L’INTERVENTO / LA DESTRA CREATIVA DEGLI ANNI SETTANTA-OTTANTA NON HA PIU’ NULLA DA SPARTIRE CON I MELONIANI POLTRONATI
di Augusto Grandi _________
(Rdl) _____________ Riproduciamo qui di seguito, con lo stesso titolo e con il consenso dell’autore, l’intervento postato oggi sui social dal direttore di ELECTO MAGAZINE Augusto Grandi, 69 anni, di Torino, giornalista e animatore culturale, perchè lo riteniamo vera e propria fotografia politica di attualità di tutta una generazione, cresciuta “a destra” negli anni Settanta e Ottanta fra Campi Hobbit, Gruppi di Ricerca Ecologica, musica alternativa, editoria, grafica e fumetti al fianco dell’impegno sociale. __________
Quanto vale, elettoralmente, la destra orfana degli Anni 70 e 80? Quella dei campi Hobbit, della creatività, dell’apertura al dialogo? Quella contro il Male Americano, quella che difendeva l’ambiente e sosteneva la Palestina, quella che non si inginocchiava davanti agli Agnelli? Poco o nulla. I sopravvissuti, sempre meno numerosi per ragioni anagrafiche, solo in parte votano ancora e non tutti per il partito al servizio di Washington e Tel Aviv della signora Meloni.
Dunque non solo è comprensibile ma è sacrosanto che i neomeloniani si distacchino da un passato che è stato anche il loro ma non lo è più. È quello che Marcello Veneziani ha definito come “realismo utile per governare”. Forse, però, Veneziani ha sbagliato. Perché realismo significherebbe basarsi sulla realtà. E invece la casta neomeloniana ignora completamente la realtà perché non ne fa parte.
Non è realismo rispondere alla puttanata pluriennale della “pastasciutta antifascista” con la brillante idea del “risotto anticomunista”. Due zoppi non fanno un campione dei 100 metri e due stupidi non fanno un intelligente.
Ma la casta neomeloniana è quella che pensa gli italiani al mare come clienti delle spiagge di Santanchè e Briatore; è quella che crede alla disinformazione del Tg5 su decine di milioni di italiani in vacanza quando sono in trasferta per un fine settimana o solo per una domenica fuori casa; è quella che non vede i bambini che muoiono di fame a Gaza (li ha visti persino il padrone Trump) ma si indigna per un paio di murales di celebrazioni per una senatrice danneggiati da chi non sopporta il genocidio dei palestinesi; è quella che protesta perché i giovani italiani non vogliono lavorare per poche centinaia di euro al mese.
Fuori dalla realtà. Ovviamente liberi di restarci, se tanto l’oppofinzione è quella di Picierno, Bersani, Schlein. Ma non è un bagno di realtà. Solo un nuovo poltronificio, in grado di eccitare gli animi di servi in cerca di padroni. E di poltrone, seggiole, cadreghe, strapuntini. Senza un’idea, senza un progetto che non sia il mantenimento del potere. Per costruire un mondo nuovo? No, per garantire il futuro dei propri famigliari e famigli.
Category: Costume e società, Cultura, Politica
Ho fatto parte della generazione che negli anni 70/80 militava a destra. Ho partecipato con entusiasmo al primo Campo Hobbit a Montesarchio, in provincia di Salerno organizzato da Simeone, colui che ci permise quando avevo 16 anni di uscire a Lecce con un giornale “L’Altenativa Lecce” supplemento de:”L’Alternativa”. Il libro il Signore degli anelli, non sono riuscito a finirlo di leggere, mi annoiava troppo. Né son riuscito a comprendere cosa avesse a che fare con la giovane destra, quanto meno quella militante. La mia impressione è che in diverse città il Fronte della Gioventù si limitasse a chiudersi in sede e leggere libri di fantascienza. Le nostre letture a Lecce erano altre e tutte legate alla lotta politica, da quelle che servivano a ribaltare la narrazione che I partiti antifascisti facevano del Ventennio, senza per questo rivendicarlo, ma solo per il piacere di inchiodarli alle loro responsabilità. Testi come: Italia fascista in piedi, di Tripodu, Sciacalli di Puglionisi, Sangue chiama sangue e la Generazione che non si arrese di Pisanó. DI critica Al comunismo, come Quel che non ha capito Karl Marx di Plebe. Poi cercammo di fare una sintesi di autori che pur essendo tutti catalogato come di destra erano molto distanti tra loro. Dal cattolicissimo Codreanu, al “pagano” Evola, da Prezzolini a Gentile, da Del Noce… Troppi per citarli tutti. Questo mentre per circa due anni riuscimmo a prendere in mano le scuole medie superiori e le piazze di Lecce. L’università no, ma per spiegare ciò servirebbe troppo spazio e dovremmo dare dei dispiaceri a personaggi che oggi sono in voga. Poi a Lecce venne Pintor, dopo di lui le sparatorie e le molotov… E I ragazzini del Fronte della Gioventù composto d14enni, sino ai17enni, guidati da 20enni furono lasciati soli, con un partito che di fronte alle violenze comunisti è la supporto a queste di Cgil, Magistratura Democratica, giornali di sinistra, persino in libricino su quel 12 novembre del “77, ecc. Non sapeva che pesci prendere. Altro che lettura del Signore degli Anelli. Io all’epoca ero tra quelli più vecchi, avevo 17 anni, e ringrazio quei ragazzi che avevano 4 anni più di me che mi hanno dimostrato che si poteva vincere, senza bisogno di abiurare, ma portando avanti con coraggio e in mezzo alla gente le nostre idee, senza le stupidate di simboli, di saluti o di frasi nostalgiche, come ci fu insegnato dai più grandi in quei due bellissimi anni di militanza politica.