LA STORIA / “Scende dall’auto, in via San Domenico Savio, mette il piede in una buca e si sloga la caviglia”

| 21 Marzo 2017 | 0 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Il presidente dell’ associazione ‘Sportello dei diritti’ Giovanni D’ Agata ci scrive______

Storie di ordinario degrado cittadino. Quando le vie del capoluogo saranno rese totalmente fruibili?

Non passa giornata che non vi sia una caduta in città a Lecce a causa delle condizioni di asfalto e marciapiedi, che più volte noi dello “Sportello dei Diritti” abbiamo definito “groviera”.

Accade in centro come in periferia, questa volta in via San Domenico Savio, oggetto di più di un nostro intervento, senza che a ciò sia seguita l’adeguata manutenzione richiesta: una donna di mezz’età, scende da un’auto e mette il piede in uno dei tanti crateri posti sulla suddetta via perdendo l’equilibrio e cadendo. La diagnosi: probabili microfratture.

Ed adesso non si pone solo l’annoso problema del diritto al risarcimento dei pregiudizi subìti dalla malcapitata che si va a sommare alle centinaia di migliaia di euro di citazioni per danni che ogni anno si vede notificare il comune di Lecce per la pessima custodia delle proprie strade e che inevitabilmente, al netto di quelle rigettate, producono un passivo in bilancio non indifferente per le casse cittadine, ma è il problema stesso della manutenzione ordinaria a non apparire adeguato ad una città che si dice di avere ambizioni e caratura internazionale.

Non è possibile, solo per fare un esempio, che non si imponga alla società che gestisce i proventi dei parcheggi, nella fattispecie la S.G.M. S.p.A., di provvedere al controllo periodico ed alla manutenzione delle condizioni delle strade urbane – ovviamente quantomeno per quelle con le “strisce blu” soggette alla vigile “sorveglianza” degli ausiliari – ed alla sua responsabilità diretta in caso di qualsiasi inadempienza o carenza di custodia. In questo modo, si sgraverebbe l’amministrazione comunale dall’onere di “custodire” direttamente la generalità delle strade e si potrebbero meglio destinare i proventi delle sanzioni pecuniarie a progressivi e costanti lavori di riparazione di quelle residue.

 

 

 

 

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