SALENTO FUOCO E FUMO / INGENTI I DANNI A CASTRO MARINA – video. ALTRO PERICOLOSO INCENDIO NELLA GIORNATA DI OGGI AD OTRANTO

| 1 Agosto 2022 | 0 Comments

di Flora Fina ______

Continua a dilagare con violenza – parimenti alle forti ondate di calore e vento rovente di questi ultimi giorni – l’avanzare di incendi in Salento, che come nei migliori film drammatici, sembra non voler destare scampo alcuno per il nostro territorio e per l’habitat tutto.

In particolare, l’evento catastrofico di ieri , lascia ben poco spazio all’immaginazione: a Castro infatti, e per la precisione sulla strada marittima che lo collega direttamente a Diso, un incendio dalle proporzioni devastanti ( come si può intuire dal video in apertura )è scoppiato nella mattinata di ieri, protraendosi sino a tarda serata e divorando, senza sosta e con violenza inaudita, una vastissima fetta di vegetazione per allargarsi a forte velocità sui territori adiacenti.

Nello specifico, l’allarme è scattato già a mezzogiorno della domenica di ieri: le intere pinete e i boschi intorno alle marine di Castro e Marittima (nella foto ) sono andati distrutti, letteralmente in fumo, sotto la furia di un incendio che – pur essendo purtroppo considerato la normalità dei giorni nostri – al giorno d’oggi tuttavia normale non lo è affatto.

L’intervento infatti di ben due Fireboss ed un Canadair – che si sono riforniti in acqua davanti ai bagnanti nella cala di Castro – non sono bastati per arginare tale potenza distruttiva: un intervento durato ben otto ore, quello da parte dei Vigili del Fuoco, operatori Arif e della Protezione Civile, che hanno lavorato sino all’alba per arginare i gravi, anzi gravissimi e futuri danni, e di conseguenza anche per evacuare in totale sicurezza la zona.

Altissime lingue di fuoco ed una densa – più che mai  – nube di fumo, sono state avvistate infatti da decine di bagnanti.

Fortunatamente non si sono registrati feriti, tuttavia, le cicatrici più profonde risiedono in un paesaggio totalmente annientato: i danni sono ancora da quantificare, cionondimeno, ciò che rimane del paesaggio sono i moncherini di alta e folta vegetazione, unitamente a macchia mediterranea, che un tempo si destava rigogliosa su tutta la collina e sulla strada definita “ Superpanoramica ”.

Ed ancora, come se non bastasse, anche oggi – un lunedì qualsiasi – si tinge di nero, nero fuliggine, nero carbone: ad Otranto infatti, e proprio in queste ore concitate, continuano a bruciare incessantemente ben trenta ettari di bosco.

Per la precisione, un rogo divampato nelle campagne a nord della Baia dei Turchi –  continuamente alimentato dal vento che in questi giorni lambisce inaspettatamente il Salento – continua ad avanzare pericolosamente, e le oltre trenta unità impiegate – tra Vigli del Fuoco, personale Arif, Carabinieri Forestali,  e Protezione Civile – non bastano ad arginare il pericolo attuale, per il quale è stato necessario anche l’intervento immediato di un Canadair direttamente da Ciampino, oltre ovviamente a ben venti lanci dei velivoli anti-incendio Fire Boss provenienti da Grottaglie, che nel frattempo, cercano di attutire i gravissimi danni che potrebbero derivare da un evento così catastrofico.

E sempre ieri, persino le abitazioni della periferia Ovest di Maglie sono state minacciate da fiamme sospinte dal vento di tramontana e che hanno colpito l’area naturale prossima a via Valacca. Un’area questa, che da tempo è finita sotto i riflettori pe una situazione che, dal punto di vista amministrativo e burocratico, ha dell’incredibile: l’area naturale in Via Valacca ( nella foto ) infatti, è interessata, negli ultimi tempi, da mire di natura edilizia proprio su quei terreni, come ci spiega, in un comunicato stampa, Oreste Caroppo – responsabile del Forum Ambiente e Salute – che in toni poco rassicuranti esprime il giustificato disappunto per una tale situazione:

“ L’area sia sottoposta urgentemente al vincolo previsto per le aree di macchia mediterranea e gariga percorse dal fuoco. Il boschetto di via Valacca rappresenta un ottimo esempio di rinaturalizzazione spontanea e semi-spontanea con piante autoctone e altre non meno preziose da introduzione antropica. Un polmone verde da proteggere; la nostra natura sa resistere e reagire da millenni e millenni agli incendi, preoccupano invece mire edilizie su quei terreni, motivo per cui l’urgenza del vincolo. Dopo tali roghi insegna la migliore scienza forestale non si deve rimuovere nulla, né eradicare, tagliare o peggio arare ed entrare con altri mezzi meccanici in quei siti in cui la vita conservatasi sotto la cenere è pronta a riesplodere come la mitica Fenice che torna in vita ringiovanita dalle sue stesse ceneri. ”

Insomma, non solo siamo di fronte al preannunciato caos dovuto a continui roghi e incendi, ma ciò che si para di fronte è anche una vera e propria speculazione nei confronti di territori già devastati: è inutile dire che, l’importanza nella preservazione di territori che necessitano – per forza – di un rimboschimento è di fondamentale importanza.

Motivo questo, che dovrebbe spingere – in forza ostinata e contraria – associazioni ed istituzioni a bloccare in tempo utile tali disonorevoli mire: se le pubbliche amministrazioni si battono infatti a viso aperto per preservare la natura da qualsiasi pericolo – incendiario o meno che sia – ebbene questa è la giusta occasione per far sì che ciò possa accadere, tralasciando ove possibile – e si spera sia sempre così – contenziosi di natura puramente amministrativa e per lasciare spazio per l’appunto alla natura stessa, affinché quest’ultima possa riprendersi lo spazio che le è dovuto.

In poche parole, questi momenti di panico non si sprecano, anzi, stanno divenendo il pane quotidiano di una situazione non più al collasso, bensì già collassata, a onor del vero, da tempo.

È questo il momento puntuale, giusto, esatto per far sì che una questione seria come gli incendi in Salento e nella Puglia tutta, non divengano ben presto una vera e propria scusante per passare direttamente ad altro.

LA RICERCA nel nostro articolo del 28 luglio scorso. ______

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Category: Cronaca

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