‘NESSUN RIMPIANTO PER LA FINE DEL GOVERNO DRAGHI’

| 24 Luglio 2022 | 0 Comments

di Crocifisso Aloisi ______

E’ incomprensibile il sostegno a Draghi da parte di politici e rappresentanti istituzionali meridionali.

Ho riascoltato l’intervento di Draghi al Senato (nella foto): 32 minuti di arroganza, ipocrisia e provocazioni. 

Sembrava proprio che il premier nominato volesse cercare un pretesto per abbandonare la nave e scappare via in vista dello tsunami politico e sociale scatenato in questi due anni e mezzo (in attesa dello tsunami più importante, quello giudiziario). Nel suo discorso ha continuamente rilanciato proprio quei temi caldissimi che sono il faro della sua agenda (e dell’agenda di qualcos’altro molto più in alto di lui).

Ha chiesto di continuare la sua agenda di ‘riforme’ (secondo la sua personale interpretazione del PNRR) che comporterà altra gravissima macelleria sociale e, nello stesso tempo, prevedere una agenda sociale per aiutare i bisognosi e quelle categorie più colpite (praticamente vuole fare tutto: creare il problema e nello stesso tempo trovare le risorse per aiutare chi ha subito quel problema da lui creato). 

L’apoteosi dell’ipocrisia e della demagogia è stata toccata quando, con enfasi e con rabbia, ha detto che queste ‘riforme’ le chiederebbero gli italiani attraverso l’appello firmato dai “circa duemila sindaci”.. 

Qui apro un ragionamento e concludo: i sindaci italiani sono oltre ottomila e dunque l’appello è stato firmato soltanto dal 25% di questi. Se è vero che in democrazia contano anche i numeri allora non si può non rilevare che il 75% dei sindaci NON HA FIRMATO l’appello a Draghi ! 

E mi sorprende molto vedere che politici e rappresentanti istituzionali meridionali abbiano confermato la loro solidarietà a Draghi, oltre ai sindaci meridionali che hanno firmato tale appello, perché ormai SAPPIAMO TUTTI BENISSIMO che questo governo STAVA ANDANDO SPEDITO verso l’approvazione della legge sulle autonomie differenziate e stava portando a termine l’iniqua ripartizione delle risorse del PNRR che, secondo i famosi 3 parametri europei, avrebbe dovuto comportare l’investimento di oltre 140 miliardi al SUD e non invece di pochissime decine di miliardi di euro come sta avvenendo. Tutto ciò a grave danno di milioni di cittadini meridionali.

Tutto ciò è, ovviamente, anche di dominio pubblico perché ne hanno parlato, per mesi, vari movimenti meridionalisti, ma anche tanti economisti, docenti universitari e alcuni importanti giornalisti meridionali.

Category: Politica

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