PORTE APERTE ALLA COLACEM DI GALATINA: “Non temiamo nessun tipo di controllo”. INVITATA LA STAMPA AD UN GIRO NEGLI IMPIANTI DI PRODUZIONE

| 25 Ottobre 2017 | 0 Comments

di Emanuele Lezzi______

Sono il direttore generale Fabrizio Pedetti ed direttore alla comunicazione Massimiliano Pambianco ad introdurre l’incontro che la Colacem di Galatina ha voluto fare con la stampa locale. Insieme anche al direttore dello stabilimento Giovanni Vincenti e al direttore del personale Massimo Angeli, hanno aperto le porte del cementificio di cui nei prossimi giorni si valuterà il rinnovo dell’Autorizzazione di Impatto Ambientale (AIA):

“Siamo consapevoli che un cementificio, di certo, ha un impatto ambientale ma riteniamo che i nostri impianti siano all’avanguardia rispetto a tutti i controlli possibili. In un mondo pieno di retorica e parole vuote, noi abbiamo comunque scelto di puntare sulla sostenibilità vera e possibile. Una sostenibilità che cerchiamo di portare avanti con i fatti e non con la retorica, anzi con l’obiettivo di dimezzare il valore delle emissioni inquinanti previsto dalla migliore tecnologia. L’idea di oggi era dunque quella di aprire le nostre porte e permettere una visita completa al nostro ciclo di produzione per poi rispondere alle vostre domande”.

Laboratori, cave , uno stabilimento di cinquanta ettari, di cui ventisette non dedicati alla produzione, ma alla cura del verde.

Dallo stabilimento, sottolineano, non è mai uscito un chilogrammo di cemento che sia fuori norma: il prodotto è tracciato, tracciabile e certificato. E non potrebbe essere altrimenti; diversamente non potrebbe essere commercializzato. Il cemento poi migliora la qualità della vita delle persone, perché produce infrastrutture senza le quali non ci sarebbero città evolute. Qui produciamo un materiale che è spettacolare. Gli attacchi a noi, ci sono perché siamo una grande fabbrica e per questa ragione diventiamo un bersaglio. Noi siamo però pronti ad affrontare controlli che altri non potrebbero affrontare e dunque non siamo noi il problema.

Queste alcuni dei concetti che si è cercato di far passare. Ma le domande non sono mancate, a cominciare da quelle poste subito da noi e che riguardano i dati tumorali in percentuali più che doppie rispetto ad altre zone, come Sogliano o comunque zone non lontane dallo stabilimento. Dati questi sottolineati anche dalla lettera alla stampa inviata da alcune associazioni di medici e di alcune sigle sindacali sanitarie, che chiedevano di assoggettare il rilascio della stessa AIA ad una valutazione d’impatto sanitario.

Nella risposta il direttore Pedretti si dice sicuro che legare i tumori ad una attività specifica è molto complicato: ci sono ad esempio studi di nostra conoscenza e che sono sempre più frequenti che ripartiscono alcune polveri sottili, legandole non tanto all’industria e agli impianti industriali (se non in minima parte), ma invece in maggioranza all’inquinamento derivante ad esempio dalla circolazione stradale, al riscaldamento e al raffrescamento abitativo ed alla gestione dei rifiuti. Sono dati, continua, che nessuno commenta perché tutti abbiamo un’automobile e perché non percepiamo questo come un problema.

Quindi tutto è ancora in fase di studio e la materia è estremamente complessa. Poi noi in Conferenza di Servizi abbiamo già detto di essere d’ accordo con i medici, vorremmo solo che lo studio fosse fondato su una base di criteri oggettivi e realizzato dalle istituzioni ufficiali e competenti, come ASL, ARPA o Ministero della Salute.

La visita nello stabilimento si conclude con la promessa, in risposta ad una nostra specifica domanda, di farci ritornare quando il forno sarà nuovamente in funzione e verificarne le eventuali differenze.

Category: Costume e società

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