Comunque Vada… / IL RITO DELLA SPESA DEL SABATO TURBATO DA UNA SCONVOLGENTE NOVITA’

| 9 Ottobre 2016 | 1 Comment

di Elena Vada______

Al sabato ci si sveglia presto in casa Scognamiglio.

Per Marì e Antonio doppio o triplo appuntamento, per le compere del fine settimana. Prestissimo, si va al mercato grande, che a Torino si chiama “Porta Palazzo”, dove bisogna avere, minino, una “laurea” in mercatologia (scienza delle più apprezzate), in quanto si devono mettere in atto una serie di strategie, avere competenze, esperienza, scaltrezza, sapere due o tre lingue… avere l’occhio lungo e la mano veloce.

L’auto deve essere parcheggiata, (ed è già un miracolo per chi ci riesce) in modo da non essere né vicina, né lontana, per poter essere protetta da scippi, ma caricata agevolmente, a mano a mano che si acquista. I denari, i soldi, vanno distribuiti, a seconda la pezzatura: nel borsello, nel reggiseno, nelle tasche interne. Solo gli spiccioli, di vario conio, (già contati) stanno nel portamonete, nella mano destra, quasi sotto l’ascella.

È esclusa la borsetta.

La mappa del mercato, con i vari banchi, Marì ce l’ha disegnata in testa.

Lato destro sotto l’orologio: verdurieri; lato destro, ma vicino allo fontanella: il fruttivendolo. Tutti arabi o marocchini, parlano due parole per lingua, compreso il napoletano. Le olive buone, i salumi e i formaggi, da Don Ciccio vicino alla Chiesa. Infine pesce e carne, al mercato coperto. Poi ci si guarda un po’ in giro per aggiungere le primizie: i funghi, le noci, le castagne, i cachi. Queste vengono separate e conservate in una borsa non facilmente raggiungibile e identificabile dai figli, quasi a proteggere il “tesoretto”.

Seconda tappa del sabato mattina: L’ Ipermercato.

Qui si fa incetta di sapone, detersivi, marmellate, biscotti, merendine, zucchero, farina, caffè e similari (ma tutto in OFFERTA SPECIALE). Don Antonio, a questo punto, tira sempre fuori dalla tasca una specie di pergamena dove, i suoi figli: Giusy ed Ale, hanno scritto i prodotti particolari da comprare, per loro. (Che ci vuole una vita per trovarli !!!!).

“Yogurt di capra Andina, magro”…. Antonio butta all’aria tutto il reparto latticini, per poi scoprire che quella è una crema per il viso.

“Cross Craft” e, Antonio, va a cercarla nei dopo-barba: ma quello è un formaggio spalmabile…. E così via.

Le parolacce, mormorate come un rosario, si sprecano. Poi, alla cassa, c’è il finale dello spettacolo. Antonio deve pagare col Bancomat. Per lui, pagare col quella “cartuscella”, (così la chiama) vuol dire aver sforato il budget di spesa per quel sabato. Ovvero, Marì ha esagerato come sempre, e sempre tutto per i figli. Paga infastidito, poi va al reparto “FERRAMENTA” e compra una latta di liquido anti-gelo per l’auto, e altre cose che non si sa bene se gli servano davvero, o le prenda per darsi un po’ d’importanza.

Finito… Anche per questo sabato, il rito “della spesa” è finito!

Saliti in macchina, tutto caricato per bene, carrello a posto, ecco l’urlo di Marì :-”Abbiamo dimenticato la carta igienica!”

”..Eeeeeeh! Vi pulite col giornale, come ai tempi nostri, oppure col dito.. se non vi va bene…” e Antonio si fa una bella risata consolatoria, mentre Marì scuote la testa.

Arrivati a casa, nel cortile del garage, gli Scognamiglio “strimpellano”: il campanello del citofono, quello del garage, il clackson della macchina, manca la fanfara. Marì urla in direzione del balcone sul cortile:”Ciusy, Ciusy, Ale, Alessandro!!!!!”

I vicini sono tutti affacciati, perché vederli scaricare è uno spasso…Le bottiglie di acqua minerale non finiscono mai…Quelle di olio per friggere pure…E i rotoli di carta anche…. Sembrano che vivano in dodici e sono solo in quattro.

Marì, sale al suo piano con il pesce in mano, lo deve mettere subito nel lavello per pulirlo.

Aprite sta porta, Maronna, ma site surd???”

Giusy va ad aprire…La casa è tutta in ordine e si sente un buon odore di caffè (Mary pensa a quell’aroma consolatorio che la rinfrancherà). Però l’atmosfera è strana: nessuna musica assordante, televisione spenta, porta del bagno chiusa, soggiorno tutto spolverato ed ordinato, cuscini compresi…Ma?!

Alessandro e Giusy, guardando verso il sofà, annunciano: ”Mamma, ti presentiamo Raissa e Alissa”

Marì, con un totano che scappa a sinistra e un calamaro a destra…Guarda bene le due ragazze, muta…Poi si fa coraggio e dice, fievolmente:”Piacerrrr…..la mano non ve la posso dare, mi spiace, aspettate un momento…!”

Con gli occhi, la bocca, la faccia, il sedere… con tutto il corpo insomma, fa cenno ai figli di accompagnarla in cucina.

In cucina chiede con volto sfigurato da morbosa, sdegnosa e infastidita curiosità:”eeeeeee chi sarebbero queste? Amiche vostre? Voi le avete invitate? E da dove arrivano così conciate? Dove le avete trovate? Chi le ha chiamate? Cosa vogliono? Lo sanno che le persone educate se ne vanno a mezzogiorno? Ma lo sanno che è mezzogiorno? Da quando stanno qui in casa nostra? Come fanno avere il nostro indirizzo?…. Ma, insomma si può sapere chi sono? Ditemi qualcosa? State zitti come due merluzzi, allora…… mo’ vag io a sentì…”.

I figli sono agitati, ma non hanno il tempo materiale di dare spiegazioni. La madre li travolge con tutte quelle domande a valanga, che non lasciano spazio a risposte. Insomma, vorrebbero pensarci per dire le cose garbatamente, ma, l’irruenza della mamma, non lo permette. Così, tutto d’un fiato quasi in coro e a mitraglietta, dicono:”Non sono amiche nostre, ma di papà… lui le ha mandate a chiamare, arrivano dalla Russia e sanno parlare un po’ d’ italiano perché il loro nonno era di qui, reduce della Grande Guerra”.

CHE??? e chi le ha mandate a chiamare? per farne che? Ma è ascit pazz???? (è diventato matto?)”

Intanto arriva anche Don Antonio.

Marì, come lo vede, si fa venire “na mossa” (svenimento recitato).

Si butta su una sedia, gli occhi riversi, la testa a ciondoloni, la voce emana uno strano lamento con singhiozzo. Nomina, sommessamente, tutti i Santi e le Madonne che conosce, alternati a parolacce in dialetto napoletano, (rivolte a suo marito, ovvio) irripetibili.

Intanto…. Chi le regge la testa, chi le fa vento, chi le mette una “pezza” bagnata in testa, chi va a prendere l’aceto. La sceneggiata è perfetta…Ma Antonio c’è abituato…Quanto meno conosce questa messa in scena della moglie, allora aspetta che tutto si calmi.

Le fanciulle russe, vengono accompagnate a fare un giro di perlustrazione dei dintorni, dal figlio della portiera, che ne è ben felice.

Nel silenzio del salotto, dove sono tutti riuniti, Antonio, prende la parola: -”Marì, statte cheta, hai fatto succedere o “terremoto e Messina”!!!. Queste due ragazze erano tra quelle foto che avevi visto. Le abbiamo scelte perché sono un po’ italiane. Sono brave ragazze, adesso le facciamo incontrare a Vincenzo, tuo cugino, che è ora che si sposi. Ha trentotto anni.”

Marì:-”Ma come? sono due? e chi le tiene? Noi, naturalmente…Tu sei sempre grandioso!”

-”Ma no, ma no, Vincenzo ha il Salone di Bellezza e vedrai che le fa lavorare li…Così intanto sceglie…E poi, si sposa. Marì, tutto s’aggiusta! Vedrai…Tutto s’aggiusta, con un po’ di calma…Che diamine, ci vuole un po’ di altruismo e carità”.

Marì non è per nulla tranquilla. Pensa a quello cui andrà incontro. Il trambusto in casa, estranee che vanno e vengono. Si fa il Segno della Croce, davanti all’Immaginetta di San Gennaro…E prega davvero, mentre prepara il famoso “pesce del mercato”…Non vede l’ora di conoscere, di persona, le due russe: Raissa ed Alissa , così ne capirà di più e magari potrà giudicare meglio…E pure noi, con lei.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura

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  1. Giuseppina Cerbone ha detto:

    brava!

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