UN BEPPE GRILLO IN GRAN FORMA, ANCORA PIU’ ISPIRATO DEL PASSATO, VA A TARANTO NON AD ELEMOSINARE UN VOTO, MA A CHIAMARE TUTTI ALL’ IMPEGNO IN PRIMA PERSONA, PROIETTANDOSI GIA’ IN UN FUTURO DA PROTAGONISTI, IN UNA “visione di civiltà avanzata” CHE – HA SPIEGATO – CONSISTE “nel fare le cose con meno materie prime, meno consumi, meno ore di lavoro”

| 6 Giugno 2017 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______

Io non dovrei gridare…”, e si blocca Beppe, all’ inizio del suo comizio (nella foto), un attimo, quando già si stava facendo prendere dall’ enfasi, con due-tre “cazzo” che gli erano già venuti fuori, ricordando i bambini, tenuti sigillati nelle scuole, che dovrebbero essere allenati all’ apnea per non respirare, e la chiesa con la ciminiera dietro, dopo il giro fatto nel pomeriggio al quartiere Tamburi.

Si ferma, se lo ripete ad alta voce “Non dovrei gridare…Dovrei calmarmi…Perché poi le televisioni sono qua…Inquadreranno la faccia…Così hanno tutti paura di me, quando mi conoscono, mi dicono: Ma Lei che fa? Ma Lei non mi salta neanche addosso? Ma Lei è mite!…Uno mi ha detto: Ma Lei è mite!…Ma come devo essere?”.

Certo, aveva scelto il giorno sbagliato, per smettere di arrabbiarsi. Ammesso che gli sia possibile, proprio a Taranto non poteva riuscirci.

Ma, a modo suo, fa un discorso profondo, filosofico direi. In profondità.

Per rilanciare il reddito di cittadinanza universale, che motiva anche nei dettagli pratici, chiede un “leggerissimo cambiamento“, di prospettive, “di visione del mondo“, cominciando da ognuno di noi, dalla partecipazione di ognuno di noi, per esempio recuperando qualcosa, e lasciandola meglio, non peggio, di come era.

Rilancia l’ azionariato diffuso, le public company, con i cittadini che costruiscono una cosa, che diventano azionisti della cosa, che diventano proprietari e controllori, in  luogo del “banditismo” delle società private e di capitali.

Avanti. Dieci- quindici anni avanti, come quando andò a Mirafiori a proporre alla Fiat l’ auto ecologica, poi messa in produzione da altri, così oggi a Taranto ha annunciato che l’ acciaio si può fare con…la seta, che è anche più resistente, e che in Cina si stanno già attrezzando con i bachi per produrla.

Altro che l’ acciaio che buttiamo via con i rasoi usa e getta a sei lame! E qui vanno definitivamente a farsi benedire i suoi propositi di calmarsi.

“Una visione di civiltà avanzata è fare le cose con meno materie prime, meno consumi, meno ore di lavoro”, e bisogna urgentemente cominciare a prepararla. Ognuno di noi, e conclude esortando tutti all’ impegno in prima persona: “O vi mettete l’ elmetto in testa, o andate a casa tutti”.

Poi, rifiata. Lascia il palco al sindaco in carica di Ginosa, e all’ aspirante sindaco di Taranto e degli altri comuni della provincia, nonostante la delusione della piazza, una piazza immensa, partecipe e appassionata.

Che lo reclama alla fine, e lui non la delude.

Ritorna alla fine della serata, ribandendo che non vuole elemosinare un voto, ma chiede un voto convinto, pieno di voglia, di amore, di curiosità.

Non siamo perfetti, facciamo errori, magari siamo dilettanti, ma è meraviglioso essere dilettanti“, riuscire attraverso i fallimenti. “I Francescani erano i pazzi di Dio, noi siamo i pazzi della politica” e continua: “Abbiamo accelerato la fine dei partiti“, e assicura: “Vogliamo governare con strumenti nuovi, e delegare ai cittadini, a tutti i cittadini” che diventano essi stessi Stato, essi stessi Istituzioni”.

E non con l’ onestà semplice, ma con l’ onestà intellettuale.

Poi ricorda i grandi visionari del presente che hanno già cambiato il mondo, e chiama tutti a sognare un sogno, mentre si asciuga il sudore con la maglietta che ha tenuto al collo sulla giacca per tutta la sera, e che poco prima non ha dimenticato di ricordare, da buon genovese, che gli han fatto pagare 5 euro.

Category: Cronaca, Politica

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