GUARDIA MEDICA SENZA OTOSCOPIO

| 11 Luglio 2017 | 1 Comment

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Marco Ruggio ci scrive______

A. D. 2017. 10 luglio. Rientro dall’ufficio intorno alle 20.30 con un forte dolore all’orecchio sinistro: sarà l’aria condizionata, mi dico, oppure l’apnea di sabato al mare. Medico di famiglia chiuso, decido di farmi visitare dal servizio di Guardia Medica del mio paese.

Se avevo il timore dell’aria condizionata in auto, qui sembra di essere in Valtellina. Mi siedo e spiego la situazione.

Fiato sprecato: il servizio di Guardia non ha in dotazione lo strumentario necessario a visitare le orecchie!

Faccio sommessamente presente che, non più tardi di due anni prima, per analogo problema, ero stato visitato proprio presso il medesimo servizio di Guardia. Niente da fare. A dire del medico di guardia, l’apparecchiatura (un semplice otoscopio…) si è rotta e non è stata sostituita. Insomma, sono stato fortunato, l’altra volta. Per concludere: si prenda, per stanotte, una tachipirina 1000 o un Oki, e domani si faccia visitare dal suo medico di famiglia.

Domanda: quale sarebbe, per così dire, lo “strumentario d’ordinanza” di un medico di guardia? Cosa ci terranno in quelle valigette modello borsa Mary Poppins? In attesa di risposte, e di guarire, non ci resta che piangere.

 

 

 

Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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Comments (1)

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  1. GIOACCHINO ha detto:

    Sono anche io un medico di guardia medica, ed acquisto a spese mie o, quando la legge non lo proibisce (cioè praticamente sempre), mi viene regalato da un generoso informatore uno strumento utile per l’ attività. A parte il fatto che adesso gli informatori non possono regalare, in certe regioni, neanche più le penne, faccio umilmente presente che i poliziotti non mettono a loro spese la benzina nelle auto di servizio, i segretari comunali non si portano da casa i fogli di carta e così via. Ora, dovrebbe essere (ed un tempo era) la ASL a fornirci lo strumentario necessario; ma il tempo delle vacche grasse è finito, complice il fatto che i direttori incamerano nelle proprie tasche premi in denaro se la loro ASL spende poco, non importa se il risparmio si concretizza nel minore acquisto di strumenti o nelle minori riparazioni degli stessi o nella diminuzione di sedi di guardia con aumento del territorio da sorvegliare per il medico o nella mancata fornitura di fiale, siringhe, sfigmo, fonendo ed altro. Noi medici italiani siamo i peggio pagati in Europa, e nessuno sa che ci vogliono far rimborsare 10 anni di indennità (20.000 euro e passa). Alcuni colleghi hanno proposto con riluttanza, visto che ci viene tolta l’ indennità pediatrica, di non visitare più i bambini; ma si sono rifiutati tutti. Lo stato ci frega confidando sulla nostra etica! Ammetto che alcuni colleghi ci marciano, non lavorando con la scusa di non avere strumenti forniti dalla ASL, ma lei stesso ha visto che un collega l’ ha visitata con coscienza e professionalità, ogni tanto guardate pure la sacca piena e non solo quella vuota. Se peraltro le ASL ci fornissero una adeguata strumentazione è logico che chi ci marcia non avrebbe questa scusa. Esco un poco fuori dal seminato, ma lei sa che nel Lazio stanno togliendo i medici dalle ambulanze del 118 scaricando sugli infermieri, con l’ aiuto di strumenti connessi con una centrale a Roma, il compito di fare diagnosi?? Ovviamente pagandoli lo stesso, ci mancherebbe! Tutto sempre per risparmiare. E non parliamo dei soldi buttati nel cesso per acquistare aerei presidenziali con camera da letto o F35 prodotti dalla casa Lockheed, per quelli si può tranquillamente spendere.
    Che dirle? Ovviamente per prima cosa che mi dispiace e che le chiedo scusa a nome di tutti i colleghi di buona volontà per il disagio da lei subito; poi che le prometto, per quel che può servire, che cercherò di compensare le gesta di certi colleghi aumentando ancora di più quello che già cerco di fare per ridurre la sofferenza delle persone che mi chiedono aiuto. Da ultimo che io acquisto tutto per il mio lavoro, siringhe e farmaci anche a pagamento compresi. A lei mi permetto di chiedere, se qualche volta è rimasto soddisfatto del comportamento di un mio collega, di non dimenticarsene ed anzi di parlarne bene con i suoi conoscenti: sarebbe ora che noi Italiani la smettessimo di farci la guerra dei poveracci, facendo così oltretutto gli interessi di chi ne approfitta! La saluto cordialmente.

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