”Edulcorare il passato esprime l’insoddisfazione del presente”. OPERAZIONE NOSTALGIA, leccecronaca.it E’ ANDATA A CURIOSARE FRA I PROFILI FACEBOOK DI QUESTO FENOMENO SOCIAL

| 20 Aprile 2024 | 1 Comment

di Giuseppe Puppo _______ 

Postano le foto, cui il tempo ruba i contorni, di quando erano ragazzi, quando beltà splendea negli occhi loro ridenti e fuggitivi. Negli ultimi tempi, è diventata una mania, diciamo pure una malattia, ma non in senso clinico, bensì come predominio assoluto e spropositato di un sentimento atavico, che però periodicamente prende il sopravvento su tutti gli altri, contagiosa.

Su Facebook specie in questi giorni impazza, fra i miei amici, fra i quali, notato il fenomeno, ho fatto una empirica, ma credo significativa, rapida verifica, curiosando fra i loro profili.

Oppure ricordano i loro amori giovanili. Mettono immagini dei tempi andati, di giochi, mode e costumi dell’epoca. Trasformano ricorrenze in bilanci che non quadrano, avvenimenti in ricorrenze che non gradiscono.

Vengono da esperienze diverse e formazioni differenti, il dato anagrafico, diciamo sugli ’anta’, è tutto quel che li accomuna, nostalgia a parte. Too old to rock’n’roll too young to die sembrano così a lunghi tratti come vivere nel passato.

L’estate. Il mare, le discoteche all’aperto, la scuola chiusa, le feste. Era la stagione più bella, col caldo che non era mai troppo caldo come oggi e i temporali improvvisi non facevano paura anzi, era persino un sollievo rimanere sotto la pioggia con lo sguardo rivolto al cielo e l’odore dell’erba bagnata che riempiva l’aria. I pomeriggi non finivano mai.

Mimmo Giglio

1976! I miei 13 anni! Il mio primo anno di Liceo…e mi vedevo già col mio futuro marito, davanti a quel jukebox in piazza Palio nelle giornate calde di primavera…(marinando scuola)…io 13, lui 18…(reato oramai prescritto)

Jenny Perrone

 

Bei tempi quando le persone si sedevano a chiacchierare davanti all’uscio di casa.

Mariella Porcelluzzi

Bei tempi quando tra le mani avevamo questi giochi. Tornerei volentieri indietro nel tempo se potessi. Si viveva meglio, ma per davvero.

Emily De Salve

Sono nato, in buona compagnia, quando tutte le cose ancora erano reali, quando gli affetti si conservavano in boccacci di vetro ben tappati e senza scadenza… quando la buona musica cominciava a strizzare l’occhio ai capelluti con psicotropia, quando la filosofia ci faceva sentire i brividi, quando era vietato non essere arrabbiati di politica.

Mauro D’elia 

Sono solo cinque esempi. Potrei aggiungerne centinaia.

Che senso ha tutto questo? 

L’ultimo libro di Raffaele Polo, di grande successo, si intitola “Come eravamo – Taccuino introduttivo dell’amarcord salentino”.

Gli abbiamo girato la domanda.  

La mia interpretazione sul ‘fenomeno’ della piacevole e massiccia  memoria dei tempi andati è presto detta: i giovani di adesso, i giovanissimi che reputiamo oggetti misteriosi e con i quali non esiste alcun tipo di ‘comunicabilità’, tra un po’ di anni… saranno nostalgici del tempo presente. Si ricorderanno, magari, di come era bella la vita durante il Covid o di quella volta che avevano scelto il primo tatuaggio..  Più in là, con gli esempi, non saprei andare: troppa è la distanza tra passato e presente, come spiegare e far comprendere loro l’emozione del primo ballo ‘lento’?

Allora, mettiamoci d’accordo: il mondo è cambiato velocemente, quello di adesso non ci va molto bene e ci rifugiamo nei ricordi della nostra giovinezza. Dimenticando, cancellando completamente le ansie, gli aneliti, le speranze che avevamo da giovani, quando non vedevamo l’ora che trascorressero gli anni per terminare la scuola, per innamoraci, per trovare un lavoro, per comrare l’auto dei nostri sogni. A testa bassa, abbiamo attraversato il tempo e ci siamo ritrovati tutti, ma proprio tutti, a rimpiangere ‘come eravamo’.

La stessa, pure a Filippo Montinari, che cura la pagina Facebook Lecce di Ieri-Citta’ di Oggi.

l mio tuffo nel passato è nei primi anni Settanta. L’inverno , nel quartiere tra viale Japigia e Settelacquare tutti a giocare nei giardinetti delle palazzine Montinari, riuniti in cerchio nella rotonda accanto alla pinetina, le gare di ciclocross al campetto dietro via Bincenti…

In primavera raccogliere le mandorle da un albero in un terreno dopo l’attuale ufficio delle poste , o le nespole a maggio giugno , le partite a pallone ed il mio ruolo, perché ciccione ,di portiere o terzino , le incursioni nei cantieri della costruenda chiesa di Vianney e del palazzo del Bar Carletto.

Altri giochi del mio periodo estivo erano la fionda , il “going” ,le “palline clik clak”, il pallone “PON PON ” , i classici tamburelli , le bocce e le staccie , giocare a campana o a tuddrhi .

Tempi andati di quando bastava poco per essere felici e si giocava in mezzo alla strada facendosi ogni tanto sentire a casa dalla mamma sul balcone o alla finestra …..

Infine, ci sta, ci sta bene, una psicologa. La psicologa Michela Maffei alla domanda di leccecronaca.it su che senso abbia questo fenomeno social ha risposto così

Ogni uomo ha bisogno di narrare se stesso a sé e agli altri per dare un significato e un senso alla sua esistenza. L’autobiografia è una ricostruzione di se stessi. Quando, però, edulcora il passato esprime l’insoddisfazione del presente. Occorre alimentare progetti e relazioni per vivere con pienezza qui e ora.

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura

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  1. Raffaele Polo Polo ha detto:

    Come passa il tempo…

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