UNA NOTA DELL’ ASL DI LECCE: ‘Non era meningite, ma polmonite. Non create allarmismi’

| 3 Gennaio 2017 | 1 Comment

(Rdl)______Paura un po’ dovunque in Italia, per i casi di meningite registratisi negli ultimi giorni, con un incremento significativo rispetto alle manifestazioni abituali di questa terribile malattia. Questa mattina, una nota dell’ Asl di Lecce racconta dell’ allarmismo ingenerato nelle ultime ore anche nel Salento dalle voci su un ricovero ‘sospetto’ a Gallipoli, informando del fatto che “gli esami hanno dato esito negativo e non c’è dunque nessun caso di meningite”.

La nota così prosegue: “Il paziente 68 enne era giunto ieri a tarda sera nel Pronto Soccorso e i medici hanno subito posto la massima attenzione su una sintomatologia che faceva sospettare una sofferenza meningea, oltre al fatto che erano presenti anche febbre e globuli bianchi alti. Si è proceduto immediatamente al prelievo del liquor che risultava essere limpido, per cui si poteva escludere la meningite batterica.

In via del tutto precauzionale, sono stati fatti indossare i dispositivi di protezione individuale al personale impegnato: è stato questo l’unico accorgimento adottato e finalizzato a poter effettuare i primi controlli richiesti dal caso. Per quanto riguarda il paziente, comunque è stato trasferito nel reparto Malattie Infettive dell’Ospedale Vito Fazzi, dove gli è stata definitivamente diagnosticata una polmonite.

ASL Lecce fa presente che il Pronto soccorso dell’Ospedale di Gallipoli non è mai stato chiuso, come erroneamente riportato da alcuni organi di stampa, ed ha invece continuato ad operare normalmente in tutti i turni di servizio.

Asl Lecce segnala poi la opportunità di evitare che si ingenerino facili allarmismi, causa di un ricorso inappropriato e dannoso ai servizi d’emergenza. E’ importante, infine, ricordare che nella nostra regione è già prevista la vaccinazione anti-meningococcica per i nuovi nati e gli adolescenti, mentre la si consiglia ai giovani che si spostano per viaggi e studi”.

Category: Cronaca

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  1. Asl Lecce - tramite redazione ha detto:

    Vaccinazione antimeningoccica: allarme ingiustificato,
    dare priorità a neonati, adolescenti e categorie a rischio
    Allarme meningite ingiustificato, così come l’irrazionale corsa alla vaccinazione.
    Per i direttori del Servizio Igiene e Sanità Pubblica della Asl Lecce, Alberto Fedele (Area Nord) e Giuseppina Turco (Area Sud), è necessario porre un freno a richieste eccessive che non trovano riscontro nella realtà, visto che «non sono stati registrati casi di meningite meningococcica nella provincia di Lecce».
    Stop alla “psicosi”, dunque: molto meglio un’iniezione di sana e corretta informazione.
    Di qui il varo di un provvedimento diramato ai referenti dei Servizi Igiene, ai responsabili dei Centri Medicina dei viaggiatori, al dirigente Ufficio Vaccinazioni di Lecce, al responsabile aziendale Cure primarie e al responsabile Cure primarie pediatriche, per ridimensionare i timori, regolamentare le richieste di vaccinazioni e offrire le giuste indicazioni all’utenza.
    Più che opportuna, quindi, la premessa della disposizione di servizio: «Allo stato attuale – si legge – non sono stati registrati casi di meningite meningococcica nella provincia di Lecce, e pertanto dal punto di vista epidemiologico è del tutto ingiustificato l’allarme nella popolazione che ha generato un eccesso di richiesta di vaccinazione anche con pagamento al costo».
    Conseguentemente, i direttori del Servizio Igiene e il direttore sanitario, Antonio Sanguedolce, hanno disposto che «nella programmazione dell’attività vaccinale le scorte di vaccino disponibili vengano prioritariamente destinate a garantire la vaccinazione dei soggetti per i quali il calendario vaccinale della Regione Puglia e le disposizioni successive prevedono l’offerta attiva e gratuita».
    Si tratta, in particolare, di «neonati, adolescenti, soggetti appartenenti a categoria a rischio, soggetti domiciliati in Toscana per motivi di lavoro e/o studio, recupero dei soggetti inadempienti».

    Naturalmente, l’offerta a pagamento (come contributo alle spese sanitarie) al di fuori di questo perimetro, ossia ai richiedenti non appartenenti alle categorie individuate dal calendario vaccinale, «dovrà essere effettuata fatta salva la disponibilità di prodotto e senza alterare l’offerta vaccinale attiva e gratuita dell’infanzia e dell’adolescenza»

    Una attenzione particolare viene poi sollecitata ai responsabili delle cure primarie, ai quali si chiede «di collaborare al fine di favorire la corretta informazione sulla situazione epidemiologica e stemperare il clima di allarmismo generatosi ingiustificatamente».
    Capitolo a parte, infine, quello dedicato agli over 65: «Considerato – si precisa nel provvedimento – che si è registrata una eccessiva richiesta di vaccinazioni antimeningococcica da parte di ultrasessantacinquenni e rilevato che, per tali soggetti, le forme invasive da pneumococco (compresa la meningite) rappresentano il rischio maggiore, si evidenzia la necessità di rinforzare l’informazione e la proposta attiva a tali soggetti della vaccinazione antipneumococcica».

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