COME ERAVAMO / MAGAZZINI SARDELLA, LA FELICITA’

| 16 Gennaio 2023 | 1 Comment

di Raffaele Polo ______

Il nostro negozio preferito, per anni, è stato ‘Sardella’. Ovvero, quell’appartamento in via Maremonti, dietro la chiesa di san Giuseppe, dove si suonava il campanello, si aspettava pazientemente e poi si potevano imboccare le scale e accedere a una serie di stanze che contenevano tutte le meraviglie, predilette da noi ragazzi. E potevamo aggirarci tra le centinaia di scatole e scatoloni di giocattoli, modellini, soldatini, giochi di società, bambole, trenini, armi in miniatura che gli anziani proprietari avevano lasciato lì, ammucchiati senza un preciso ordine in modo da regalarti anche la soddisfazione della sorpresa, dopo una lunga ricerca, alla scoperta di ciò che potevamo acquistare con il poco denaro a disposizione. Solo l’estate, a piano terra, fuori dal portone, venivano collocati un po’ di articoli prettamente estivi, per far comprendere che il negozio era al piano di sopra, bastava suonare…

Io non ho mai capito come facessero ‘i Sardella’ (li chiamavamo così, ma erano per noi delle entità misteriose, solo al momento di pagare, compariva una figura dietro la cassa di vecchio tipo, seminascosta da scatole e giocattoli che erano in bella vista anche lì…) a sorvegliare il loro sterminato magazzino, quando era in balia di un nugolo di ragazzini che toccava e rubacchiava di tutto. Forse, proprio per questo, facevano salire uno alla volta, ma non si vedeva mai nessuno, a sorvegliare, la tentazione di far sparire qualche soldatino o una pistola giocattolo in tasca, era veramente pressante…

Per anni e anni, siamo andati dai Sardella. Cambiavano i nostri gusti, ma c’era sempre un assortimento anche per le nostre nuove preferenze, i locali erano sempre quelli, i muri sporchi di umidità, le scatole dei modellini ormai mostravano tutte il passare degli anni ma, in compenso, acquisivano valore aggiunto, si trovavano articoli ormai da modernariato se non proprio antiquariato.

Poi, improvvisamente, il negozio è scomparso. La scala sporca e deserta, il portone malmesso, se passiamo adesso non riusciamo a ricordare dove fosse, esattamente, il nostro negozio preferito…

Solo nei sogni, a volte, c i ritroviamo in quello stanzone pieno di scatole e giocattoli, siamo soli, possiamo prendere quello che vogliamo, scegliamo il trenino elettrico Rivarossi, i soldatini Nardi, una bambola  Furga.

Ma, ogni volta, il sogno finisce lì, neanche il tempo di avvicinarci alla monumentale cassa che ci avrebbe calcolato il dovuto in semplici lirette, monetine da 50 e 100 lire, banconote da 500 e mille lire…

Category: Costume e società, Cultura

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Comments (1)

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  1. Giuliana Silvestri ha detto:

    Sardella era il mio negozio preferito di giocattoli dove,ad ogni Carnevale,mi recavo con i miei genitori per acquistare un abito in maschera:era un negozio a due piani,zeppo di balocchi e abiti carnevaleschi,un labirinto dove mi perdevo con la fantasia,l’incanto e il fascino di quelle stanze con le pareti umide ma che, ai miei occhi,apparivano piene di magia e mistero… Questo il mio dolce e tenero ricordo di quell’immagine che appartiene agli anni, ormai lontani, della mia infanzia e che oggi non esiste più, ma di sicuro ha rappresentato per la mia generazione ciò che eravamo in quegli anni…!

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