LE VERITA’ NASCOSTE IN UN LIBRO SCOMODO. Il caso “Imprimatur” di Rachele Caracciolo

| 6 Novembre 2012 | 0 Comments

Il racconto di un uomo condannato al carcere duro si trasformò, per l’Austria del XIX secolo, in una lama destinata ad infliggere più danni di un’intera guerra. Era il 1831 quando Silvio Pellico infervorò gli animi dei giovani patrioti ed influenzò il movimento risorgimentale, pubblicando presso l’editore Bocca “Le Mie Prigioni”.

Nella primavera del 2001 il manoscritto di un thriller storico viene acquistato dalla Mondadori e pubblicato nel marzo dell’anno successivo. Si piazza al quarto posto tra i libri più venduti in Italia nonostante la scarsa pubblicità che lo aveva accompagnato.

“Imprimatur” ha preceduto di cinque anni l’uscita del “Codice da Vinci”  superandolo nelle classifiche  dei libri più venduti di molti paesi, tra cui Turchia, Bulgaria ed addirittura Corea.

Tradotto in 26 lingue ed in 60 paesi (traguardo raggiunto soltanto da un altro romanzo storico italiano, Il nome della Rosa), il libro non è attualmente acquistabile in Italia.

Non è questa un’insolita trovata pubblicitaria ma il frutto di una forte censura applicata nei confronti di Imprimatur a partire dalla seconda ristampa e conclusasi con la sparizione del libro non solo dagli scaffali delle librerie ma anche dai cataloghi dell’editore.

Gli autori, Rita Monaldi e Francesco Sorti, sciolgono il contratto con la casa editrice ed il caso esplode in tutto il mondo. In quasi tutto il mondo, poiché l’Italia resta sorda alle grida di solidarietà che in Europa ed oltre oceano accompagnano le peripezie dei due scrittori ormai esuli e che portano la vicenda al centro di un acceso dibattito alla Fiera Del Libro di Francoforte del 2006, in occasione dell’uscita del terzo libro dei due coniugi, Veritas.

La saga è destinata a comprendere sette thriller storici che raccontano la vita del cantante e diplomatico Atto Melani, vissuto tra il 600 ed il 700, ed in stretto contatto con papi e regnanti. I romanzi traggono spunto da documenti storici originali che gli autori puntigliosamente raccolgono in un appendice terminale.

E saranno paradossalmente proprio la veridicità e l’attendibilità del tema trattato, a condannare il romanzo ad una censura e ad un oblio incomprensibili per la stampa e per gli editori esteri.

Ma Imprimatur è molto più di un romanzo: i documenti portati alla luce dai due storici erano da secoli conservati (per non voler dire nascosti) nell’Archivio Segreto Vaticano e nell’Archivio di Stato Di Roma e raccontano una verità diversa da quella narrata dalla Chiesa e dai libri di scuola.

Protagonista vero del romanzo è infatti Papa Innocenzo XI, noto per il suo fondamentale contributo alla vittoria dei cristiani ed alla liberazione dell’Europa dai turchi e proclamato beato nel 1956.

Nel 2001, successivamente al tragico attentato alle Torri Gemelle, la Chiesa aveva avviato il suo processo di canonizzazione, quasi a sottolineare l’appoggio del Vaticano alla lotta contro il terrorismo islamico.

Monaldi e Sorti, con il loro romanzo, ridimensionano la figura del pontefice e colpiscono la sua reputazione accusandolo di aver prestato ingenti somme a Guglielmo D’Orange e di gravi crimini contro la Chiesa stessa.

Imprimatur è dunque un missile, puntato contro il Vaticano e l’Italia, nonostante i documenti storici forniti dai due scrittori, non sembra pronta a dar credito a qualsivoglia accusa nei confronti di un Papa.

Rapidamente tutto viene messo a tacere. La canonizzazione di Innocenzo XI è sostituita dalla beatificazione del suo factotum, Marco D’Aviano.

Monaldi e Sorti ironizzano amaramente sulla bravura dei giornalisti italiani che, nel porre l’accento sul forte significato di una beatificazione che avrebbe dovuto far tremare l’Islam, dimenticano di nominare il “Papa di Imprimatur”, <<come se in una biografia di Sancho Panza  non si nominasse mai Don Chisciotte>>.

Spariscono, dunque, le copie del libro, spariscono le critiche letterarie sul romanzo, spariscono anche i blog su internet, spariscono le richieste dei sempre più numerosi lettori insoddisfatti. Ma non sparisce la verità, né la forza di chi tenta di portarla a galla.

Ed è per questo che l’editore olandese  De Bezige Bij ha pubblicato anche in italiano Imprimatur vendendolo su internet (www.proxis.be).

Imprimatur, Secretum e Veritas, pubblicati rispettivamente nel 2002 nel 2004 e nel 2006, formano insieme agli altri 4 libri una frase: “ Imprimatur secretum veritas, mysterium unicum…”. Benché i titoli degli ultimi due libri siano gelosamente custoditi dagli autori, è già possibile intuire il principio cardine che ispira l’intera saga: “Si possono anche pubblicare tutti i segreti del mondo, ma la verità è sempre un mistero. Alla fine rimane solo…”

Category: Cultura

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