LO STATO RIPRENDA LA SOVRANITA’ MONETARIA, CREI E IMPIEGHI COSI’ IL DENARO CHE SERVE PER LA MESSA IN SICUREZZA DEL NOSTRO TERRITORIO

| 29 Agosto 2016 | 0 Comments

di Cosimo Massaro * (scrittore – per leccecronaca.it)______

Siamo al paradosso: siamo aggrappati alle disgrazie naturali per fa ripartire l’economia.

Mi riferisco a quello che ha detto l’ altro giorno Bruno Vespa durante il suo programma televisivo, riferendosi al terremoto: “…Ingegnere, tanto questa sarebbe una bella botta di ripresa per l’economia, perché pensi l’edilizia cosa potrebbe fare, cioè una cosa virtuosa”;

e alla chiosa di rimando del Ministro Del Rio, ospite della trasmissione:“..Adesso l’Aquila è il più grosso cantiere d’Europa, di fatto anche l’Emilia è un grandissimo cantiere in crescita, farà P.I.L”.

Quindi per far ripartire l’Italia dobbiamo aspettare che accadano delle disgrazie, con centinaia di morti, vite spezzate e famiglie distrutte per far innalzare il P.I.L.

Assurdo! Inconcepibile!

Siamo talmente bombardati da una miriade di informazioni, che siamo assuefatti, al punto di non riuscire più a scandalizzarci di nulla.

Dichiarazioni di questo tipo dovrebbero far venire i brividi.

Ormai il cinismo ha raggiunto livelli inquietanti.

Ma la vera Italia non è quella che ci trasmettono attraverso gli schermi televisivi collocati davanti ai divani. Quella è l’Italia che vogliono rifilarci, solo il riflesso negativo dello spirito dei popoli italici.

La solidarietà da parte di tutto il popolo italiano nei confronti delle popolazioni colpite dal tremendo terremoto, come al solito è stata grande.

Nei momenti più difficili facciamo uscire il meglio di noi.

Ora in questo momento particolarmente duro per gli abitanti coinvolti nella tragedia, sarebbe il caso che Mario Draghi stampi tutta la moneta che serve per sostenere le operazioni di soccorso e per ricostruire tutto.

Vorrei ricordare a Renzi e al suo governo che il denaro viene generato dal nulla dal sistema bancario, quindi si deve pretendere tutto ciò che serve per sostenere in primo luogo la vita umana e in seguito tutto il patrimonio storico culturale.

Non abbiamo bisogno dei terremoti per far ripartire la nostra economia.

Per contribuire allo sviluppo economico potremmo prendere spunto dal progetto di consolidamento pensato già dai Borbone, per consolidare tutti i centri abitati costruiti nelle zone a rischio sismico.

Sicuramente è giunto il tempo che il termine borbonico, utilizzato in senso spregiativo per denigrare il meridione d’Italia, venga abolito, e questo è un altro dei vari primati raggiunti dal Regno Delle Due Sicilie che confermano il loro stato di avanzamento tecnologico.

Attualmente, l’unica ragione per la quale manca il denaro nell’economia reale è perché non lo vogliono dare: non esistono miniere di denaro, non abbiamo bisogno di cercarlo chissà dove e non dobbiamo aspettare che cada dal cielo, perché la moneta, effettivamente, la si crea da nulla e per tale motivo dovrebbe essere gestita e distribuita secondo le esigenze funzionali alla cultura della vita e non della morte.

Certo se avessimo la sovranità monetaria non avremmo bisogno di andarci ad inginocchiare ai piedi dei banchieri per chiedere quello che ci è dovuto per diritto naturale, ma, purtroppo, per ora è così.

I banchieri attualmente generano denaro solo per salvare il loro sistema bancario, per salvarsi fra di loro e per spostare ricchezza reale sempre più nelle loro mani e in quelle dei loro camerieri, cioè i politici di turno, come era solito definirli il grande poeta Ezra Pound (nella foto, durante l’ incontro del 1967 con Pier Paolo Pasolini, che gli recita in segno di ossequio il carme ‘Contro l’ usura’).

La verità è che si potrebbe generare tutto il denaro che serve, senza indebitare nessuno, per mettere in sicurezza tutto il nostro patrimonio storico culturale e tutto il sistema idrogeologico prima che avvengano altre sciagure.

Questo sì che genererebbe vera ricchezza senza ricadere sulle spalle di nessuno attraverso il debito, oppure sulle tragedie altrui.

 

Category: Cronaca, Politica

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