ANNIBALE GAGLIANI HA PORTATO A LECCE CITTA’ IL SUO ‘impegno e disincanto’ TOUR. ECCO IL RACCONTO DI MOTIVI E PERSONAGGI DELLA SUGGESTIVA SERATA

| 16 Giugno 2018 | 0 Comments

di Maria Antonietta Vacca______

Oramai in un vero e proprio “Impegno e Disincanto Tour”, che lo ha già portato nelle ultime settimane in tutto il grande Salento, fra associazioni, scuole e ritrovi, Annibale Gagliani ha presentato ieri sera per la prima volta a Lecce città il suo saggio su Pasolini, De Andrè, Gaber e Rino Gaetano, il suo esordio editoriale, il libro del momento, richiesto anche da Fondazioni in tutta Italia (295 pagg. 15 euro).

Richiedibile, per chi non lo avese ancora letto, con una mail a: iquadernidelbardoed@libero.it

specificando i propri dati, per riceverlo a domicilio senza spese di spedizione.

Sala del prestigioso Fondo Verri gremita, Mauro Marino ottimo padrone di casa.

Per l’ occasione, il giovane autore, che, ha confessato, lo ha scritto per i più giovani di lui, per far conoscere loro i suoi Numina/Nomina, ha voluto accanto a sè, per quanto le strade si siano nel frattempo allungate e prolungate, come è giusto che sia, “quello che sarà sempre il mio professore”, il docente dell’ UniSalento Marcello Aprile (al centro nella foto), con il quale si è laureato, e “quello che sarà sempre il mio direttore”, il direttore di leccecronaca.it Giuseppe Puppo (a sinistra nella foto), con il quale ha cominciato la sua carriera giornalistica.

I due, si è scoperto, erano stati appena divisi dal tifo della partita di calcio dei Mondiali in Russia, immediatemente precedente, per il Marocco il primo, per l’ Iran il secondo, ma, a parte questo, poi hanno dialogato concordi, fra l’ altro sulla problematica identificazione ideologica di Pier Paolo Pasolini e sul clima particolare che si respirava negli anni Settanta, specialmente a Lecce, oltre che sulla “facilità di scrittura” e sulla “capacità interpretativa” di Annibale Gagliani, al quale comunque non hanno risparmiato qualche suggerimento, benevolmente critico e propositivo, per il futuro.

 

C’ era ovviamente anche l’ editore Stefano Donno (in piedi nella foto), alla prese con sempre più brillanti progetti editoriali di qualità, insieme alla responsabile dell’ editing dei Quaderni del Bardo Edizioni Emanuela Boccassini.

Presente a sopresa, fra gi altri, la giovane poetessa Chiara Evangelista.

 

Momenti clou della serata due esibizioni, particolarmente suggestive, seguite con viva partecipazione e palpabile apprezzamento dal pubblico.

Il live del cantautore salentino Luigi Mariano, che ha eseguito tre brani: “Una storia sbagliata” di Fabrizio De André; “Io non mi sento italiano”, di Giorgio Gaber, e la sua “Cosa avrebbe detto Giorgio”.

 

La performance dell’ attrice salentina Beatrice Perrone, che ha interpretato un monologo tratto dal film “Il Porcile“, e un monologo teatrale firmato Gaber-Luporini, “La coscienza della morte”.

Domande e risposte numerose, per un dibattito vivacissimo e, in ogni caso, proficuo, che sicuramnte ha disseminato qua e là suggestioni e spunti di riflessione.

 

Argomenti più gettonati: il ruolo dell’ intellettuale al tempo dei talk show; i margini di libertà dei giornalisti italiani al tempo dei social; le connotazioni di conformisti e anticonformisti al tempo dell’ uscita dal tunnel delle ideologie.

 

A parte le diverse sensibilità qua e là emerse su tali tematiche, per non farsi mancare niente, nella  serata non sono mancate le polemiche, ovviamente, nella fattispecie incentratesi sul filosofo Diego Fusaro, evocato ad un certo punto e da là in avanti capace di spaccare a metà la qualificata platea.

Senza dare ragione agli uni o agli altri, Pier Paolo Pasolini avrebbe sorriso ammiccante; Giorgio Gaber si sarebbe chiesto di nuovo cosa sia la destra e cosa sia la sinistra; Fabrizio De Andrè ne avrebbe messo in musica qualche esternazione alla moda dei trovatori e menestrelli medioevali.

E Rino Gaetano?

Beh, più facile ancora…“Diego Fusaro nun te reggae più”, avrebbe intonato da par suo.

 

Category: Cultura, Eventi, Libri

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