POLVERE DI STELLE / YUL BRYNNER, IL FASCINO DELLA TESTA SENZA CAPELLI
di Elena Vada _____________
Il primo a dimostrare che la “crapa pelata” dà fascino ad un uomo, è stato l’ attore (russo/americano) YUL BRYNNER, che, in realtà, non era affatto calvo.
Quel look, abbracciato in seguito da moltissime star di Hollywood (The Rock, Vin Diesel, Jason Statham, Michael Keaton, eccetera) fu detto alla “Yul Brynner”, ed è di lui che parleremo oggi.
Julij Borisovič Briner, noto come Yul Brynner, talvolta scritto anche Brinner (in russo Юлий Борисович Бринер, nacque a Vladivostok Primorskaya Oblast (Siberia), Russia, da padre russo-mongolo di origine svizzera (il nonno paterno era un ingegnere minerario, che si era trasferito a Vladivostok) e da madre russa, con ascendenze buriate e rom (tzigane) l’ 11 luglio 1915.
… oppure nel 1920 sull’isola russa di Sachalin, col nome di Tadje Khan….
Ci sono più versioni della biografia di Briynner.
Non si sa nulla di preciso.
Certo che la sua storia ha un che di misterioso e affascinante, che neppure la biografia ufficiale, “Yul, the man who would be king” (Yul, l’ uomo che sarebbe diventato re), scritta dal figlio Yul Jr. “Rock”, chiarisce.
In gioventù, forse per via del sangue zingaro che gli scorreva nelle vene, girò per mezzo mondo: Svizzera, Francia, Inghilterra, Cina, facendo lavori saltuari: svogliato studente alla Sorbona (Parigi), macchinista teatrale, trapezista al circo, chitarrista nei locali notturni, stunt per il cinema.
Posò anche come modello per il famoso fotografo George Platt Lynes, in una serie di celebri foto di nudo integrale, che però furono rese pubbliche solo dopo la sua morte.
Nel 1940 si trasferì negli Stati Uniti.
A New York studiò teatro con la compagnia di Michail Aleksandrovic Cechov (il meglio del meglio).
In teatro ha rappresentato 3426 volte il celebre musical The King and I, poi tradotto per il cinema nel 1956 (Il Re e io) e che gli valse l’Oscar come miglior attore dell’anno.
Regia di Walter Lang, coprotagonista Deborah Kerr.
Il film riscosse un grande successo e lanciò l’attore anche sul grande schermo.
Nel ricevere il premio Oscar, dalle mani di Anna Magnani, Brynner disse: “Spero non sia un errore, perché non lo darò indietro per nulla al mondo”.
Uomo egocentrico ed egoista.
Attore eccentrico, amante del lusso e di se stesso, fu un convinto maschilista, sempre pronto a manifestare questo suo ideale, anche in pubblico.
Disse: – “Le donne hanno un vantaggio nei confronti degli uomini: se non possono avere ciò che desiderano attraverso l’intelligenza, possono ottenerlo attraverso la loro innata stupidità”.
Ebbe molte amanti, spesso con relazioni brevissime, anche durante i matrimoni: Marilyn Monroe, Joan Crawford, Marlene Dietrich, Ingrid Bergman, Gina Lollobrigida, Claire Bloom, Katy Jurado, Anita Ekberg, Judy Garland, Anne Baxter, Tallulah Bankhead, Nancy Reagan, Vicki Hodge, con la modella Nancy Berg e la ballerina Lili St. Cyr.
Sposato quattro volte con tre divorzi: Virginia Gilmore (un figlio: Yul jr., noto come “Rock”), Doris Kleiner (una figlia: Victoria), Jacqueline de Croisset (due figli vietnamiti adottati: Mia e Melody), Kathy Lee. Altra figlia, Lark, nata fuori dal secondo matrimonio con Doris Kleiner, ma ugualmente allevata dalla moglie.
La capigliatura di Brynner, anche se non folta era comunque presente, ma egli si rasava ogni qualvolta affrontava le scene (precocemente stempiato?). Coi capelli non convinceva. Non piaceva
Attraverso il look della testa rasata, inusuale negli anni cinquanta, attirò su di se l’ attenzione e lo sguardo ammirato di milioni di spettatori, soprattutto spettatrici.
Bell’uomo, dalla corporatura scolpita e con uno sguardo magnetico, penetrante, che ammaliava. Inoltre aveva tratti somatici esotici, dovuti alle sue origini asiatiche, che lo rendevano affascinante.
Senza dubbio un sex-symbol.
Poteva interpretare ruoli drammatici o leggeri. Dava il meglio di se nei personaggi forti, duri, autoritari, carismatici, perfetto all’interno di vicende eroiche, raccontate in film biblici, di guerra o western.
Fu il Re dei Kolossal, stabilendo un singolare primato per Hollywood: interpretò consecutivamente, otto personaggi in costume, in altrettanti Kolossal, dal 1956 al 1963.
Lo ricordiamo nel 1956 in un ruolo fondamentale per la sua carriera: quello del Faraone Ramses II, nel kolossal “I dieci comandamenti”.
Magistrale la sua interpretazione, che lo consacrò nel panorama delle nuove Stelle Hollywoodiane.
Nello stesso anno fu interprete di ‘Anastasia’ in cui recitò al fianco di Ingrid Bergman.
Da segnalare la sua partecipazione al Kolossal ‘Salomone e la regina di Saba’ (1959), al fianco di Gina Lollobrigida.
Nel 1960 è il pistolero Chris Adams nel film ‘Imagnifici sette‘, indimenticabile western, diretto da John Sturges, che aveva un cast eccezionale: Steve McQeen (con cui litigò), Charles Bronson, James Coburn, Eli Wallach, Robert Vaughn, Brad Dexter, Horst Buchholz.
Fantastica la colonna sonora, entrata nella storia del cinema.
Il film, ispirato a ‘I sette samurai’ di Akira Kurosawa, ottenne un successo enorme in tutto il mondo. (Accora attuale, ne consiglio la visione).
In ‘Taras Bulba’ (1962), nessuno meglio di lui poteva interpretare un tartaro, con quella sensualità barbara che Brynner, certamente, possedeva.
Negli anni sessanta recitò in film di grande successo come ‘I morituri’ (1965), al fianco di Marlon Brando, e ‘La pazza di Chaillot’ (1969), con Katherine Hepburn.
Negli anni settanta, cominciò ad interpretare film di fantascienza (stavano emergendo), come “Il mondo dei robot” (1973) di Crichton e “Gli avventurieri del pianeta Terra” (1975) di Clouse.
Partecipò anche ad un film del genere poliziesco all’ italiana, accanto a Barbara Bouchet e Massimo Ranieri, dal titolo ‘Con la rabbia agli occhi’ (1976), girato tra New York e Napoli.
Accanito fumatore fino al 1971 (oltre 80 sigarette al giorno) nel 1985 Brynner si ammalò di cancro ai polmoni.
Venuto a sapere delle sue condizioni (ormai troppo tardi per essere curato), il 7 gennaio 1985 registrò un video nel quale lanciava un avvertimento sui danni provocati dal fumo, con la richiesta che venisse divulgato dopo la sua morte.
Ricoverato al New York-Presbyterian Weill Cornell Medical Center, morì il 10 ottobre 1985 a New York, USA.
Brynner fu cremato. Le sue ceneri portate in Francia nel cimitero del monastero di Saint-Michel-de-Bois-Aubry, tra Tours e Poitiers.
Yul Brynner è sempre stato molto vicino al popolo e alla cultura rom ed è stato presidente onorario dell’Unione Mondiale Rom.
Si convertì al buddismo.
Senza dubbio attore eccezionale.
Uomo di forte temperamento e dal fascino esotico, ma in quanto a simpatia personale…
Il giornalista Jeffrey Bernard disse di lui:
“Una delle più colossali merde che abbia mai conosciuto da quando lavoro nell’ambiente dello spettacolo. Un vero maiale”
No comment!
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( 43 – continua )
Category: Cultura
Bellissima biografia.
Interessantissima
Lo so, lo so, sono “rasato” anche io. Ma che persona…