AL VIA UN BEL PROGETTO DI INTEGRAZIONE PER I DETENUTI / A BORGO SAN NICOLA MATURA LA SPERANZA

| 2 Settembre 2016 | 0 Comments

di Francesca Pagliara______

Coltivare pomodori nel “deserto” della casa circondariale “Borgo San Nicola di Lecce” e far rinascere la speranza: per un futuro possibile, una riabilitazione vera; un sistema carcerario “sostenibile”.

E’ l’obiettivo che è stato stabilito e raggiunto dal progetto per la coltivazione di ortaggi in serra in carcere ideato da Maria Antonietta Zecca (nella foto), con il supporto della cooperativa San Rocco di Leverano e fortemente voluto da Rita Russo, direttore della casa circondariale leccese.

Il progetto si sostiene tramite le somme destinate ad “impresa intramuraria” accantonate in Cassa-ammende.

A partire dal mese di Dicembre 2015 sono state avviate le attività di formazione in aula dei detenuti e di realizzazione di una serra, montata all’interno del perimetro di sicurezza di Borgo san Nicola.

Mille metri quadri coltivabili, suddivisi in due settori da cinquecento metri l’uno.

Dal lunedì al venerdì all’interno della serra e nel rispetto di rigide regole di protocollo, quindici detenuti, suddivisi in due squadre, hanno preparato il terreno per far attecchire le colture, hanno piantato circa 2200 piante di pomodori ed iniziato a raccogliere ortaggi.

Una vera catena di montaggio.

<<Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto>> ha dichiarati il tutor, l’ agrotecnico Luigi Zecca <<la produzione è stimata fra i quaranta ed i quarantacinque quintali di pomodori suddivisi fra “insalataro” e “cigliegino”>>.

<<Si tratta di un risultato che ha stupito prima di tutto i detenuti stessi che, per la prima volta, hanno potuto toccare con mano i frutti del loro lavoro>> ha precisato l’ideatrice del progetto Maria Antonietta Zecca, da un trentennio impegnata nello sviluppo di imprese sociali e di marketing <<la terra, il duro lavoro nei campi, ha lo straordinario potere di far diventare le persone migliori. Fa capire come si ottengano risultati con il sudore della fronte, l’impegno e la pazienza. In più si crea economia e, in questo modo, la società ne trae benefici>>.

Insegnamenti che servono sempre.

“Verso una nuova identità” prevede infatti, oltre alla formazione in aula e il lavoro in serra, una terza fase: la vendita dei pomodori alla mensa del carcere. Il progetto, in questo modo, si auto sostiene.

<<E’ un’idea che ci è sembrata fondamentale per il percorso trattamentale dei detenuti>> fa sapere il direttore della casa circondariale di Borgo san Nicola, la dottoressa Russo. <<E’ un’attività che in poco tempo dimostra cosa si può ottenere imparando un mestiere. La terra, i frutti te li fa vedere e, se sono buoni, nessuno può dire il contrario indipendentemente da chi li coltiva; un libero cittadino o meno>>.

I detenuti sono uomini come altri, uomini che hanno fatto degli errori e che li stanno pagando ma pur sempre esseri umani. La vita può essere strana a volte, può portarti a fare cose che non pensavi, certe volte non ti fa vedere altro che un buio pesto.

E allora fai degli errori e ti trovi a dividere una cella di quattro metri per quattro con altri come te, con altre storie dietro.

Ti rimane poco da fare, solo tanto tempo per pensare, puoi continuare su quella strada o puoi capire che vuoi essere diverso. E allora queste opportunità ti servono, ti fanno sentire utile a qualcosa e capisci che quella società che hai danneggiato tempo prima, forse non è così male. Forse ci sono persone che possono credere in te, come non era mai successo. E allora sì, che inizierai a sentirti vivo di nuovo.

A raccogliere i primi frutti. Dalla terra, e dall’anima. Da lì parte la tua rinascita.

Category: Cronaca

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