PROROGA DI DUE MESI PER I PRECARI DELLA ASL

| 30 Ottobre 2014 | 1 Comment

(c.m.) Scadono domani 31 ottobre i 289 contratti del personale sanitario a tempo determinato. La direzione della Asl, in zona Cesarini, ha autorizzato una proroga fino alla fine dell’anno. Una proroga di due mesi –  sottolineano i vertici dell’azienda sanitaria –  che si giustifica con la necessità di garantire la continuità dei servizi essenziali.

Si tratta di 116 dirigenti medici e farmacisti; 129 infermieri, operatori socio sanitari, collaboratori professionali e tecnici; 44 fra operatori socio-sanitari e autisti.

Per adottare il provvedimento-tampone, l’azienda ha dovuto operare una revisione della spesa storica (da gennaio a ottobre 2014) al fine di verificarne la compatibilità con il limite di spesa fissato dalla legge (50 per cento della spesa corrispondente nell’esercizio 2009).

Al termine della ricognizione delle risorse si è preso atto che 24 lavoratori (operatori sociosanitari e autisti) che hanno compiuto dodici mesi di servizio cesseranno il loro contratto e a questi subentreranno altri lavoratori mediante scorrimento della graduatoria. Un limite, quello dei dodici mesi di servizio, adottato dall’azienda e condiviso (così fanno sapere dalla Asl) dai sindacati.

La proroga fino al 31 dicembre è stata accordata anche a 14 fra operatori tecnici e autisti che non hanno compiuto i dodici mesi di servizio (per la frazione rimanente).

La previsione formulata dalla Asl in aprile 2014, che attendeva già dal 1° luglio l’arrivo di infermieri in mobilità regionale, è stata vanificata dal carattere limitato delle deroghe e dal ritardo delle decisioni governative, pervenute in agosto.

Category: Costume e società

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Comments (1)

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  1. redazione ha detto:

    SULLA SITUAZIONE ABBIAMO RICEVUTO IL COMMENTO DI GIUSEPPE MELISSANO, SINDACALISTA DELLA CISL, CHE QUI DI SEGUITO VOLENTIERI PUBBLICHIAMO:

    «Il personale sanitario e gli Operatori socio-sanitari sono il motore che consentono al cittadino di ricevere le prestazioni corrette e professionalmente adeguate. la Asl di Lecce ha bisogno di risorse umane per garantire i servizi. Risonanze, Tac, sedute operatorie, visite ambulatoriali, assistenza al paziente, interventi di emergenza rappresentano le criticità a cui bisogna far fronte.
    Il personale mal distribuito va riorganizzato e soprattutto gli operatori cessati devono essere rimpiazzati con forze fresche.
    La media di età degli operatori a tempo indeterminato va oltre i 52 anni e solo il personale a tempo determinato (quasi giovani) fa scendere tale media. Ma si stratta di personale precario che resta in servizio il tempo necessario per la sostituzione di personale assente per malattia oppure per incarico su posto vacante.
    Ci si chiede quanto durerà questo sistema che garantisce servizi pubblici con il precariato.
    Di fatto, servizi pubblici precari. Perché le prestazioni rese da quegli operatori precari non potranno essere certe e continuative nel tempo. Tanto è vero che se la Asl avesse proceduto al licenziamento di 347 unità (tutti precari) ci saremmo trovati a non garantire migliaia di prestazioni vitali per il sistema sanitario come i Pronto soccorso, i turni del personale nei reparti, radiologie, laboratori analisi, senza contare degli screening importantissimi per diagnosticare e tenere sotto osservazione i tumori.
    Quindi occorre che la Asl si impegni di più per assumere a tempo interminato.
    Le deroghe sono state autorizzate (201 posti), alcune graduatorie sono pronte, le risorse economiche sono disponibili nel bilancio della Asl quindi è possibile e necessario assumere il personale. E’ un paradosso: la Asl ha i soldi per assumere a tempo interminato ma resta vincolata al limite di spesa per quel personale a tempo determinato (50% della spesa del 2009).
    Anche se il personale autorizzato è insufficiente al fabbisogno, la soluzione garantirebbe la funzionalità dei servizi in forma stabile con professionalità avviate a cicli di formazione duraturi e nello stesso tempo libererebbe risorse economiche per fronteggiare l’emergenza delle sostituzioni di personale assente senza pensare a rinnovare gli incarichi di mese in mese con la paura di non poter garantire i servizi».

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