TRAGEDIA IN MARE: 700 VITTIME STRAGE ANNUNCIATA, DI CHI E’ LA COLPA?

| 19 Aprile 2015 | 0 Comments

La strage più grave del dopoguerra. Quella avvenuta stanotte nel canale di Sicilia, a 60 miglia a nord della Libia, in cui si ipotizza abbiano perso la vita 700 migranti, è una vera e propria “ecatombe”. Peggiore anche della strage di Lampedusa del 3 giugno 2013, che fece 366 morti e 20 dispersi.

Ci troviamo davanti – afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una nota – a una tragedia immane che deve scuotere la comunità internazionale e richiama all’impegno i Paesi dell’Unione Europea».

Il premier Renzi parlando a Mantava dove sta inaugurando la campagna elettorale, dichiara: «Come si fa a restare insensibili di fronte a quelle ragazze che in Nigeria sono state rapite un anno fa da Boko Haram? Come si fa a restare insensibili al dolore di intere generazioni che muoiono, in un tempo in cui la comunicazione globale ci impone di sapere tutto? Ma è qui – osserva il premier- che si gioca il dramma e la bellezza della politica».

 

Maroni già Ministro degli interni ha scritto: “C’è un solo modo per evitare queste tragedie: bloccare le partenze. Io l’ho fatto quando ero Ministro. Il Governo italiano deve smetterla con chiacchiere e lamenti ipocriti e pretendere che l’Europa faccia due cose: primo, blocco navale di fronte alle coste della Libia, secondo, allestire campi profughi sulle coste africane per prendersi cura e tenere lì chi scappa dalle guerre e vuole prendere un barcone per venire in Italia».

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati parla di «un’ecatombe senza precedenti». E subito si rincorrono le reazioni politiche. Dalla commozione di Renzi («Nel Mediterraneo tutti i giorni c’è una strage, come restare insensibili?») agli attacchi di Salvini («Altri morti sulle coscienze del premier e di Alfano»). Mentre Papa Francesco, nell’Angelus della domenica, fa appello alla comunità internazionale perché «agisca con decisione» per evitare altri disastri e ricorda che le vittime «sono uomini e donne come noi, fratelli nostri, affamati, perseguitati, vittime di guerra, sfruttati che cercano una vita migliore».

IL PREMIER DI MALTA: È UN GENOCIDIO

«Le bande di criminali che mettono le persone sulle barche, a volte anche sotto la minaccia delle armi, le mandano verso la morte, davvero», ha detto il premier maltese Joseph Muscat alla Cnn, aggiungendo che «è un genocidio, niente altro che un genocidio». «I nostri militari, assieme alla Marina italiana, stanno letteralmente cercando tra i cadaveri per trovare qualcuno ancora in vita».

Category: Costume e società

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