DRAMMATICO INCIDENTE SUL LAVORO / LE REAZIONI

| 27 Maggio 2020 | 0 Comments

(Rdl)______La prima reazione alla drammatica notizia di questa mattina, arriva nel primo pomeriggio da Roma, da parte del segretario nazionale dell’Ugl Paolo Capone (nella foto). Aggiorneremo questo articolo senza modificarne il titolo, nel corso della giornata, aggiungendo le altre, a mano a mano che arriveranno in redazione______

Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl

“L’ennesimo incidente mortale sul lavoro, questa volta avvenuto nel Salento, a Pisignano, frazione di Vernole, provincia di Lecce, dove è morto un operaio di 34 anni, rimasto schiacciato da una macchina saldatrice, allunga una lista drammatica e inaccettabile.

L’UGL, nell’esprimere il suo cordoglio alla famiglia della vittima, rinnova l’invito al Governo a considerare la sicurezza dei lavoratori una priorità assoluta e a definire una seria ed efficace riforma al riguardo. Il sindacato che rappresento è attivo sul territorio con la manifestazione ‘Lavorare per Vivere’, volta proprio a sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno delle ‘morti bianche’. Un fenomeno da contrastare con misure urgenti”.______

 

Andrea Scarpa, segretario Partito Comonista Federazione Provinciale di Lecce

“Oggi è stato ucciso un altro lavoratore, ucciso da un sistema che rende possibile un progetto (SNAM, allaccio TAP a rete italiana gas) che fa parte delle grandi opere inutili, contro le quali abbiamo già manifestato il nostro dissenso in piazza e sui nostri canali d’informazione.

Si tratta di quelle opere che servono ad arricchire pochi e sfruttare, indebitare le masse lavoratrici, depredando i loro territori.

Al di là delle dinamiche della tragedia, delle quali è ancora troppo presto parlare con certezza, possiamo invece dire chiaramente che quasi sempre queste morti sono dettate dalla logica del profitto, dalla voglia di guadagnare il più possibile, risparmiando a scapito dei lavoratori e della loro sicurezza.
Già durante il lockdown, i lavoratori di questi cantieri venivano costretti a lavorare nonostante non si trattasse di una produzione indispensabile, ora arriva la morte di un operaio a togliere ogni velo di vergogna alla classe padronale che in tutta Italia continua a pretendere la socializzazione delle perdite e la privatizzazione delle proprietà, dei servizi e dei profitti. I lavoratori tutti, i pensionati, i disoccupati, devono unirsi per rovesciare questo stato di cose.
Il Partito Comunista della provincia di Lecce esprime vicinanza e le più sentite condoglianze alla famiglia dell’operaio 34enne Simone Martena, che lavorava per la ditta subappaltatrice tedesca Max Streicher”.______

 

Max Streicher S.p.a. – Parma

“Questa mattina, in Puglia, durante lo svolgimento dei lavori di costruzione del metanodotto, a Vernole, località Pisignano, un collaboratore di Max Streicher è deceduto a seguito di un incidente con un mezzo pesante.
La Società, in tutte le sue componenti profondamente addolorata per l’accaduto, si è subito attivata per supportare le autorità competenti nello svolgimento degli accertamenti necessari e si è messa in contatto con la famiglia della persona scomparsa, per fornire ogni tipo di sostegno”.______

 

Salento Rugby – Aradeo

“Avremmo voluto utilizzare questa foto per ricordare come abbiamo dato vita alla nostra Squadra… con voglia di giocare e sorrisi, la prima volta che abbiamo calcato insieme i campi polverosi di Serie C.
Ora ci dicono che hai passato la palla e la gioia del ricordo lascia spazio ad un triste silenzio.
Addio Simone”______

 

 

Movimento No Tap della provincia di Brindisi

“Gasdotto TAP/SNAM: c’è chi festeggia e chi muore

Mentre l’Ambasciata Italiana della Repubblica dell’Azerbaijan festeggia l’importanza del 28 maggio nella sua storia di ‘democrazia’ e il partenariato strategico tra Italia e l’Azerbaijan, alla presenza di Marco Alverà, Amministratore Delegato SNAM, e altre personalità politiche italiane, nello stesso giorno muore sul cantiere SNAM dell’ interconnessione TAP Brindisi – Melendugno, un giovane operaio, Simone Martena.

Aveva 35 anni, di Squinzano, saldatore per conto della ditta Max Streicher SPA, esecutrice dei lavori Snam. E’ rimasto schiacciato da un macchinario, denominato SIDEBOOM, preposto alla posa dei tubi che dovranno essere attraversati dal gas, nella trincea di scavo del gasdotto SNAM nei pressi della strada Pisignano-Castrì.

Max Streicher SPA, gruppo tedesco con sede anche a Parma, è certificata ISO 9001, ISO 14001, ISO 45001 e si occupa della costruzione di gasdotti e impianti relativi.

Il Movimento No TAP di Brindisi aveva già denunciato la mancanza di misure di sicurezza sui cantieri dovuti alle protezioni anticovid durante il lockdown degli ultimi mesi, quando tutti gli altri cantieri erano fermi, ma SNAM invece continuava a lavorare perché inserita tra le aziende necessarie per l’approvvigionamento di energia, malgrado fosse solo un cantiere…

E questa mancanza di misure di sicurezza erano stati denunciati anche da un operaio del cantiere al TG3 Puglia, poi prontamente non riconfermato al lavoro. Gli operai delle ditte subappaltatrici hanno contratti mensili e nessuna rappresentanza sindacale è permessa: chi si lamenta non viene confermato al lavoro… E tutto in nome delle certificazioni di qualità di Max Streicher, che sul suo sito parla di ‘High standards and competence in pipeline and plant construction’…

E intanto un giovane operaio proprio di questa ditta muore schiacciato da un tubo.

Il Movimento No TAP di Brindisi aveva anche denunciato tutte le irregolarità di TAP e SNAM, come le operazioni non autorizzate di distruzioni di ulivi anche monumentali in zona infetta, dove la legge richiede l’autorizzazione del proprietario per l’espianto, mentre SNAM ha abbattuto oltre 6000 ulivi sugli 8603 del tracciato del gasdotto, come quelli di Torchiarolo, abbattuti senza l’autorizzazione della Commissione Ulivi Monumentali della Regione: la più grande strage di ulivi mai vista in Italia in nome dell’Interesse nazionale e spesso col solo esame visivo, spesso senza l’autorizzazione dei proprietari.

Chiediamo al procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, che ha già inquisito i vertici di TAP/SNAM per disastro ambientale, a fermare questo scempio almeno ora, che ci è scappato un morto innocente, una ulteriore morte inutile sul lavoro, per una grande opera inutile, dannosa e costosa.

Viene prima la vita, poi i dividendi miliardari di SNAM.

Siamo vicini alla famiglia di Simone”.______

 

Valentina Fragassi, segretario generale Cgil Lecce

“La Cgil di Lecce esprime il più profondo cordoglio alla famiglia di Simone Martena, il giovane operaio di Squinzano che ha perso la vita stamattina a Pisignano, in provincia di Lecce.

Riponiamo la massima fiducia nel lavoro di investigatori e magistratura, che avranno il compito di accertare dinamica, cause e responsabilità di questo grave infortunio mortale.

La Cgil rinnova alle autorità l’invito ad accendere i riflettori sulla sicurezza nei cantieri della provincia, in particolare su quelli complessi, come in cantiere del gasdotto Tap (l’incidente odierno è accaduto dove si lavora all’interconnesione della rete Snam con Tap).

Conosciamo la sensibilità del prefetto Maria Teresa Cucinotta su questo tema e per questo chiediamo la convocazione di un incontro urgente alla Prefettura: nel 2020 è inconcepibile morire di lavoro.

Nei cantieri complessi, purtroppo, si incrociano una molteplicità di contratti collettivi nazionali che rendono difficoltosa l’azione di rappresentanza sindacale e il monitoraggio sulle condizioni di sicurezza: contratto metalmeccanico, ma anche edile, dell’energia o contratto multiservizi.

La frammentarietà della normativa applicata e lo spacchettamento delle lavorazioni sono fattori di rischio, così come un’organizzazione del lavoro che ricorre spesso a turni massacranti ed a ritmi di lavoro sempre più elevati per rispettare le scadenze.

È necessario avviare al più presto un ragionamento complessivo, per l’applicazione armonica della normativa in tema di sicurezza sul lavoro (il d. lgs. 81/2008 e successive modifiche), tanto nel grande cantiere del gasdotto Tap-Snam quanto negli altri cantieri in cui convivono più aziende, che applicano vari contratti e che non sempre consentono ai lavoratori di ottenere tutela e assistenza. Soprattutto è necessario rendere tutti i cantieri accessibili per le dovute e doverose verifiche, senza rendere talune zone di lavoro vere e proprie roccaforti militari.

Non bisogna infatti dimenticare che nessuna opera, per quanto grande e strategica venga definita, vale una vita umana”.______

 

Michele Seccia, Arcivescovo di Lecce

“Un’altra giovane vita spezzata sul suo posto di lavoro. Una morte inaccettabile quella di Simone Martella che ci chiama per l’ennesima volta ad una presa di coscienza comunitaria e il cui sacrificio invoca le istituzioni a fare una volta per tutte un salto di qualità nell’affrontare il tema della sicurezza sul lavoro, non solo in termini legislativi ma come tema che chiama in causa la responsabilità sociale: va fermata questa strage silenziosa ma cruenta allo stesso modo di una guerra.
E’ un peccato grave non investire in sicurezza e prevenzione mettendo a rischio la vita di tante persone che pur di sopravvivere in una terra affamata di lavoro si accontentano anche di condizioni inaccettabili. Saranno le autorità competenti a stabilire le responsabilità di quanto accaduto ma noi cristiani non possiamo lavarcene le mani.

Siamo tutti corresponsabili quando un giovane ci lascia come è successo per Simone perché il lavoro è per la dignità della persona. Il lavoro è per la promozione umana. Il lavoro è per la vita.

Sulla vicenda del gasdotto – è il pensiero ricorrente dell’arcivescovo – ribadisco quanto già espresso fin dal mio arrivo nel Salento: ci saranno davvero benefici per questa terra e per la sua gente? Se accanto agli altri dubbi già ben noti dovesse aggiungersi anche quello della sicurezza e della difesa della vita umana, la questione potrebbe assumere contorni ancor più preoccupanti.
Mi unisco al dolore dei genitori e della famiglia di Simone colpiti da una tragedia insopportabile. E sono vicino a tutta la comunità di Squinzano che paga l’alto prezzo di questa morte bianca. Non è facile trovare le parole e nemmeno le ragioni per guardare avanti con fiducia. Ma la speranza è la forza rigeneratrice che apre il cuore di ogni uomo: la morte di Simone non resti un sacrificio inutile ma un’altra occasione di riflessione e di impegno affinché tutti gli attori in campo abbiano sempre nella mente, nella coscienza e nelle scelte che al centro ci dev’essere prima di ogni altro interesse la vita di ogni uomo”.______

 

Gianluca Maggiore, Movimento No Tap

NON È POSSIBILE CONTINUARE A FAR FINTA DI NULLA!
Ieri si è scelto il silenzio. Ci siamo stretti in maniera ideale a Simone e alla sua famiglia, alla quale rinnoviamo le condoglianze di tutta una comunità, attoniti per l’ennesima assurda morte sul lavoro.

Urliamo da anni il rischio presente in quei cantieri, le condizioni estreme alle quali sono sottoposti gli operai ma, come spesso avviene, il mondo del profitto non guarda in faccia nessuno, e una vita inizia a contare solo quando arriva il momento della retorica dopo una tragedia.

Operai che cercano di controllare un carico sospeso per il forte vento, sui cantieri del metanodotto, noi ne abbiamo visti a decine.
Era la prassi per direzionare i carichi nei pressi del pozzo di spinta di San Basilio

Noi oggi ci sentiamo quasi in colpa, perché nonostante la lotta che portiamo avanti da anni, abbiamo nello stomaco la sensazione di non aver fatto abbastanza, per Simone e per chi quotidianamente continua a rischiare in quel cantiere.
Ma allo stesso tempo, chi è realmente responsabile di questa ennesima morte bianca, fa finta di nulla.
Tutta quella politica del ‘è solo un tubicino’, dovrebbe solo vergognarsi e prendersi le sue responsabilità, ma a poche ore dalla tragedia sceglie di andare a festeggiare con l’Azerbaigian, come se nulla fosse successo, una collaborazione assassina.
Ci sono quei sindacati che hanno taciuto finora su quel cantiere “intoccabile”, che oggi sciorinano dichiarazioni speculative, quando invece gli operai sono dovuti correre da noi per denunciare le condizioni disumane alle quali sono sottoposti, rischiando sulla propria pelle le conseguenze di richieste lecite ma ‘scomode’ per chi guarda la vita umana come un semplice numero.
C’è una multinazionale che continua a imporre le sue volontà, che continua a sfruttare un territorio, che sembra avere ormai acquisito il potere decisionale sulla vita e sulla morte delle persone.

Lotteremo con tutte le nostre forze affinché Simone non venga dimenticato, perché nel 2020 non si può morire di lavoro. Questa tragedia ha i suoi colpevoli, e li conosciamo tutti…”.______

 

Associazione Bianca Guidetti Serra

“Aveva 34 anni l’uomo che ieri mattina ha perso la vita durante il suo turno di lavoro come saldatore in uno dei cantieri per la costruzione del gasdotto TAP-SNAM.

Simone Martena, operaio per la ditta subappaltatrice Max Streicher – incaricata della posa dei tubi lungo il tracciato da Melendugno a Brindisi, dove TAP si collegherà alla rete nazionale del gas – è morto in località Pisignano, frazione di Vernole, schiacciato da una macchina Pipe Welder.
Il 20 maggio scorso è scaduta l’Autorizzazione Unica che nel 2015 diede il via libera alla costruzione del gasdotto, pertanto i lavori in corso risultano illegittimi in quanto fuori dai termini consentiti. Circostanza resa ancora più grave dal tragico incidente in cui il giovane operaio ha perso la vita.

È certo che la multinazionale ha abituato la popolazione locale e quanti si oppongono a questa grande opera anacronistica, inutile e dannosa, a portare avanti i lavori in modo illegittimo e spesso contravvenendo a leggi in difesa della salute e dell’ambiente.

Nell’esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici di Simone non possiamo esimerci dal sottolineare come questa bruttissima vicenda dimostri ancora una volta come TAP non faccia danni solo al territorio ma anche agli stessi che sono chiamati a realizzarla”.______

 

Salvatore Giannetto, Uil Lecce

“Quella di Simone Martena è l’ennesima inaccettabile morte sul lavoro, cui continuiamo ad assistere con rabbia e sdegno. Non è più tempo di discussioni e tavoli tecnici, sappiamo già quello che serve: aumentare i controlli e l’attenzione da parte degli enti preposti, fare verifiche capillari e rigorose soprattutto quando si ha a che fare con cantieri complessi come quello Snam-Tap per la realizzazione del gasdotto, serve investire in sicurezza, lavorare di più sulla prevenzione, così da rendere i luoghi di lavoro sempre meno vulnerabili agli incidenti. Ed anche il sindacato, certamente, deve fare di più.

Nell’esprimere le più sentite condoglianze a nome del sindacato alla famiglia del giovane operaio di Squinzano, voglio chiedere scusa. Stiamo facendo troppo poco, è vero.

Attendiamo le verifiche necessarie e l’accertamento delle responsabilità su questo tragico incidente, ma il problema della sicurezza sul lavoro è generale.

Purtroppo il lassismo che aleggia nel mondo delle ditte appaltatrici e le logiche a ribasso rende i problemi della sicurezza sul lavoro sempre maggiori, è una questione che va risolta. Dobbiamo smettere di parlarci addosso e fare, pretendere i controlli e vigilare su di essi. Un impegno al quale siamo chiamati tutti, Spesal, Ispettorato del Lavoro, istituzioni, imprese e rappresentanze sindacali. Non sono le regole a mancare, ma dobbiamo operare su chi non le applica nel modo giusto, ancor più oggi alla luce di una pandemia che ha accesso i riflettori proprio su questo tema e che richiama, tutti, a un’assunzione di responsabilità”.

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LA RICERCA nel nostro articolo immediatamente precedente

DRAMMATICO INCIDENTE SUL LAVORO AL CANTIERE DEL GASDOTTO SNAM, MUORE OPERAIO DI SQUINZANO

 

Category: Cronaca

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