CIAO, CIAO! PER 60.000 EURO L’ANNO, CIOE’ 30 DENARI, TAP SI PRENDE SAN FOCA, DOVE SI E’ GIA’ PORTATA AVANTI COL LAVORO. GRAZIE AL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE DANILO TONINELLI CHE HA APPROVATO LA CONCESSIONE

| 29 Gennaio 2019 | 2 Comments

(Rdl)______Il Comitato No Tap aveva diffuso ieri sera i seguenti comunicati:

+++OCCHIO NON VEDE CUORE NON DUOLE+++

Non si vedono i vincoli di legge ignorati e le ottemperanze non rispettate, ma ci sono sempre tutte le autorizzazioni.
Si lavora sempre, anche la domenica, anche nei cantieri sotto sequestro e anche lì dove c’è una diffida ufficiale del comune.
Non si vedono gli enormi interessi privati che giustificano Tap, ma si continua a parlare di opera strategica.
Non si è ancora vista l’attenta analisi costi-benefici o le fantomatiche “penali”, ma si gioca a chi la spara più grossa.
Non si vede l’enorme corruzione che accompagna l’opera dalla sua genesi e la scia di morte che si porta dietro, ma si procede come se nulla fosse.
Non si vedono i disastri ambientali e i palesi rischi a cui è sottoposta tutta la popolazione, non si vede il Cromo Esavalente, ma state tranquilli, sicuramente ne pagheremo tutti le conseguenze.
Non si vedono i danni al patrimonio naturale, ma si concede mare e terra con leggerezza.
Non si vede, non vogliono vedere, MA NOI CI VEDIAMO BENISSIMO E NON CI FERMEREMO!
Il Salento non può più essere considerata terra di conquista da Nessuno!

Tap può vantare solerti sostenitori tra le istituzioni.
Tap può vestirsi di lustrini ed intrattenere la Lecce bene presentando un libro fotografico per promuovere le terra che sta distruggendo.
Tap può lavorare come vuole, a qualsiasi ora, in deroga a qualsivoglia legge e pure ben scortata da centinaia di forze dell’ordine….
Tap dovrà fare sempre i conti con chi AMA, RISPETTA e DIFENDE la sua TERRA!

Le nostre azioni e le nostre denunce hanno portato al sequestro di un cantiere ed obbligano la magistratura ad agire.
Ognuno dei tre cantieri aperti dalla multinazionale Svizzero-Azera ha gravissime lacune!
Ormai è evidente!
Alcuni crimini sono già certificati!

Il Ministro Costa che rassicurava tutti dicendo che avrebbe fermato l’opera in caso di irregolarità cosa aspetta?!?

Il Governo è sordo o troppo occupato a sfregarsi le mani ad ogni barcone affondato, ha troppi “Amici dell’Azerbaijan” al suo interno, la repressione colpisce duro, le istituzioni locali che si espongono sono ignorate, i giornali sono ben allineati… TUTTO TACE!______

DOMANI SAN FOCA VERRÀ ANCORA UNA VOLTA MILITARIZZATA E VERRÀ REGALATO A TAP IL NOSTRO MARE… REGALATO A TAP A SCAPITO DI TUTTI, SIA CHI LO VIVE PER GODERNE, SIA CHI LO VIVE PER LAVORO… VERGOGNA!

Una storia a cui siamo abituati, ma ora che tutti gli alibi stanno cadendo, l’Avvocato del Popolo o chi per lui, dovrebbe aprire gli occhi e le orecchie… Non per giustizia, non per dovere, non per amore della verità, ma almeno per PUDORE!

TAP È MORTE!
PROVATE A SMENTIRCI!_____

 

Domani mattina consegneranno San Foca “gratuitamente” a TAP.
Prigionieri a casa nostra, vittime di uno Stato criminale.

Dalle 10 alle 13, domani San Foca sarà militarizzata perché ci sarà la consegna demaniale gratuita, da parte della capitaneria di porto, dell’ area oggetto dei lavori Tap.
Non ci preoccupa più la militarizzazione, quella ormai fa parte dello schifo in cui ci stanno imprigionando. La cosa preoccupante è che VIENE CONSEGNATA GRATUITAMENTE L’AREA DOPO AVER GIÀ FATTO I LAVORI per la messa in opera del palancolato.
La cosa è surreale: uno Stato che avalla l’illegalità, il primo caso nella storia di un’ occupazione abusiva che si risolve con la consegna del bene all’ occupante!
La legge non è uguale per tutti…______

Questa mattina protesta del Comitato No Tap a San Foca, alla presenza dei militari della Capitaneria e dei tecnici di Tap che hanno formalizzato la concssione: San Foca è di TAP per 60.000 euro l’anno per 50 anni. Concessione demaniale approvata da Toninelli il 5 novembre scorso”-______

La giornalista free lance Maria Cristina Fraddosio ha così egregiamente sintetizzato e commentato pochi minuti fa su Facebook gli ultimi avvenimenti:

“Aggiornamenti Tap

Mentre prosegue su più fronti il filone giudiziario sul consorzio internazionale Tap, questa mattina – con il sopralluogo della Guardia Costiera assieme ai rappresentanti della società lungo la porzione di costa interessata dal passaggio del gasdotto – si è materializzata la svendita del territorio, che in questo caso specifico porta la firma del ministero presieduto dal pentastellato Toninelli. Per i 5s non è neanche possibile appellarsi alle presunte penali per giusticare il cambio di rotta, giacché recentemente il Movimento No Tap ha reso note le risposte di tutti i ministeri a cui è stata inviata la richiesta di accesso agli atti. Nessuno è a conoscenza di penali”.

 

Category: Cronaca, Politica

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  1. Comitato No Tap - tramite Facebook ha detto:

    50 ANNI BASTERANNO PER LAVARE LE VOSTRE COSCIENZE?
    No, non saranno sufficienti neanche intere generazioni per chiedere scusa di ciò che state facendo. A una terra, a un popolo, ai vostri figli.

    Avete venduto la vostra dignità per niente, avete condannato alla perenne sofferenza chi oggi è già saturo di malattie, repressione e svilimenti.

    Oggi non è TAP ad aver vinto. Tap compie il suo lavoro, come ogni multinazionale che va a conquistare i territori e che fonda le sue radici sull’estrattivismo e la repressione, fregandosene delle comunità e facendosi grasse risate quando, ancora una volta, riesce a prendersi gioco dell’ignoranza.
    Oggi avete perso tutti: da quelle forze dell’ordine che proteggono il malaffare a quei politici che firmano concessioni seduti sulla loro poltrona imbottita di soldi azeri.
    Ma soprattutto avete perso voi cittadini, pescatori, imprenditori locali, semplici vacanzieri. Voltarsi dall’ altra parte è semplicemente lasciare che la propria dignità venga calpestata e ringraziare per tutto questo: voi lo state facendo nel modo peggiore.

    50 anni di concessione demaniale a TAP. È quello che il popolo salentino si merita?

  2. Pier Luigi Caffese - tramite Facebook ha detto:

    Atto illecito DEL GOVERNO SI VENDE A TAP !DA IN CONCESSIONE A TAP LA SPIAGGIA DI SAN BASILIO E IL MARE INTORNO PER 50 ANNI !!!
    di Pier Luigi Caffese pcaffese@gmail.com feb 2019
    NB.scusate lunghezza ma devo dire perchè c’è l’illecito.
    Questo è un atto d’imperio fuori da ogni logica e legalità, è una dichiarazione di guerra a Melendugno e a tutto il SALENTO. Altro che nuovi posti di lavoro, qui si distrugge il turismo e i non pochi posti di lavoro esistenti.
    Spiaggia e mare in concessione a Tap: 3 milioni per 50 anni.Atto illecito regalato.
    SAN FOCA – Le porzioni di spiaggia e mare destinate ad accogliere il gasdotto passeranno nelle mani di Tap nei prossimi giorni. L’atto formale di concessione demaniale marittima, stipulato il 13 settembre dello scorso anno, è stato approvato dal Ministero dei Trasporti, guidato dal ministro Danilo Toninelli (M5s), il 5 novembre. In sostanza il benestare governativo è arrivato a pochi giorni dall’annuncio fatto dal premier Conte sulla necessità che la costruzione dell’opera andasse avanti. In quelle stesse ore, mentre il territorio faticava ad ingoiare l’ennesimo boccone amaro, i lavori a terra ricominciavano.
    Dunque la porzione di San Foca, marina di Melendugno, dove sorgerà il gasdotto, per i prossimi 50 anni circa sarà concessa alla multinazionale, per procedere alla costruzione del microtunnel.Nelle prossime ore i militari della Guardia Costiera di Gallipoli procederanno al sopralluogo che precederà la concessione vera e propria.Si inizierà dai lavori sul fondale, dove le fasi propedeutiche sono state già ottemperate nel mese scorso. Risalgono al periodo a cavallo tra dicembre e gennaio gli ultimi avvistamenti della nave della multinazionale svizzera al largo della costa: per quei lavori il Ministero dei Trasporti stabilì che non fosse necessario godere di una concessione demaniale, trattandosi di un’operazione cosidetta “temporanea”. Adesso, invece, le cose cambiano. Non sarà un passaggio a costo zero, come pure temeva il Comitato NoTap. Nel decreto ministeriale si possono leggere i canoni stabiliti per la concessione. «L’entrata complessiva, per gli effetti relativi all’atto che si approva, ammonta secondo le stime attuali, a € 3.040.021,00» si legge, che spalmati per 50 anni di lavori, si traducono in poco più di 60 mila euro annui. Un canone dimezzato rispetto a quello delle previsioni, dacché l’area non sarà concessa in esclusiva alla multinazionale svizzera. La circolazione di natanti e la fruibilità delle spiagge saranno ancora possibili.
    La concessione è illegale per i seguenti motivi:
    1.non è possibile una concessione di 50 anni per un gasdotto dato che dal 2020 anno della concessione definitiva al 2050 corrono 30 anni per cui dando una concessione di 50 invece che 30 anni violano le norme europee approvate datutti gli stati che nel 2050 non ci saranno piu’ fonti fossili
    2.i 20 anni di differenza sono gravissimi perchè denotano un atto criminale all’inizio di allungamento della concessione nonostante la moratoria fossile 2050 per cui l’atto è annullabile d’ufficio
    3.Snam,Tap e Gazprom che illecitamente fornisce gas russo nel Tap via Tanap-Turskish Stream vogliono e progettano il raddoppio del gasdotto Tap con gas russo confermato da Eni.Per questo vanno saltare la Seveso che è l’unica legge italiana ed europea a salvaguardia dei cittadini per i gasdotti e reniezioni di metano
    4.Non si possono dare concessioni di spiagge e mare antistante in presenza di una spiaggia occupata da anni dai bagnanti come facilmente dimostrabile e vige il diritto di usucapione nell’interesse dei residenti
    5.Una spiaggia e mare antistanti possono solo essere dati in concessioni demaniali per servitu’ militari in caso di guerra o possibile azione di difesa(vedi Sardegna) ma non possono essere affidate a Società extraUE per trivellazioni e installazioni energetiche inclusi gasdotti entro le 12 miglia dove vige un divieto assoluto per nuove infrastrutture energetiche
    6.Il Tap viola ben 4 convenzioni internazionali
    7.COSA DICE LA NORMATIVA Appalti
    L’articolo 177 del codice degli appalti, che è relativo alle concessioni, prevede infatti che i titolari di concessioni di lavori, servizi pubblici e forniture, all’entrata in vigore del codice, che non sono state affidate con il project financing o con procedure di evidenza pubblica, siano obbligate ad affidare una quota pari all’80 per cento dei contratti, per quei contratti di valore superiore a 150 mila euro, mediante procedure di evidenza pubblica. Nell’ambito applicativo della norma si è giunti a queste conclusioni grazie alle linee-guide dell’ANAC del 2018 e a due sentenze del Consiglio di Stato del giugno del 2018. In precedenza questo problema nell’ambito energetico non sussisteva per il fatto che l’Ue aveva deliberato sul tema delle concessioni, escludendo tali settori. Che poi sono stati inclusi nel 2015 da Bruxelles venendo a determinare la norma del Codice dei Contratti del 2016.Pertanto la concessione di area demaniale TAP doveva esperire una doppia procedura di evidenza pubblica.La spiaggia demaniale Foca è sotto giurisdizione del Comune di Melendugno e doveva il Comune mettere a bando la concessione.Per quanto concerne l’area mare sequestrata dalla Capitaneria ad uso Tap doveva essere organizzata procedura di evidenza pubblica ma dato che nell’area ci sono secche di posidonia vige il divieto mondiale di costruire sopra o sotto un gasdotto.Infine il Comune puo’ sempre vantare un diritto di usucapione della spiaggia di Foca per cittadini e bagnanti ben anteriore al progetto Tap e dovevano essere referendati i cittadini se volevano rinunciare alla loro usucapione pubblica della spiaggia e del lare antistante per la pesca.
    CIOFFI: IL MISE VUOLE MODIFICARE LA NORMA CONCESSIONI, PRONTI A COSTITUIRE TAVOLO DI CONFRONTO“Da tali criticità nell’interpretazione e nell’applicazione della norma, dunque – ha aggiunto Cioffi -, nasce la necessità di un intervento normativo in materia, finalizzato a tutelare l’occupazione nel settore turistico, a riconoscere un adeguato grado di autonomia operativa alle aziende titolari di concessioni balneari e di evitarne al contempo un diffuso contenzioso, nonché ricadute sugli utenti. Questo Governo si sta attivando, quindi, per promuovere una modifica al codice dei contratti pubblici, per far sì che siano compenetrate l’esigenza di trasparenza, mediante ricorso al mercato, e l’esigenza di tutela dei lavoratori gia’ operativi su concessioni demaniali pubbliche, perché non è pensabile che questo patrimonio costituito dalle maestranze qualificate e specializzate venga disperso. È indubbia, quindi, la disponibilità di istituire presso il Ministero dello Sviluppo economico un tavolo anche con le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali, laddove venga richiesto, al fine di valutare i tempi e le modalità dell’intervento normativo”, ha aggiunto il sottosegretario.
    La direttiva Seveso in materia di prevenzione dei grandi rischi industriali va sempre applicata al gasdotto Trans Adriatic Pipeline (Tap) in corso di realizzazione in Puglia. Dopo le sentenze definitive della magistratura amministrativa e ordinaria – Tar Lazio, Consiglio di Stato e Tribunale di Lecce – che si sono espresse sulla questione a più riprese a partire dal 2016, arriva ora il parere di Caffese che torna a ribadire la non possibilità di esclusione del Terminale di ricezione del gas di Tap dalla Direttiva Seveso.
    La polemica riesplosa dopo l’incidente in Austria e altre esplosioni gasdotti.La polemica sul Tap era esplosa di nuovo i primi giorni di dicembre, all’indomani dell’incidente all’impianto gas di Baumgarten an der March, in Austria, con un botta e risposta tra il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Secondo il governatore pugliese, che si era detto pronto a presentare un esposto in Procura contro la decisione del governo di escludere dalla Direttiva Seveso l’impianto di San Foca, “l’impianto in costruzione a Meledugno ha profili di pericolosità simili all’impianto austriaco. Il Tap non è stato assoggettato al Decreto Seveso, perché sennò avrebbe rallentato i lavori. Io segnalo che il comandante dei Vigili del Fuoco che a Lecce disse che si doveva applicare la Seveso fu trasferito nel giro di pochi giorni”, le parole di Emiliano..In realtà, come sottolinea anche Caffese vi sono motivi giuridici per mettere in discussione il progetto Tap”. Sulla Seveso “c’è stata una sentenza contro Seveso del Tar Lazio confermata dal consiglio di Stato, e un provvedimento del gip di Lecce. Sostengono che l’impianto di Melendugno – cosiddetto Prt – non deve essere assoggettato a direttiva Seveso. Il ministero dell’Ambiente si era rivolto ad un funzionario della commissione europea che ovviamente era fossili,invece di chiedere un parere legale alla Corte di Giustizia Europea ed alla Vestager su posizione dominante dell’inutile gasdotto TAP. Veniva replicato contro tutte le normative mondiali e la legge francese sul gas che fa testo in UE che nel caso in cui il Prt sia realizzato al di fuori di uno stabilimento chiuso (è il caso di Tap) si deve escludere l’applicazione della direttiva Seveso.Cosa impossibile C’è stata un’altra diatriba circa la possibile manipolazione del gas nel Prt – per esempio il passaggio da stato liquido a gassoso o viceversa – ma questa è esclusa. Anche per questo, la normativa citata Seveso va applicata in quanto i gasdotti con molte miglia in mare e certe profondita’ comportano sempre un effetto esplosivo dovuto allo accumulo gas dal mare al primo polo di rigassificazione(effetto ben conosciuto negli USA che difatti vincolano la rigassificazione con distanze di 2 miglia che il Tap nella progettazione non osserva mai e mette a pericolo 250 morti a Melendugno.I calcoli sono mondiali su tabelle di distanza dove si entra con spessore tubo e pressione.Poi si conteggiano tutti i fuels fossili entro 100 miglia.”. Stesso discorso per la minaccia di Emiliano di rivolgersi alla procura della Repubblica che trova fondamento: “Ci sono gli interventi di tre ministeri (Ambiente, Sviluppo, Interni) che hanno autorizzato l’impianto, proprio senza applicare la normativa Seveso – ha sottolineato Caffese per poi avere il diritto al raddoppio impossibile con la Seveso –. l’autorizzazione non è sufficientemente severa a tutela dei cittadini. Ciò detto: Emiliano potrebbe avere – questo non lo so – evidenze di mancanze di misure di salvaguardia: in questo caso potrebbe intervenire. Tre ministeri e anche un funzionario della direzione fossile Ue e non il Tribunale Europeo,siano intervenuti senza considerare le ricadute su salute data dalle emissioni di metano precursore ozono cancro e dell ambiente anche marino rovinato passando sotto le posidonie..Cosa dicono Tar Lazio, Consiglio di Stato e Tribunale di Lecce.Scorrendo la sentenza del Tribunale amministrativo, sembrano esserci possibilità di riapertura della questione: la magistratura ammette, per esempio, che il problema dell’applicabilità della normativa “Seveso” era emerso “sin dall’inizio dell’esame del progetto” tanto che la stessa Commissione VIA/VAS, in un parere reso il 29 agosto 2014, aveva inserito una prescrizione “in forma dubitativa”. Successivamente il Mise aveva chiesto un approfondimento specifico sull’assoggettabilità alla “Seveso” del PRT, cioè il Terminale di ricezione del gas, ai ministeri dell’Interno e dell’Ambiente, per la loro competenza in materia di sicurezza sugli impianti a rischio di incidente rilevante. Il ministero dell’Ambiente, a sua volta, si rivolse per un parere alla Commissione Ue che il 21 ottobre del 2014 non escluse “che i PRT possano essere localizzati fuori da stabilimenti e quindi essere esclusi dall’applicazione della normativa ‘Seveso’”. Mentre il Viminale con una nota del 25 novembre 2014 ritenne il PRT del progetto TAP “non assoggettabile alla normativa ‘Seveso’ ciò anche alla luce di quanto espresso dall’Ue da un ufficio fossile e non giuridico. Al termine dell’attività istruttoria, i tre dicasteri ritennero dunque superata la prescrizione sulla base del presupposto che il terminale di ricezione “non rientrasse nella nozione di stabilimento” trattandosi invece “di un elemento connesso con il sistema di trasporto gas” e quindi “escluso dall’applicazione di tale normativa”. Una posizione poi recepita dal Consiglio dei ministri del 10 aprile 2015.Per i ricorrenti, cioè la Regione Puglia, il Prt andava assoggettato alla Seveso perché vi si sarebbe svolta un’attività di vera manipolazione del gas – che consiste nella variazione di pressione e riscaldamento del combustibile che proviene dall’Albania sotto forma gassosa ma anche di controllo delle emissioni che dal progetto non risultano mentre sono prescritte dall’Onu ed Eni-Snam con Shell,BP hanno firmato– in modo tale da far ricondurre il terminale nella nozione di impianto di trattamento e rigassificazione metano. Tuttavia, scriveva la magistratura amministrativa “tale limitata attività di riscaldamento del gas naturale proveniente nello stato gassoso dall’Albania non è assimilabile ad un’attività di manipolazione, soprattutto se si considera che questa (manipolazione) si ha piuttosto quando, nel processo di rigassificazione (ad esempio), il gas naturale dallo stato liquido (che comporta una rilevante attività di pressurizzazione in cui il gas raggiunge una temperatura negativa di 163°C) ritorna a quello gassoso, in quanto ciò necessita di una attività di vaporizzazione che, agendo sulla temperatura, lo riscalda fino a portarlo a valori di temperatura positivi, necessari per poter essere immesso nella rete di distribuzione. Qui si dimentica che il trattato ONU firmato da 9 petrolieri conferma il controllo delle emissioni metano precursore ozono cancro e questo controllo è vitale in quanto nel Tap mischiano poco gas azero a tanto gas russo.Nulla di tutto questo avviene nel caso di specie, in quanto si tratta di una attività che comporta un attento controllo delle emissioni che si accumulano nella ricezione TAP a Melendugno per gasdotto che naviga in profondità mare e poi ha la depressurizzazione ed un riscaldamento del gas naturale, al dichiarato scopo di poterlo immettere nella rete nazionale di distribuzione, che controlla il gas in arrivo e che qualifica in termini industriali l’attività svolta che solo nel passaggio successivo è trasporto gas nella misura in cui si tratta di un’inevitabile operazione per rendere compatibile la sostanza nel passaggio dalla fase di trasporto mare a fase industriale e poi a quella distributiva”.Le conclusioni errate raggiunte dalle amministrazioni statali e dall’Ue(parliamo di funzionari fossili e non tribunali come doveva essere) sono irragionevoli”. E anche invocando il principio di precauzione comunitario “ciò non può arrivare a far ritenere il PRT del progetto TAP assoggettabile alla normativa ‘Seveso’”. Conclusioni avallate anche dal Consiglio di Stato che ha di nuovo evidenziato come l’attività di variazione della pressione e di riscaldamento effettivamente svolta nel PRT, “non è limitata” e deve essere assimilata ad un’attività di manipolazione”.La richiesta di archiviazione della Procura di Lecce dove le indagini effettuate, realizzate, anche mediante l’utilizzo di consulenti di parte, hanno portato a concludere per l’applicabilità della direttiva Seveso “sulla base di motivazioni ed argomentazioni che si ritengono pienamente condivisibili” e basate sul fatto che questa normativa “ trovi applicazione con riguardo a tutti i gasdotti europei e mondiali(vedi legge francese) visto che la normativa negli allegati gas non esclude” dall’applicazione il “trasporto di sostanze pericolose in condotta, comprese le stazioni di pompaggio e di reniezioni metanoLa assoggettabilità” alla Seveso vale anche per il terminale di ricezione gas (Prt) “poiché lo stesso deve ritenersi un impianto connesso e indispensabile con gravi rischi per il trasporto del gas in condotta e rientrante nella definizione di ‘stabilimento’”. Si devono effettuare rigorosi controlli sulle emissioni metano e sullo accumulo di questi in ricezione rigassificazione a Melendugno trasformazioni di stato del gas naturale ma unicamente variazioni dei parametri di temperatura e pressione al fine di permettere l’immissione del gas nella rete di trasporto nazionale”. La nota dell’Ufficio del Capo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco del 2015 secondo cui risulta che “la quantità massima di gas potenzialmente presente nel PRT è pari a 48,6t, inferiore quindi alla soglia di 50t che determina l’assoggettabilità” alla Seveso,non contiene tutti i dati riscontrabili nel perimetro di 100 miglia e sottovaluta il rischio di distanze da esplosioni..Cos’è la Direttiva SevesoL’incidente di Seveso – avvenuto il 10 luglio 1976 nell’azienda ICMESA di Meda, che causò la fuoriuscita e la dispersione di una nube della diossina in Brianza – ha spinto gli Stati dell’Unione europea a dotarsi di una politica comune in materia di prevenzione dei grandi rischi industriali a partire dal 1982. La direttiva Seveso (direttiva europea 82/501/CEE, recepita in Italia con il DPR 17 maggio 1988, n. 175 nella sua prima versione) impone innanzitutto agli Stati membri il censimento degli stabilimenti a rischio, con identificazione delle sostanze pericolose, poi l’obbligo ad ogni azienda di questo tipo di avere un piano di prevenzione e un piano di emergenza, la cooperazione tra i gestori per limitare l’effetto domino, il controllo dell’urbanizzazione attorno ai siti a rischio, l’informazione degli abitanti delle zone limitrofe, l’esistenza di un’autorità preposta all’ispezione dei siti a rischio (ARPA, Vigili del fuoco, CTR). Nel 1999 intervenne la cosiddetta Seveso II che introdusse un cambiamento nel sistema di approccio ai sistemi di sicurezza nell’ambito industriale diminuendo il numero di sostanze definite materie pericolose da 180 a 50 e affiancando loro una lista di classi di pericolosità.Dopo l’incidente di una fabbrica di fertilizzanti a Tolosa che causò uno sversamento di nitrato d’ammonio venne emanata la Seveso II bis, che introdusse nuovi limiti per le aziende che detengono nitrato di ammonio, materiale pirotecnico e per le aziende minerarie, oltre all’abbassamento dei valori limite per le sostanze tossiche e l’innalzamento dei limiti per le sostanze ritenute cancerogene. Nel 2015 infine è arrivata la nuova edizione della direttiva: l’aggiornamento è, in primis, dovuto alla necessità di adeguare la disciplina al recente cambiamento del sistema di classificazione delle sostanze chimiche ma anche alla necessità di migliorare e aggiornare la direttiva in base alle esperienze acquisite con la Seveso II, in particolare per quanto riguarda le misure di controllo degli stabilimenti interessati, semplificarne l’attuazione nonché ridurre gli oneri amministrativi; garantire ai cittadini coinvolti un migliore accesso all’informazione sui rischi dovuti alle attività dei vicini impianti industriali “Seveso” e su come comportarsi in caso di incidente; garantire la possibilità di partecipare alle decisioni relative agli insediamenti nelle aree a rischio di incidente rilevante e la possibilità di avviare azioni legali, per i cittadini ai quali non siano state fornite adeguate informazioni o possibilità di partecipazione, in applicazione della Convenzione di Aarhus del 1998.I giudici ed i periti spesso dimenticano di leggere gli allegati gas della Seveso come si è visto per il caso TAP..TAP: IL SALENTO HA LA SUA MORTE NELLA TAP
    TAP: IL SALENTO Acciaio e cemento sotto una morbida spiaggia bianca del Salento. 1.900 ulivi divelti. I vigneti del negroamaro sventrati da un tubo di acciaio e cemento del diametro di due metri per due. Il rischio incombe sul Salento, il territorio divenuto la prima meta del turismo in Italia, scelto per l’approdo di un mega-gas dotto che dovrebbe portare gas all’Europa tanto dai pozzi della Russia e poco dall’Azerbajjan. Alla
    40 sindaci del Salento, con il sindaco di Melendugno Marco Potì in testa,
    hanno manifestato contro, alzandosi in piedi e applaudendo
    quando il presidente della Regione ha ribadito che la Puglia non è la pattumiera degli altri. . Il ministero dei Beni culturali ha espresso parere contrario.
    Il gasdotto dovrebbe approdare su un’incantevole spiaggia la Caciulara San Basilio, a San Foca, una delle cinque marine di Melendugno, sul Mare Adriatico, insignita per ben
    quattro volte della Bandiera blu e Le cinque Vele di Legambiente e distante appena un chilometro e mezzo dalla riserva naturale di interesse internazionale Le Cesine.
    Siamo in una zona ad alta intensità turistica, dove i giovani si sono inventati un lavoro puntando sul turismo e sulla tutela delle risorse naturali, tra numerosi siti di
    interesse comunitario e un sito archeologico di straordinaria bellezza, Roca Vecchia, la Micene del Salento. Su appena 500 metri di arenile, che viene puntualmente
    segnalato dalle riviste di turismo nazionali tra le spiagge più belle della Puglia, ci sono ben tre stabilimenti balneari. E poco distante sorge un residence albergo, Punta
    Cassano. Tra le dune depongono le uova le ormai rare tartarughe di mare, caretta caretta.
    Qui la TAP AG ha progettato l’approdo di un gasdotto che parte oggi dalla Russia via Tusskish Stream e dall’Azerbajian, risparmia, giustamente, le
    bellissime coste della Grecia, attraversa le montagne a 1.990 metri di altitudine, per arrivare in Albania dalla cui costa dovrebbe immettersi in mare, poggiandosi per 111 chilometri sui fondali del Canale d’Otranto, un mare, avvisano gli esperti, particolarmente esposto alle correnti e a forte rischio sismico. Il gasdotto approda poi sulla spiaggia La Caciulara San Basilio a San Foca. Ma, siccome anche l’occhio vuole la sua parte il tubo di acciaio
    ricoperto da cemento armato si immergerà sotto la sabbia e le dune con un microtunnel a una profondità di 18 metri distruggendo la posidonia sopra ,protetta da Convenzione mondiale..La voragine scavata nei fondali per ottenere l’immersione del gasdotto sarà ricoperta da cemento armato e malta. Lo spiegano in un controrapporto presentato sin al Ministero del’Ambiente, ben 25 esperti tra architetti, ingegneri, geologi, chimici, medici
    e avvocati, chiamati a mettere a disposizione le loro competenze dal Comune di Melendugno e cooordinati dal professore del Politecnico di Bari ingegner Guido Borri.Allo stato attuale il ministero dell’Ambiente ha approvato il rapporto di Valutazione Impatto Ambientale presentato dalla società Tap con 58 prescrizioni, il ministero deiBeni Culturali lo ha bocciato.Parla chiaro il controrapporto presentato sin dal novembre
    dello scorso anno dal Comune di Melendugno al Ministero dell’Ambiente: “Abbiamo convocato gli esperti”, spiega il sindaco di Melendugno, Marco Potì, “perché
    potessero liberare il Comitato No Tap e il territorio dall’accusa di campanilismo o sindrome Nimby. C’è un lavoro serio dietro le osservazioni presentate, non potranno dire che siamo degli estremisti incompetenti, ci sono dei grandi professionisti tra le firme del contro-rapporto che svela tutti i punti più controversi del progetto”. Il gasdotto dopo essere riemerso in pineta, che sarà praticamente rasa al suolo per due ettari, si snoderà via terra. Per consentirne il passaggio e creare le zone di sicurezza e la viabilità di emergenza intorno, saranno divelti 1900 ulivi secolari, in un paese che vanta di detenere il 4 per cento della produzione di olio, a livello regionale.A Melendugno, poi, in località Masseria del Capitano doveci sono i dollmen preistorici Placa e Gurgulante sarà realizzata la centrale di depressurizzazione, con camini alti dieci metri per smaltire i fumi. Intorno il deserto: 12
    ettari di terreno, vasto quasi quanto 24 campi di calcio, dove non sarà ammessa alcuna attività. La centrale servirà per riportare la temperatura del gas ad un valore
    di almeno tre gradi centigradi. I Consiglio comunali dei Comuni interessati hanno peraltro dichiarato con delibere a partire dal 14 ottobre 2013 inidoneo il luogo destinato a ospitare la
    Centrale di depressurizzazione perché si trova molto vicino ai centri abitati di Melendugno, Vernole e Calimera e perché sorge in una zona non industrializzata, fatta di masserie e uliveti che caratterizzano il tipico paesaggio salentino. Non si indica nel progetto dove si andrebbe ad attingere l’acqua necessaria a far funzionare l’impianto con il grave rischio di prosciugare il già delicato equilibrio delle falde freatiche salentine.A meno che, non ci arrivi volando, il gasdotto attraverserà poi anche i vigneti di Negroamaro del Nord
    Salento per arrivare ad immettere il gas nella centrale SNAM di Mesagne.Tutta questa opera sarà dimessa tra 30 anni come vuole L’Europa ma i furbetti gas chiedono concessione di 50 anni o poco più,avvertono gli esperti. La società che intende realizzarla la considera “opera persa”. I tubi di acciaio ricoperti di cemento armato per un diametro di tre metri, saranno abbandonati in balia delle correnti del mare e degli agenti meteorologici, lentamente corrosi e mai smaltiti da alcuno.”Un bel regalo per le generazioni future, i bambini di oggi, per i quali i loro genitori stanno lavorando con
    grandi sacrifici, inventandosi attività turistiche, nella speranza di consegnare a loro una terra migliore!, commenta”Questo è il paradiso, sarebbe un vero peccato
    distruggerlo”.Ma i petrolieri con i loro soldi pagano politica e consenso persino sui giornali e TV dando pubblicità.

    IL TAP E LE TRIVELLAZIONI NON SONO UNA SCELTA RAZIONALE MA IL BLOCCO X 30 ANNI DEL PIL A 0,5% INVECE CHE AL 4-5%.LE INFORMAZIONI RELATIVE AL TAP NON SONO LEGATE SOLO ALLE PROTESTE E AI DUBBI SULL’IMPATTO AMBIENTALE MA AL PIL CHE NON CRESCE PER COLPA DI IMPORTAZIONI INUTILI DI 90 MILIARDI ANNUI FOSSILI ED ENERGIA NUCLEARE.CHI DICE CHE I BENEFICI SONO BEN MAGGIORI DEI RISCHI MENTE SPUDORATAMENTE. IL TAP, TRANS – ADRIATIC PIPELINE, È ILGASDOTTO INUTILE DI GAS RUSSO IN PREVALENZA CHE VUOL UNIRE LE COSTE ITALIANE IN PUGLIA AL GAS RUSSO FACENDO FINTA DI IMPORTARE GAS DAL GIACIMENTO CASPICO DI SHAH DENIZ II A SUD DI BAKU, IN AZERBAIGIAN:NOVECENTO CHILOMETRI CHE COPRIRANNO PER UN BREVE TRATTO IL MARE ADRIATICO E POI LE TERRE DI ALBANIA E GRECIA, PER CONNETTERSI INFINE A DUE ALTRE STRUTTURE SIMILI: IL TANAP, CHE ATTRAVERSA LA PENISOLA ANATOLICA DA OCCIDENTE A ORIENTE, E LO SCP, IN GEORGIA E APPUNTO AZERBAIGIAN. PARLIAMO DI CANCRO DA EMISSIONI METANO, PROTESTE DI CARATTERE AMBIENTALE, E L’IMPATTO ECONOMICO E GEOPOLITICO PER SPRECHI DI 2.000 MILIARDI.PARLIAMO DI UNA INFRASTRUTTURA CHE AFFONDA LE RADICI NELLA TRANSIZIONE SOVIETICA,NEGLI APPROVVIGIONAMENTI LIBICI MINACCIATI DA UNA SITUAZIONE DI CAOS POLITICO E DAL FINTO BYPASS UCRAINO. IN UN CONTESTO NEL QUALE AL PROBLEMA IRACHENO SI ERANO AGGIUNTE LE INCERTEZZE PROVOCATE DELL’INTERVENTO IN LIBIA E DALLE PRIMAVERE ARABE. INSOMMA, I RUSSI FURBI FECERO CREDERE DI APRIRE UNA NUOVA LINEA DI APPROVVIGIONAMENTO LUNGO LA DIRETTIVA CAUCASICA COSTITUIVA UNA MISURA PERFETTAMENTE RAZIONALE.LA CONTESTAZIONE CHE STA AVVENENDO ANCORA ADESSO TIENE CONTO DEL FATTO CHE I NEGOZIATI SI SONO SVOLTI IN UN CONTESTO COMPLICATO, PREOCCUPANTE, NEL QUALE LE INCERTEZZE DI SALUTE,OZONO PRECURSORE CANCRO,INQUINAMENTO FALDE,DISTRUZIONE POSIDONIA E NON RISPETTO DELLE DISTANZE DA ESPLOSIONI ERANO NOTEVOLI.NON ERA E NON È PERFETTAMENTE SENSATO, E LO È TUTTORA PER UN PAESE MEDITERRANEO COME IL NOSTRO, CONNETTERSI A UN’AREA COMPLESSIVAMENTE INSTABILE COME QUELLA TURCA E DEL CASPIO.PER UN PAESE MEDITERRANEO COME IL NOSTRO CONNETTERSI AD UN’AREA INSTABILE COME QUELLA DEL RUSSA-TURCA-CASPIO È UN ERRORE STRATEGICO. L’ITALIA NON AVRÀ ALCUN VANTAGGIO DI DIVENTARE UN CONNETTORE TRA I GIACIMENTI RUSSI DA SUD-CASPICI E IL MERCATO EUROPEO DELL’ENERGIA CHE SARÀ SEMPRE PIU’RINNOVABILE E PRODURRA’ METANO RINNOVABILE.NON CI SONO BENEFICI MA SOLO ALTI COSTI.A MIO AVVISO LE PROTESTE SONO FONDAMENTALI, E MI RIFERISCO A QUELLE DI BYPASS DELLA LEGGE SEVESO,DISTANZE,EMISSIONI CANCRO,ESPLOSIONI,POSIDONIA E PAESAGGISTICHE. MOLTI SERVIZI DI QUELLI PASSATI IN TELEVISIONE INSISTEVANO SULL’IMPATTO AMBIENTALE. TUTTAVIA, POSTO CHE NON È A IMPATTO ZERO QUANDO SI PARLA DI INFRASTRUTTURE GASDOTTI OFFSHORE INUTILI PARLIAMO DI GAS TRASPORTATO CON LE CLASSICHE CONDOTTE, NON DI GNL, OVVERO DI GAS MOVIMENTATO CON NAVI E IL CUI UTILIZZO RICHIEDE IL RICORSO A IMPIANTI DI RIGASSIFICAZIONE COME PER ESEMPIO IN ALTO ADRIATICO. QUALI SONO DUNQUE GLI SVANTAGGI DEL TAP? 2.000 MILIARDI DI SPRECHI IN 30 ANNI E IL BLOCCO DELLA PRODUZIONE DI METANO RINNOVABILE ALTERNATIVO DA POMPAGGI.
    Un svantaggio esplicito per l’Italia è quello di diventare un connettore tra i giacimenti russi da sud-caspici e il mercato europeo dell’energia. La Turchia ed il Caucaso non sono un’area politicamente stabile e della partita Tap fa parte Snam. Con il gas russo tanto e azero poco insomma l’Italia entra in una logica di commercializzazione gas che nessuno vuol comprare come dice economist perche’ troppo caro,inutile,soppiantato dal metano rinnovabile e syngas da plasma rifiuti.La Russia, in evidenza, ne risulta avvantaggiata e non va dimenticato che Mosca è un playerglobale dell’energia e i suoi interessi vanno valutate secondo una scala e in base a logiche di tutt’altra entità per cui potrebbe bloccare il gas al Tap-Tanap come fece per il passaggio in Ucraina.Il Tap agevola in qualche modo gli interessi russi, dato che Mosca ha il TurkStream e possegga risorse incomparabilmente maggiori di quelle azere. Le capacità di Shaz Deniz II sembrano essere state oggetto di stime troppo ottimistiche e la Russia entra alla grande in partita con il raddoppio eventuale del Tap come dice Snam ovviamente con solo gas russo.
    Noi costruiamo ed analizziamo gasdotti dal 1969 e ci atteniamo sempre alla normativa FERC USA ed in Europa alla normativa francese che è la migliore in materia gasdottied ho il piacere di allegarla.Ho analizzato a lungo il progetto Tap e posso dire on certezza che la FERC lo avrebbe bocciato.In Italia c’è solo la normativa Seveso e se uno la bypassa tutti possono costruire gasdotti come vogliono.Trovo che non vengono rispettate ne le distanze,almeno 2 miglia,ne la Convenzione mondiale sulla posidonia.In Italia esiste solo la legge Seveso che è una ottima legge che sia i periti che il Ministero hanno bypassato.Spero che non bypassino le distanze,il cumulo dei fossili in 50 miglia di raggio.La Bei mi ha richiesto una indagine dato che in tempi non sospetti dissi che dentro il Tap confluiva gas russo.Ora l’Eni in Commissione ha confermato il gas russo..Al Governo Mise e Minambiente non hanno capito perchè la filiera energia acqua-mare pompaggi sviluppa altre filiere che possono dare 1 milioni di posti con bassi investimenti:es recupero dii fabbriche dismesse o siti pubblici:
    1.TAP dai costi pazzeschi che il Governo e Confindustria Roma sottovalutano o non sanno calcolare.
    -120.000 morti da emissioni metano precursore ozono che provoca cancro(fonte OMS)
    -distanze non rispettate calcolate in base a formule mondiali dove si entra con pressione e spessore tubo acciaio.Confermiamo 2 miglia,quasi 4 KM.
    -se esplode a Melendugno ci sono 250 morti
    -posidonia protetta in tutto il mondo ed è vietato costruire gasdotti sopra e sotto
    -danni per impiego forze ordine contro art.21 Costituzione protesta libera costo 200.000 euro da addebitare a TAP.Il Parlamento non ha firmato Accordi Internazionali e non ha avvallato la priorita’ del gasdotto dato che esiste il metano rinnovabile da pompaggi.
    -danni Salento 4 miliardi
    -danni alla pesca 1 miliardo
    Nessuna penalità da pagare in caso di recesso, nessun costo calcolato dallo Stato italiano, nessun risparmio sulla bolletta. La smentita del Ministero delle sviluppo economico alle fake news diffuse dal Governo.Non è prevista alcuna penalità a carico dello Stato italiano nel caso in cui il Governo dovesse bloccare i lavori del gasdotto Tap.Anzi
    -il DEF deve levare 17 miliardi annui di incentivi fossili x 30 anni=510 miliardi
    -Il DEF deve levare 5 miliardi annui di capacity market gas x 30 anni=150 miliardi.Denuncia gia’ sottoposta a Commissione EU Vestager x aiuti di Stato e blocco metano rinnovabile da droelettrico in pompaggio.
    -Il DEF deve levare 2.000 miliardi di spreco TAP che aggrava le bollette x 30 anni
    -IL DEF non puo’ bloccare pompaggi e metano rinnovabile con carburanti FTS;vale 125 miliardi annui x 30 anni=3750 miliardi.
    2.Non è mai stato calcolato alcun costo di “fuoriuscita” dal progetto.Anzi a Milano c’è un processo per corruzione internazionale tramite una Fondazione che prese soldi.Se il Tribunale condanna,è automatica la condanna europea e salta il TAP.
    2.I Ministri PRO TAP.L’Ex Ministro Minambiente Galletti commercialista a Bologna,fossile nel DNA come Prodi e Clo’ suoi maestri è stato quello che con Calenda ha avvallato il Tap,ma mai passando da votazioni parlamentari,ma solo nelle vie segrete della burocrazia occulta dei Ministeri.
    1.Balle sul tubo (seconda parte). All’indomani della débâcle elettorale del 4 marzo, il Ministero dell’Ambiente Galletti concesse in fretta e furia il “nulla osta” senza la necessaria documentazioneIl tubo (il cosiddetto micro tunnel di approdo) che collegherà il gasdotto Tap che arriva dall’Albania con la spiaggia di San Foca, è esente da ogni Valutazione di impatto ambientale (Via).Il Ministero dell’Ambiente (retto all’epoca, e per ancora pochi giorni, da Gian Luca Galletti dell’UDC) l’ha deciso con proprio decreto il 9 marzo 2018.
    2.VIA mai applicata.E’ una procedura complessa, che nel 2014 ha avuto delle “prescrizioni”, cioè una serie di obblighi, assolti i quali, la società Tap si sarebbe potuta accaparrare l’agognato certificato di “non assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale”.Quindi, ci è sembrato doveroso verificare se le “prescrizioni” siano state soddisfatte, cioè se Tap ha effettivamente assolto ad ogni obbligo imposto con decreto ministeriale. Lo abbiamo fatto grazie agli atti allegati aduna serie di esposti, almeno cinque, depositati presso la Procura della Repubblica di Lecce.
    3.Dai documenti in nostro possesso emerge che:
    la decisione di “non assoggettabilità” è stata presa senza che il Ministero avesse nel “fascicolo Tap” tutti i documenti necessari per legge per poter prendere tale decisione.
    il Ministero dell’Ambiente ha dichiarato che la società Tap aveva ottemperato a tutte le prescrizioni richieste, prima ancora di avere i documenti che lo potessero attestare.
    il Ministero dell’Ambiente ha rilasciato la non assoggettabilità alla Via prima di avere tutti i documenti a posto, prima cioè che tutte le “prescrizioni” fossero soddisfatte: le “prescrizioni”, come detto, sono gli obblighi imposti per legge a Tap.
    4.Ben due enti pubblici, Ispra e Arpa Puglia, hanno comunicato che alcune analisi ambientali andavano rifatte e sottoposte alla valutazione di entrambi gli enti. Hanno messo per iscritto e comunicato al Ministero dell’Ambiente che alcune analisi ambientali, necessarie e indispensabili per ottenere poi (eventualmente) la esclusione dalla Via, non erano state fatte o comunque non erano state inviate a Ispra e Arpa Puglia perché fossero sottoposte alla loro valutazione.
    5.La certificazione ambientale Ecolabel/Ecoaudit, indispensabile per avere l’ok dal Ministero, non c’è né mai sarà possibile averla. (Altri piu’ bravi vi spiegheremo perché).
    LA VIA RILASCIATA NONOSTANTE LA DOCUMENTAZIONE MANCANTE
    6.Il 9 marzo scorso il Ministero dell’Ambiente (decreto direttoriale n.116 a firma del direttore generale Giuseppe Lo Presti) ha decretato “l’esclusione dalla procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto microtunnel di approdo”.
    7.Peccato che TAP in un documento del 15 marzo, dunque successivo al nulla osta ministeriale, precisa che a i campionamenti relativi alla posidonia oceanica, ai fondali rocciosi sotto costa e alla caratterizzazione della prateria di alghe sono “sono in fase di elaborazione e verranno forniti alle Autorità competenti una volta terminate le necessarie elaborazioni”.
    8.Dunque non è vero, come invece ha scritto il Ministero, che tutte le prescrizioni sono state ottemperate alla data del rilascio del nulla osta, perché questi dati non erano in suo possesso.
    9.IL MINISTERO PRIMA RILASCIA LA VIA, POI IL DOCUMENTO CHE ATTESTA L’OK DELLE PRESCRIZIONI
    Il decreto con cui il Ministero dell’Ambiente esonera la Tap dalla Valutazione d’impatto ambientale, come detto, è del 9 marzo.
    10.Il 16 aprile il direttore generale del Ministero, Giuseppe Lo Presti, firma un documento con cui ratifica l’ottemperanza di Tap a tutte le prescrizioni.Ma ottemperare alle prescrizioni è un obbligo che precede il rilascio del nulla osta. Invece il Ministero prima rilascia il nulla osta, poi dopo un mese e 7 giorni dichiara che le prescrizioni sono a posto.Dunque, se è vero il secondo documento, cioè quello del 16 aprile, è falso il primo, quello in cui il Ministero da l’ok affermando che tutte le prescrizioni sono assolte.Dunque abbiamo dimostrato a questo punto che il nulla osta è stato rilasciato in assenza di tutte le prescrizioni.Purtroppo, poi, è falso anche quanto dichiarato nel secondo documento (quello del 16 aprile)in cui si certifica che tutte le prescrizioni sono assolte.Infatti è proprio Tap ad inviare i risultati dei monitoraggi richiesti per l’ottenimento del nulla osta, ma lo fa il 19 aprile, cioè tre giorni dopo il certificato ministeriale in cui si dice che è tutto a posto (Documento “Risultati del Monitoraggio Ambientale Ante operam, aree interessate dalla fase 1b” IAL00-C5577-000-Y-TAE-0002).
    11. Non Piccole sviste. Il 19 aprile 2018, con la consegna dei dati dei monitoraggi si sarà “condonato” tutto, ci siamo detti. Siamo il Paese dei condoni e delle proroghe. Che sarà mai un certificato presentato tre giorni dopo che il Ministero certifica che il certificato è stato rilasciato tre giorni prima? Quisquilie.
    12.ISPRA E ARPA E LE VALUTAZIONI MANCANTI
    Ispra e Arpa Puglia il 30 aprile scorso, cioè dopo che tutto, secondo il Ministero, era a posto, firmano congiuntamente una documento che non lascia spazio a dubbi.
    13.Ispra e Arpa nel documento, tengono ancora aperta la partita del rilascio del nulla osta (la non assoggettabilità a Via), chiedendo di utilizzare un approccio “maggiormente cautelativo” nell’analisi di alcuni dati e chiedono di ricalcolare alcuni paramenti relativi alla torbidità dell’acqua.Concludono che dopo che Tap avrà ottemperato alle loro prescrizioni, tutto “dovrà essere comunque preventivamente sottoposto a valutazione di ISPRA e ARPA Puglia”.Precisano anche che “non risultano trasmesse, a tutt’oggi, presso questi Enti le relative informazioni” e che due punti delle prescrizioni “sono al momento non ancora ottemperati”.Questo accadeva il 30 aprile scorso. Cioè un mese e 20 giorni dopo il rilascio del nulla osta del Ministero.
    14.Quindi come ha fatto il ministero dell’Ambiente a rilasciare il 9 marzo la non assoggettabilità a VIA e a dichiarare il 16 aprile che tutte le prescrizioni erano soddisfatte se il 30 aprile gli enti competenti Ispra e Arpa Puglia scrivono che la prescrizione “a5” non poteva essere dichiarata ottemperata per mancanza di dati e per difformità di altri dati rispetto i protocolli concordati in sede di Via?
    15.Questa prescrizione è stata disattesa almeno fino al 10 ottobre scorso (sette giorni fa), perché attraverso posta elettronica certificata Arpa, interrogata proprio su questo punto da un cittadino, ha risposto che: “Si comunica che allo stato attuale non è stata sottoposta all’attenzione di questa agenzia nessuna proposta di ricalcolo del valore soglia della torbidità come richiesto nel parere di Ispra e Arpa Puglia trasmesso con prot. Ispra n. 40014 del 20.6.2018”.
    16.Cioè ad oggi, 17 ottobre, giorno in cui il Governo annuncia che “questo Tap s’ha da fare”, giorno in cui alcuni giornaloni titolano che dovremo pagare “20 miliardi”, senza sapere apportare una carta straccia a supporto dei loro titoloni, ad oggi 17 ottobre, una serie di obblighi necessari per avere il nulla osta del Ministero non sono stati assolti.Ma, a costo di fare carte false, il nulla osta è arrivato lo stesso.
    17.Salvini ha dichiarato che il Tap permette sconto 10% ma la notizia e’ infondata e crea un grave pregiudizio ai mercati.
    18.Capacity Market gas da TAP.Tutti i media pagati con pubblicità fossile e Arera con Saglia,insistono che il Parlamento approvi il capacity market gas da TAP che delinea un vero aiuto di Stato da 3-5 miliardi annui.Questo capacity market è spalmato in varie leggi.
    3.Chi le spara piu’ grosse sul TAP e multa alla stampa che diffonde notizie false.
    1.Nessuna penalità in caso di recesso, nessun costo calcolato dallo Stato italiano, nessun risparmio sulla bolletta. La smentita del Ministero delle sviluppo economico alle fake news diffuse dal Governo.Non è prevista alcuna penalità a carico dello Stato italiano nel caso in cui il Governo dovesse bloccare i lavori del gasdotto Tap.
    2.Non è mai stato calcolato alcun costo di “fuoriuscita” dal progetto.
    3.Non è vero che “abbiamo le mani legate” come dichiarato dalla Ministra per il Sud Barbara Lezzi e che il costo che dovremmo far pagare al Paese per fermare l’opera “è troppo alto”.Troppo alto rispetto a quali parametri?In realtà i dati diffusi a mezzo stampa su un presunto risarcimento danni miliardario da addebitare all’Italia, non hanno alcun fondamento.
    4.Perfino lo sconto sulle bollette del gas, che il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha quantificato pari al 10%, è pura fantasia.E’ il Ministero per lo sviluppo economico (Mise) a smentire nero su bianco una serie di balle uscite nelle ultime 24 ore sul Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto che, partito dall’Azerbaijan, attraversando Turchia, Grecia, Albania, sta per arrivare in Italia attraverso il mar Adriatico.
    5.Dovrebbe sbarcare nel Salento e bucare la delicata e fragile “falesia”, il costone roccioso e friabile a strapiombo sulle spiagge di San Foca, uno dei litorali più belli d’Italia.
    6.Una serie di tutele ambientali, previste dalla direttiva Ue Natura 2000 sulla flora marina che vegeta al largo di San Foca, non ha impedito l’avanzare del progetto.
    7.LA SMENTITA.Era arrivata il 27 settembre scorso per le vie ufficiali.Una serie di associazioni, comitati e semplici cittadini (Comitato “No TAPSalento”, “Terra MIA”, Graziano Giampaolo Petracchi, “Movimento No TAP”, “Associazione Salento Km0”, “Movimento No TAP della Provincia di Brindisi”, “Associazione Bianca Guidetti Serra”) il 2 agosto scorso hanno fatto richiesta di accesso agli atti al Mise (Ministero per lo sviluppo economico), chiedendo anche delucidazioni sui costi della penalità che i cittadini dovrebbero sostenere per un eventuale revoca della disponibilità dell’Italia al passaggio del tubo.
    8.La risposta è a firma del direttore generale del Mise, l’ingegnere Gilberto Dialuce, dunque la massima autorità competente in materia.L’ingegnere Dialuce scrive che: “La quantificazione dei costi di abbandono divulgata dalla stampa ha come fonte la Società di Stato azera SOCAR. Nello specifico, per quanto di conoscenza di questa Direzione, le cifre citate (70 o 40 miliardi) sono emerse durante gli incontri avvenuti col Ministro degli esteri azero nel corso della visita del Ministro degli affari esteri e la cooperazione internazionale Enzo Moavero Milanesi e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Azerbaijan lo scorso 23 luglio”.In parole povere: balle spaziali. O balle del tubo.Nessun costo dovrà sostenere l’Italia e tale presunta penalità non è stata neanche presa in considerazione dai nostri ministeri.Si è trattato di una sorta di spauracchio sventolato da Socar davanti al naso del nostro presidente Mattarella, ma non ha alcuna forma ufficiale.
    “Non si tratta pertanto di conteggi effettuati dal Governo italiano o da questo Ministero”, ribadisce il direttore del Mise.
    Chiarissimo.Ma l’Italia rischia di pagare delle penali?Chiedono i comitati e le associazioni al Mise, che risponde: “Si specifica che il TAP è un’opera la cui realizzazione non prevede finanziamenti dello Stato italiano. Una eventuale revoca dell’autorizzazione rilasciata e riconosciuta legittima da tutti i contenziosi amministrativi, col conseguente annullamento del progetto, causerebbe una serie di danni a soggetti privati (la società costruttrice, le società che hanno avuto appalti di lavori, gli esportatori del gas azero, gli acquirenti che hanno già firmato contratti di acquisto venticinquennali del gas con consegne del gas in Italia a partire dal 2020) e pubblici, configurando richieste di rimborso degli investimenti effettuati nonché dei danni economici connessi alle mancate forniture, anche al di fuori del territorio italiano, nei confronti dello Stato italiano, attivando cause o arbitrati internazionali in base alle convenzioni internazionali firmate dall’Italia che proteggono gli investimenti esteri effettuati da privati, motivati anche dalla violazione dell’Accordo Intergovernativo sottoscritto e ratificato dal Parlamento italiano”.Quindi è probabile che l’azienda di stato dell’Azerbaijan SOCAR pretenderà il pagamento di penali che, tuttavia, l’Italia può legittimamente rifiutarsi di pagare.Infatti, nel caso di una eventuale revoca dell’impegno da parte dell’Italia, Socar e gli altri soci privati potrebbe chiedere all’Italia danni miliardari se avessero tutte le carte in regola, tutte le autorizzazioni e i pareri tutti regolarmente emessi e tutti favorevoli.Insomma se stesse dalla parte del giusto, Tap potrebbe chiedere i danni e ottenerli.Ma TAP ha davvero le carte in regola? NO
    4.Il gas naturale non è piu’ il surrogato di combustibili fossili ma elimina solo le energie rinnovabili ed il metano rinnovabile

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