LECCECRONACHE / SOB, MUMBLE MUMBLE E ‘SORTE NOSCIA’

| 22 Gennaio 2018 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

 

 

 

Siamo cresciuti con alcune idee ben radicate dentro di noi. Che ci sono state inculcate soprattutto dal cinema, poi dalla televisione ma soprattutto dalle letture e dai fumetti che erano il nostro pane quotidiano.

Tra coetanei, poi, c’era un continuo scambio di ‘aggiornamenti’ che provenivano sempre da altre letture, altri fumetti, altri film visti o intravisti.

Insomma, avevamo un credo fatto di buoni (i marines e il Settimo cavalleria, lo sceriffo, tutti i poveri e le bambine con le trecce e le lentiggini) e di cattivi (i soldati tedeschi, gli indiani, i ricchi avari come zio Paperone e la perfida Milady) in un mondo fantastico che irrobustivamo quotidianamente con un ampio corredo di esclamazioni onomatopeiche, prese dai fumetti. Esprimevamo il nostro stupore con ‘gulp’ e ‘gasp’, sbadigliavamo dicendo ‘yawn’, i nostri pensieri in cerca di una difficile soluzione facevano ‘mumble mumble’ e i baci che sospiravamo dalle nostre coetanee erano tanti ‘smack’.

Per non parlare dei rumori delle armi: dal semplice ‘bang’, allo ‘zip’ delle pallottole che ci sfioravano, fino al ‘ta-ta-ta..’ delle armi automatiche. Scoprimmo in ‘Verdi colline d’Africa ‘ (edizione popolare al costo di lire 350) che il fucile dei cacciatori di leoni facevano ‘ca-ra-uong’ e ci parve strano, inusuale questo suono che, però, registrammo assieme agli altri.

La nostra vita era fatta di questo….

Poi, scomparsi i fumetti, la televisione e i successivi prodotti ad immagine hanno inculcato la cultura delle frasi fatte, degli atteggiamenti, dei gesti e degli abbigliamenti. In un crescendo che non siamo stati capaci di seguire e condividere e che ha fatto da spartiacque generazionale…

Senza esagerare, però, siamo ancora vicini, molto vicini, a quelle paroline che regnavano nelle vignette e che così bene rendevano l’idea di uno stato d’animo.

Adesso, magari quando leggiamo i titoli dei giornali, ci viene spontaneo sottolinearli con una serie infinita di ‘gasp, ulp, grunt, gulp’ ma soprattutto ‘sob’.

Tanti, tantissimi ‘ sob’, ovvero atteggiamenti di insoddisfazione e disperazione inconsolabile. E, stavolta, non perché ci abbiano involato il primo ‘cent’… Verrebbe da chiosare ironicamente che i ‘cent’ ce li hanno sottratti fino all’ultimo… No: Diciamo e pensiamo ‘sob’ davanti alla sfilza di notizie negative che riempiono quotidiani e notiziari, provate a fare la conta della sostanza degli eventi pubblicizzati e riportati nella quotidianità: la stragrande maggioranza è negativa o, comunque, testimone di una realtà non certo piacevole e condivisibile…

‘Mamma mia’, viene da pensare.

‘Sorte noscia’, più vicini al linguaggio del territorio.

‘Sob!’ come ci hanno insegnato da bambini, spiegandoci però che non bisognava affliggersi più di tanto, perché la vita è bella, i buoni vincono sempre e la giustizia trionfa.

Allora, almeno, si credeva in queste cose.

 

 

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura

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