TUTTI PAZZI PER LE SERIE TV? L’INCHIESTA DI leccecronaca.it SI CONCLUDE DANDO DOVEROSAMENTE LA PAROLA A DUE FRA I MASSIMI ESPERTI DEL SETTORE, I DOCENTI DELL’UNISALENTO MARCELLO APRILE E LUCA BANDIRALI

| 20 Luglio 2019 | 0 Comments

di Carmen Leo______

“L’interesse del grande pubblico per i film prodotti in serie nasce perché essi rappresentano indubbiamente il fenomeno largamente più importante della televisione contemporanea, intesa nel senso più generico del mezzo televisivo, che include ampiamente i canali in streaming, che trasmettono anche contenuti on demand.

Il linguaggio di questi programmi, principalmente dal punto di vista produttivo, sociale, artistico, della narrazione, della regia, potrebbe essere definito mediamente più coraggioso di quello del cinema, in quanto risulta essere più complesso, stratificato, interessante, in breve meno scontato, in quanto non sempre prevede un happy end, come invece accade spesso nelle produzioni per il grande schermo.

In questo quadro noi abbiamo deciso di studiare questo fenomeno in modo sistematico e serio, con la creazione di un vero osservatorio, nel quale hanno collaborato con me alcune generazioni di studenti, sempre attentamente interessati a quello che accade, non solo dall’altra parte dell’oceano, ma costantemente rivolti ad analizzare, sin dalla nascita, una produzione seriale italiana di tutto rispetto, che non scimmiotta altri modelli, bensì ne trova di propri e di molto interessanti.

Tra tutti potremmo menzionare Romanzo criminale e Gomorra, come anche altre serie di successo e di spessore artistico-culturale, le quali hanno dimostrato che l’Italia non è la terra del popolo di buoi, cui eravamo abituati con le classiche fiction del tipo cuore-amore, in cui tutto era scontato, a cominciare dal formato in due puntate, di solito in onda le sere di domenica e lunedì”.

 

Nel concludere la nostra inchiesta sul dilagante fenomeno di alto gradimento delle più svariate serie televisive, abbiamo ottenuto, in esclusiva per leccecronaca.it, l’illustre opinione a riguardo del professor Marcello Aprile (nella foto di copertina), 54 anni, di Calimera, ordinario di Linguistica Italiana presso i corsi di laurea in Scienze della Comunicazione e Lettere Moderne dell’Università del Salento, come anche autore di numerose pubblicazioni sull’argomento.

Marcello Aprile è anche il direttore scientifico di L’OST – l’osservatorio sulle serie televisive – un sito di analisi (consultabile su www.osservatorioserietv.it – n.d.r) e classificazione delle serie tv, che nasce nel 2014, per iniziativa del Dipartimento di Studi Umanistici dello stesso ateneo salentino, come progetto-studio relativo alla serialità televisiva italiana e straniera, scandagliata nelle sue caratteristiche linguistiche, oltre che per quanto concerne contenuti e struttura, avvalendosi di uno staff di prestigiosi studiosi del settore.

 

L’acronimo L’OST– risponde il professor Aprile alla nostra domanda su quale sia, a suo parere, la produzione seriale più incisivamente rilevante degli ultimi anni – riprende il nome da LOST, una serie partita nel 2004, che ha significato un vero e proprio rivoluzionario cambio di marcia nella messa in onda sul piccolo schermo e che presenta un linguaggio denso, complesso, anche difficile da seguire. È un focus mediatico di grande riflessione sull’occidente, con una trama stratificata, complessa, erudita, mai banale, colma di riferimenti culturali molto dotti, con personaggi straordinari. Questa serie è stata una scommessa azzardata, perché era difficile pensare che lo spettatore medio, non molto incline all’approfondimento, ma più portato magari a socializzare con Twitter, potesse essere interessato a seguire questa singolare narrazione. LOST ha spianato la strada a quello che poi è avvenuto dopo, come fenomeno di costume, richiedendo al pubblico una grandissima attenzione, perché seguire serie tv di tale genere sottende un certo impegno e coinvolgimento, eppure lo hanno fatto decine di milioni di persone. Questo apre delle prospettive incoraggianti, testimoniando il fatto che evidentemente siamo in grado di reggere livelli di siffatto alto valore contenutistico”.

Il lavoro di ricerca e studio del professor Aprile, all’interno del comitato scientifico di L’OST, è affiancato dalla figura di Luca Bandirali (nella foto qui sopra), 46 anni, di Lecce, ex docente a contratto di Cinema, Fotografia e Televisione presso il corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università del Salento, coautore di numerose trasmissioni televisive ed anche conduttore della trasmissione radiofonica Hollywood Party, in onda su Radio Tre Rai.

Ci ha gentilmente  risposto così alla domanda su come è nato in lui l’interesse per le serie tv.

“Andavo al cinema quasi tutti i giorni, ma non avevo mai avuto alcuna predilezione per i programmi televisivi. Questo fino al 2003, anno in cui un collega della redazione di Segnocinema, Enrico Terrone, mi obbligò quasi a guardare la prima stagione di 24. Da quel momento ne ho cercate altre e altre ancora.

Mi è molto piaciuta Game of Thrones, per il senso del tempo in cui si sviluppa la crescita degli eroi, accompagnati gradualmente e sapientemente descritti fino all’età adulta. Gomorra poi ha dato, senza ombra di dubbio, rilievo internazionale alla produzione europea delle serie televisive.

Da una parte è il massimo esempio di sano ritorno al realismo, dopo la stagione postmoderna. Dall’altra rivela l’eternarsi del mitico e del tragico. È una grande esperienza che si colloca, in accordo con una definizione di Umberto Eco, tra il caso e l’intreccio, ma più dalla parte di quest’ultimo”.______

( 4 – fine )______

LE ALTRE TRE PUNTATE DELLA NOSTRA INCHIESTA

TUTTI PAZZI PER LE SERIE TV? UN’INCHIESTA DI leccecronaca.it SU QUESTO FENOMENO DI GRANDE SUCCESSO E DI STRAORDINARIA ATTUALITA’: “Le ho viste quasi tutte, ma la mia preferita in assoluto si intitola…”

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TUTTI PAZZI PER LE SERIE TV? L’INCHIESTA DI leccecronaca.it PROSEGUE CON DUE INTERLOCUTORI INTERESSANTI, OLTRE CHE PROFESSIONALMENTE INTERESSATI AL FENOMENO

Category: Costume e società, Cultura

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