INTERVENTI DI IMBOSCHIMENTO A NARDO’ FRA REALTA’ E PROSPETTIVE
di Graziano De Tuglie __________
Lunedì 5 maggio è stato presentato, a Nardò, un progetto che prevede la piantumazione di quattromila nuovi alberi in zone a ridosso del centro urbano. Progetto che si inquadra nel programma di riforestazione della fondazione Sylva che si prefigge di agire nel campo della rigenerazione ambientale. L’incontro di è tenuto nella sala “Lorenzo Capone” della sede comunale di via Falcone, con l’intervento dell’assessore all’ambiente del Comune neritino Giulia Puglia, del presidente di Fondazione Sylva Luigi de Vecchi, dell’agronomo di Fondazione Sylva Giuditta Cantoro, della Chief Sustainability Officer CSO di Intesa Sanpaolo Paola Angeletti e del direttore generale di Fondazione Alberitalia Sergio Gallo.
Nell’incontro è stato illustrato l’intervento attuato su un terreno in via Borsellino dirimpetto proprio alla sede municipale e su un altro territorio della masseria Boncuri, di proprietà comunale, all’inizio della zona industriale di Nardò.
L’iniziativa, lodevole, rappresenta una parziale riparazione all’abbattimento di numerosissimi alberi nel tessuto urbano cittadino negli ultimi decenni e alla mancata osservanza della legge che prevede la messa a dimora di un albero per ogni nuovo nato. Negli ultimi trent’anni gli alberi da mettere a dimora per effetto dell’art.1 della legge 29 gennaio 1992, n. 113 e successive modifiche e integrazioni sarebbero dovuti essere circa ottomila, mentre circa un migliaio di essenze arboree, sono state eradicate senza sostituzione.
Bisogna pure rilevare che piantare alberi lungo le strade cittadine, dove è materialmente possibile, comporta benefici climatici importanti nelle nostre torride estati (e non solo) salentine con mitigazione delle temperature e anche un buon effetto sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico nonché di quello acustico; attività che richiede una solerte attenzione e una certosina individuazione delle aree idonee nel centro urbano lungo strade, piazze, piazzali e aiuole.
Inoltre essendo il comune di Nardò gestore del Parco Regionale di Porto Selvaggio, gli organi comunali dovrebbero agire concretamente per avviare un grande piano organico di sostituzione delle piante pioniere del Parco. Le pinete di Portoselvaggio furono impiantate 75 anni addietro per creare sui terreni rocciosi le condizioni adatte a boschi duraturi. Le piante Pioniere, nello specifico pini, hanno durata limitate e devono lasciare il posto alle essenze che possono poi costituire un bosco duraturo.
I pini, secondo gli esperti, hanno una durata media di un secolo e quindi a Portoselvaggio bisogna cominciare a pensare alla loro sostituzione. Intervento simile è stato completato nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia nella foresta Mercadante che è artificiale come Portoselvaggio. E’ intervento che non può più essere rimandato pena la desertificazione di Portoselvaggio.
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