ruolo di presentatrice impeccabile dello spettacolo.

Sulla scena la troviamo affiancata da un intenso Maurizio D’Anna (a sinistra nella foto sopra) che conduce da commentatore la finzione televisiva e nel finale dà voce e volto all’autore.

Il Puppo giovane studente del Liceo Giuseppe Palmieri di Lecce viene, invece, impersonato da Pierluigi Quarta (a destra nella foto sotto) alle prese in scena con un suo amore impossibile nello spirito dei tempi dell’epoca, forse non del tutto ricambiato, in un duetto delicato, e al contempo appassionato, fra personale e politico, come si diceva allora, con Marzia Giagnorio (in basso a sinistra), che solo alla fine scopriamo essere un amore dell’autore, che comunque non ha voluto rivelare, neanche su precisa richiesta a conclusione della piece, il nome della sua amata.

Entrambi i ragazzi nuove leve e talenti in erba di Scena Muta

“Ho avuto modo di assistere alla prima di questo spettacolo, messa in scena il 14 agosto scorso nel Chiostro dei Teatini a Lecce.

Posso oggi, dunque, permettermi di fare un paragone tra le due performance, notando, diversità di location a parte, una sorta di evoluzione, di maturità espressiva ed emotiva conferita dagli attori ai personaggi interpretati.

Potrei paragonare la prima delle due rappresentazioni al primo appuntamento tra due innamorati, caratterizzato dalla trepidante attesa, dalle grandi aspettative, dalla gioia dell’incontro, infine, dalla soddisfazione della presenza.

Nel secondo appuntamento alcune di queste emozioni si acquietano, mentre invece altre si amplificano, dando spazio ad uno spirito critico che consente di vedere più chiaramente pregi e difetti dell’amato.

I contenuti storici del testo di una straordinaria attualità. La scelta della location molto pertinente. Bravi tutti!”

Così Giuseppe Tumolo (nella foto sotto), di Copertino, titolare di un’agenzia di servizi informatici, noto ai naviganti dei social come l’Enfant Terrible di Facebook, per le sue spietate e sarcastiche denunce sociali, soprattutto riguardo le contraddizioni politiche nel paese natio.

Durante le riprese di Medea, la famosa pellicola diretta da Pasolini nel 1969, basata sull’omonima tragedia di Euripide, con protagonista la famosa soprano Maria Callas, la stessa si innamorò perdutamente del regista, patendo per diversi anni pene d’amore per non essere ricambiata, causa il tanto travagliato orientamento sessuale di Pier.

Tra i due, quella che non poteva concretizzarsi in una storia d’amore, divenne una grande amicizia, se pur tanto tormentata.

Appassionata, struggente e drammatica l’interpretazione che della Callas ne dà Maria Antonietta Vacca( a destra nella foto sotto con Raganato) che ha anche curato la regia di questa riuscitissima piece teatrale.

Carico di melanconico pathos l’addio, anzi no l’arrivederci, come dice Pasolini stesso alla Callas, seguito da un dolcissimo, romantico, ma intriso di mestizia, ballo lento, cheek to cheek (guancia a guancia – n.d.r.) tra i due attori in scena, travolto dallo scrosciante applauso dei presenti.

“È stata una serata che dire emozionante è dire veramente poco!

L’autore ha saputo fondere insieme tutti i sentimenti più eclatanti, primo tra tutti l’odio, la frenesia del potere oltre ogni limite, che si serve delle strategie più infide per raggiungere i propri scopi, senza farsi scrupoli a mettere uomo contro uomo, a scatenare guerre, seminando morte e distruzione pur di ottenere o consolidare lo stesso potere.

 E poi il senso della vita, l’amore, anche quello idilliaco, impossibile, contrastato e tormentato, con tutti i travagli propri di una natura essenzialmente femminile, che qui può appartenere tanto alla Callas quanto allo stesso Pasolini.

Il cast fantastico: tutti, escluso nessuno!”

Le impressioni, queste, di Maria Giovanna Ciccarese ( sotto nella foto) di Copertino, già assistente amministrativa dell’Ufficio Relazioni col Pubblico del sopra citato nosocomio del suo comune, donna molto attiva nel sociale in quanto past president e ora socia del CIF-Centro Italiano Femminile, l’associazione nazionale che in paese vanta una tradizione che risale alla metà del secolo scorso.  

Al termine della rappresentazione, i saluti istituzionali sono stati affidati alla voce di Antonio Leo (primo da destra nella foto sotto), vice presidente della Provincia di Lecce, copertinese anch’egli e sempre molto presente alle iniziative del territorio per lo stesso territorio, che così ha esordito: “Sono stato subito molto contento di accogliere la proposta di promuovere questo spettacolo, tanto da sottoporla all’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro per la Regione Puglia, Sebastiano Leo, il quale si è immediatamente prodigato per sostenerlo con il patrocinio regionale.

Per ciò che concerne la performance, devo dire che sono rimasto fortemente impressionato dal dialogo tra Pasolini e Pound, perché l’ho trovato di una attualità disarmante.

Cambiano gli attori sociali, ma le argomentazioni sono ricorsi storici simili e verosimili.

La guerra è sempre una mostruosità senza senso, in tutte le epoche. Se i due fossero ancora vivi si farebbero le stesse identiche domande.

La Pace senza Giustizia non esiste!

Portiamo con noi a casa il messaggio importante e necessario di farci promotori ed esecutori della pace universale, senza la quale nessun popolo della Terra può vivere e prosperare”..

Testimonianze e riflessioni di diverso genere e contenuto abbiamo avuto il piacere di raccogliere al termine di questo spettacolo, che ci ha emozionato e indotto a riflettere su temi già trattati in altre epoche e da altri personaggi realmente esistiti, che hanno scritto la storia del nostro Bel Paese.

Cos’altro potremmo aggiungere a tutto questo?

Solo i ringraziamenti, con voce visibilmente rotta dall’emozione, dell’autore del testo, il già più volte menzionato Giuseppe Puppo, che vediamo secondo da destra nella foto sopra, e che così ha dato conclusione alla straordinaria serata, palpitante di Cultura a tutto tondo: “Grazie a tutti voi, siete stati stupendi! Fare teatro significa fare sacrifici, prove, con impegno e dedizione, rubando tempo alla propria quotidianità fatta di lavoro, famiglia, interessi personali. Quando tutto ciò si fa per pura passione, si giunge a realizzare sogni che altrimenti resterebbero chiusi nel cassetto del nostro cuore. Dedico questo evento alla memoria di Giorgio Albertazzi, che lo spettacolo al quale avete assistito avrebbe voluto mettere in scena prima di lasciare per sempre le scene di questo mondo”. ______

LA RICERCA nel nostro articolo di ieri

“Sono abbastanza grande adesso per diventarti amico” IN ALTRE DUE SERATE – EVENTO

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Eventi, reportage

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Comments (1)

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  1. marcello ha detto:

    Nei commenti mescolati insieme fascismo e comunismo si fondono e danno assieme una pietanza esotica …più che altro acida ed indigesta direi caro Sandro.

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