LECCECRONACHE / AGENZIA ANSIA

| 30 Marzo 2018 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

E’ un periodo della mia vita in cui tendo a fare le cose molto in fretta, proteso a raggiungere la soluzione definitiva, in attesa di altri avvenimenti da affrontare e risolvere al più presto, e così via e così via.

Anche adesso che sto scrivendo questo ‘pezzo’, invece di gustarmelo e provvedere al suo miglior confezionamento, non sto vedendo l’ora di terminarlo per poi pensare al prossimo…

Ansia, si chiama ansia… E solo un bravo psicologo potrebbe spiegarmi perché mi viene proprio adesso…

Eppure siamo a primavera, anzi, meglio: siamo a Pasqua e le cerimonie paiono proprio indicarci un tempo di meditazione e di calma, in attesa del lieto scampanio che annuncia la Resurrezione…

Che volete, avvengono queste cose che non sono facilmente spiegabili. Come non è comprensibile la mia avversione, sin da piccolo, per le ‘puddhiche’ o ‘coddhure’ ovvero quei manufatti di pasta (dolce) che contengono, al loro interno uova sode complete di guscio.

Anzitutto, non mi è mai riuscito di separare completamente il guscio dall’uovo e dalla pasta. Mi capita sempre qualche frammento che ‘rozzula’ nella cavità orale e mi dimostra come sia difficile venire a capo di questo ‘pane pasquale’ (in greco si dice Kollura) o, meglio ancora, ‘pane che si offre’ (in latino ‘polluceo’). E poi, anche qui la fretta mi fa un brutto scherzo: che mi dedico subito a sventrare il manufatto, mirando all’uovo, per mangiare subito il tuorlo. E invece, mi dicono gli esperti, con pazienza dovrei sbocconcellare torno torno la strana composizione, destinando l’epilogo all’uovo lesso…

Sarà…Ma questa tradizione, antica e ricca di significati, mi riesce ostica proprio dal punto di vista gastronomico e contribuisce a farmi innervosire, mi aumenta l’ansia, anche in chiesa, attendo con impazienza che venga smaltita la lunga fila di fedeli che si accostano alla comunione, mi sembra di essere alla cassa del supermercato oppure alla posta, file sempre file, anche per ricevere l’Eucarestia…

Ve lo dicevo, è un periodo così.

Poi, meno male, tutto d’un tratto, come è venuta, questa insana smania primaverile, passa. E tutto torna alla normalità, anche i piccoli contrattempi finiscono per non preoccuparmi più di tanto, un sorriso e passa tutto, vedi che è scaduto il collaudo all’auto, se ti fermano ti sequestrano il mezzo e paghi una multa esorbitante, va bene, va bene, vado all’autofficina, vado subito.

E, naturalmente, i Carabinieri mi fermano proprio lì vicino, lei ha il collaudo scaduto…

Mi torna l’ansia, ecco, lo sapevo.

‘Stavo giusto andando a farmelo rinnovare’ rispondo senza molte speranze.

‘E allora vada. Cosa aspetta?’ mi dice il milite. E mi saluta, sorridendo.

Si, è proprio Pasqua.

E non ho più l’ansia.

 

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura

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