L’ ASSEMBLEA DI ASSOCIAZIONI E CITTADINI / COSTITUITO UN COMITATO PER DIRE NO ALLA NUOVA DISCARICA DI CAVALLINO – galleria fotografica

| 12 Aprile 2015 | 2 Comments

 

 

 

 

di Emanuele Lezzi______

 Tanti i cittadini, le associazioni ed anche alcuni amministratori pubblici di diversi paesi, che si sono incontrati venerdì sera a San Cesario di Lecce, nella sede dell’associazione culturale Sveglia Cittadina, per fare il punto sulla situazione “nuova discarica” a Cavallino e costituendosi, durante la serata, in un Comitato Popolare Intercomunale, a cui hanno aderito, per il momento, cittadini dei comuni di San Cesario, San Donato, Cavallino e Castromediano, Lequile, Lizzanello e Merine, Lecce, Copertino, Soleto, Melendugno. In tutto oltre una cinquantina le persone alquanto preparate sull’argomento che, nonostante altri impegni, hanno voluto essere presenti in momenti diversi della serata, iniziata alle 19.30 e conclusasi dopo le 23.00 (nella galleria fotografica, alcuni momenti della serata).

Nuova discarica appunto – ci tengono a precisare già dai primi interventi –  e non “ammodernamento” come titolato nella delibera dell’ATO LE del 6 marzo. Perché carte alla mano, nell’incontro si è potuto constatare con certezza che, quello che si è approvato nell’assemblea dei Sindaci è proprio un progetto di impianto “nuovo di zecca”, compreso di scavo da 415.000 metri cubi staccato dall’impianto precedente. E questo lo ammette benissimo anche il Sindaco di Cavallino mentre, nella stessa assemblea dei Sindaci, cerca di accreditarsi come stazione appaltante (sede) del progetto, affermando: “è ovvio che è una nuova discarica”.


Durante il dibattito si è ben evidenziato il fatto, triste, che ancora una volta debbano essere i cittadini a mobilitarsi con azioni popolari, scoprendo di non essere stati né coinvolti né informati in scelte che li riguardano e che riguardano la qualità della vita di tutti.

Cittadini ai quali viene sempre imposto il “vicolo cieco” dell’emergenza decisionale, spesso creata ad hoc,  mentre invece quella stessa emergenza (non pianificata per tempo)  dovrebbe essere, non una mera giustificazione, ma un’ammissione di colpa ed un segnale di incapacità ad amministrare.  Tutti segnali che mai però giungono alle dovute conseguenze, portando i responsabili alle dimissioni dai posti che ricoprono.


Secondo molti intervenuti, è proprio la mancanza di informazioni e di coinvolgimento dei cittadini, che impedisce lo svilupparsi di soluzioni alternative magari adottate in altri paesi più avanzati, come ad esempio il compostaggio di prossimità, o soluzioni come” l’autocompostaggio collettivo”, finanziato per i comuni al di sotto dei 4000 abitanti. Tutte soluzioni che dovrebbero essere promosse, inizialmente anche solo come “progetti pilota”, in tutti i comuni della provincia, in modo da avviarsi nella direzione virtuosa della gestione a “Rifiuti Zero”.

E dunque è l’intero ciclo dei rifiuti adottato finora a dover essere messo in discussione, sistema che ha lasciato alle sole iniziative dei singoli comuni la possibilità di percorrere soluzioni virtuose, senza un’adeguata pianificazione nel rispetto degli obietti prioritari previsti dal Legislatore (Prevenzione della Produzione dei Rifiuti; Riutilizzo e riciclaggio dei materiali) e con il risultato che solo pochi centri sono riusciti ad organizzarsi al fine di perseguire tali obiettivi. La scusa dell’eterna mancanza di fondi non regge più, soprattutto se poi per progetti già risultati devastanti ed eccessivamente disagevoli come questo, si trovano come per magia 52 milioni di euro.

Una delle prime domande che ci si è posti poi, è anche se essendo una vera e propria nuova discarica debba o meno percorrere l’intero iter di autorizzazioni previsto per legge, o se invece chiamandolo “ammodernamento” della discarica precedente(come nella delibera dell’ATO) non si stia cercando proprio di aggirare quelle regole.

Per questo si dovrebbe far pressione alla Provincia di Lecce per far indire una Conferenza dei Servizi su l’argomento, richiedendo comunque una agibilità ed una VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), magari anche una  AIA (Autorizzazione Integrata ambientale).

Si è deciso anche di fare pressione sulle istituzioni, comunicando alla stampa ciò che si è scoperto, richiedendo agli enti interessati un più completo accesso agli atti, organizzando eventi di coinvolgimento sul territorio, richiedendo, tramite i vari consiglieri comunali presenti e disponibili, delle convocazioni di Consigli Comunali “monotematici” in ogni paese, partecipando e cercando di far sentire in quelle occasioni la volontà popolare. Perché si devono assolutamente valutare meglio le alternative e perché questa non può essere l’unica soluzione.

Dal punto di vista delle criticità tecniche in oggetto nella delibera, dal comune di San Donato si è confermato che si è dato mandato a 2 legali per valutare la possibilità di impugnarla, come dovrebbero fare tutti i comuni contrari se lo sono effettivamente. Ma allo stesso tempo, da più intervenuti, è venuto anche l’incoraggiamento a agire parallelamente come mobilitazione popolare, perché senza una vera protesta di piazza a supporto, le singole azioni politiche, affidate solo alle pratiche giudiziarie, si infilano purtroppo in un tunnel senza certezze né temporali né di risultato.

 

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Category: Costume e società

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Comments (2)

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  1. Mirko ha detto:

    “Pecunia non olet”, e sulle discariche girano tanti, ma tanti soldi, ecco perchè si parla di eco-mafie.

  2. Walter ha detto:

    Oggi stiamo morendo perché l’ambiente e’ un mix di veleni. Tutto ciò è causato da un intreccio di politica del malaffare (mafia e politica), per ignoranza di tutti gli attori (politica e cittadini) e per ignavia degli stessi cittadini.

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