CI “RUBANO” IL MARE E LA PINETA. IL FASCISMO LA REGALO’ ALLA COMUNITA’. OGGI CI VIENE SOTTRATTA – reportage fotografico

| 7 Luglio 2017 | 4 Comments


 

(m.v.)_______Le disgrazie non vengono mai da sole, il Salento non solo viene deturpato, da interventi come la Tap, ma pezzo dopo pezzo viene sottratto ai salentini. L’intervento della magistratura sul “Lido” di Briatore ad Otranto è stato salutato con entusiasmo dai cittadini, che hanno ben compreso come strutture come quelle  penalizzano i cittadini del posto a cui sarebbe stato vietato, in un modo o nell’altro di poter fruire di quel tratto di costa.
Nessuno pensava che Briatore e company avrebbero innalzato delle palizzate per impedire l’accesso al mare agli otrantini, ma che ciò sarebbe avvenuto in modo “indolore” e gradualmente, alzando i prezzi di ombrelloni e servizi vari, in modo che fossero alla portata solo di ricchi turisti, con qualche giovanotto posto all’ingresso della struttura balneare, insomma utilizzando tutti quei mezzi tesi dissuadere i popolani indigeni che avessero avuto la “sfrontatezza” di continuare a frequentare il loro mare.
Tutto quanto perché la gentaglia del posto dedita a mangiare frise al pomodoro, con la loro presenza ed il loro sgradevole dialetto non contaminassero dei nababbi dalla erre francese, che pasteggia a champagne e aragosta.
Questo a Otranto.

Nella marina di Vernole invece le palizzate sono state innalzate, ed in tutta fretta anche.  I cittadini che da decenni si recano al mare utilizzando la spiaggia libera che si trova a fianco al Lido Buenaventura, da un giorno all’altro si sono imbattuti in una palizzata posta in modo da impedire il libero accesso al mare ai cittadini salentini.
Ma, andiamo per ordine.
La marina in questione la si incontra percorrendo la provinciale 366 S. Cataldo-Otranto, per giungere sul posto bisogna percorrere la strada che passa a fianco alla pineta delle Cesine, lì dove questa finisce troviamo la località  “Strada Bianca”, con lo stabilimento balneare l’Ultima Spiaggia  e subito dopo, poco prima della curva appare il Lido Buenaventura, nei pressi  del quale esiste un grande slargo circondato da alberi di pino, utilizzato come parcheggio dai cittadini che vogliono passare la giornata al mare sulla spiaggia libera.
Da sempre i cittadini parcheggiano in questo spazio adiacente la strada, superano le dune di sabbia e sono sulla spiaggia, piantano il loro ombrellone e poi subito un bagno per  rinfrescarsi nelle acque dell’ Adriatico.
Lo scorso anno  la pineta che era al di là della strada, è stata resa inagibile con paletti e tanto di cartelli su cui scritto: “Proprietà privata”.

I cittadini sono rimasti un po’ perplessi, ma se quella era proprietà privata andava rispettata, e così è stato,  anche se non si comprende per quale motivo si deve negare ad un anziano di poter passare qualche ora al mare potendo godere della frescura della pineta, considerando che quegli alberi furono piantati dallo Stato, durante il ventennio fascista, quando quei terreni erano acquitrini, e la malaria regnava sovrana.  Le famose bonifiche, un’opera immensa, grazie alle quali oggi possiamo godere di bellezze naturali come le Cesine, che sono veri e propri gioielli del Salento.
Quindi quella pineta esiste perché delle piante furono messe a dimora grazie ai soldi dei contribuenti e su suolo demaniale.
Il Fascismo è vero che diede le terre bonificate ai contadini per farle coltivare, ma non certo le pinete a qualcuno che ci potesse speculare, ma è trascorso tanto tempo, e così oggi ai salentini viene negato l’accesso a questi terreni per farne godere la bellezza ai turisti ospiti di questo o di quel lussuoso residence.

Per cui sarebbe interessante capire come dei privati siano entrati in possesso di beni che erano della comunità.

Quest’anno la prima amara sorpresa è stata quando andando al “nostro mare”, i cittadini hanno dovuto prendere atto che la spiaggia libera si era ridotta notevolmente. Infatti mentre negli scorsi anni la spiaggia era occupata solo da un lato dagli ombrelloni del lido Buenaventura, dal quale comunque anche coloro che erano sulla spiaggia libera potevano usufruire, servizio bar e cucina all’aperto, ora, altre centinaia di ombrelloni erano stati disposti sul lato opposto, e solo un pezzetto di spiaggia occluso tra i due lidi era a disposizione dei cittadini salentini.
E va bene, siamo stati privati della pineta, poi della spiaggia, “va be ci resta il mare” hanno pensato, ed invece no.
Tutta l’area che porta al mare,  è stata circondata da una palizzata su cui campeggiano i soliti cartelli che indicano che la proprietà è di un privato.
Non riusciamo a capire come le dune di sabbia possano essere private, e come è possibile che venga negato il passaggio ai cittadini che vogliono raggiungere quel pezzo di spiaggia che è ancora libera.
Incuriositi abbiamo cercato di capire chi è il responsabile di questi continui cambiamenti, tesi a togliere la possibilità ai salentini di fruire delle loro bellezze naturali a favore di turisti paganti.

Una prima ricognizione l’abbiamo fatta percorrendo le larghe strade “costruite” all’interno della pineta, e così abbiamo notato il taglio di alcuni alberi, oltre che all’eliminazione della macchia mediterranea, e dopo venti minuti di camminata non siamo riusciti a giungere a questo resort che i segnali indicavano.
Per cui siamo tornati all’auto è percorrendo una stradina laterale la provinciale che da Vanze porta al mare, siamo giunti in aperta campagna dove è stato costruito un intero villaggio, il Resort Le Cesine.
Nei prossimi giorni contiamo di poter aver delucidazione dal sindaco di Vernole, intanto vorremmo sapere se è stata la Guardia Forestale a consentire il taglio di alberi ultraottantenni che erano presenti sia al bordo della strada provinciale, sia all’interno della pineta,  e se sì con quale motivazione.

Category: Cronaca

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Comments (4)

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  1. Alberto ha detto:

    Rocordo che già da quando io ero bambino
    il wwf ha raccolto un sacco di soldi per la difesa delle cesine. Ora chw fine ha fatto?

  2. Dario ha detto:

    Sono un Salentino di nascita che ormai vive lontano da questo pezzo di terra fantastica, meravigliosa. Con ricordi entusiasmanti. Mi si riempie il cuore quando leggo, vedo cosa di bello si riesce a fare e si sta’ cercando di fare per la Puglia , i pugliesi e per tutti quelli che come me’ amano questa terra fantastica. Lottiamo e non cediamo ai sopprusi dei potenti. Salvaguardiamo i litorali il mare e che tutto sia fruibile da tutti nel rispetto della natura. Avrei tanto da dire, da raccontare ma mi ci vorrebbe un libro.mi firmo come un cugino del luogo mi ha soprannominato “lo squalo del salento”

  3. Luigi ha detto:

    Che c’entrano Le Cesine? Ancora una volta qualcuno se ne serve per i propri interessi, chiamando un banalissimo e tristissimo villaggio turistico con il nome di una località già esistente e creando confusione. Le aree in questione non c’entrano assolutamente nulla con la Riserva Le Cesine e l’area protetta ne risulta, ancora una volta, danneggiata!

  4. Aleddandra ha detto:

    Ma, scusate da ignorante quale sono, i cartelli di divieto nn dovrebbero essere autorizzati dalle figure preposte, penso il comune in questo caso.? Ma due domande nn se le fa nessuno!!!!?

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