DIARIO DEL GIORNO / VENERDI’ 5 MAGGIO 2023

| 5 Maggio 2023 | 0 Comments

Buongiorno!

Oggi è venerdì 5 maggio 2023.

Sant’Angelo da Gerusalemme.

E’ la festa di Sant’Irene da Lecce.

Irene, una giovanissima martire del I secolo dopo Cristo, trucidata perché aveva abbracciato la nuova religione, pur essendo di nobile famiglia pagana, per quanto la sua figura sia avvolta nella leggenda, visse a Lupiae. E’ stata patrona di Lecce fino al 1656, quando fu sostituita da sant’Oronzo grazie all’attribuzione a lui della guarigione dei salentini dalla peste. In città, nel centro storico, c’è una pregevole chiesa a lei dedicata.

Da questa sera siamo in Luna Piena.

In questa fase, la Luna si trova dietro la Terra; uomini, animali, piante percepiscono chiaramente una forza che corrisponde al cambiamento di direzione degli impulsi della luna da crescente a calante. E’ un momento di massima potenzialità dell’energia vitale.
I sonnambuli si muovono nel sonno, le ferite sanguinano di più, si registra un aumento di incidenti e violenza, nascono più bambini.

In giardino, le erbe medicinali colte in luna piena sprigionano maggiori forze, gli alberi ora potati potrebbero morire, la concimazione è più efficace.
Lo stesso tipo di energie della luna piena si ritrova nella fase dell’ovulazione: fertilità, pienezza di energia, sia fisica, sia emotiva.

Come oggi, duecentodue  anni fa, nel 1821 Napoleone Bonaparte morì in esilio sull’isola britannica di Sant’Elena. Alessandro Manzoni gli dedica ‘a caldo’ la celeberrima ode Il cinque maggio.

Settantasette anni fa, nel 1946, ci fu la prima schedina della SISAL, progenitrice del Totocalcio, da un’idea del giornalista sportivo Massimo Della Pergola: gli Italiani cominciarono a sognare la ricchezza.

Proverbio salentino: SE ESSE NA COSA LARGA FAZZU NNA ZAPPA SE ESSE NNA COSA STRITTA FAZZU NA FAUCE
Se esce una cosa larga faccio una zappa, se esce una cosa stretta faccio una falce.
Si utilizza questo proverbio quando si vuole indicare qualcuno che si mette all’opera senza sapere cosa fa, e dove va a parare.
Questo “detteriu” nasce da quanto capitò ad un  bravo fabbro.
Quelli di una volta, in grado di dare vita a qualsiasi attrezzo o utensile, partendo da un pezzo di ferro scaldato alla forgia e battuto dal martello sull’incudine sino a dargli la forma che avevano in mente.
Naturalmente tutti si rivolgevano a lui quando c’era da sistemare qualsiasi cosa avesse a che fare col metallo, persino la ferratura degli zoccoli dei cavalli rientrava nelle sue competenze.

Category: Costume e società

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