A leccecronaca.it IL SINDACALISTA SALENTINO FERNANDO VERGINE AFFIDA LA SUA SFIDA AL MINISTRO: “Francesco Boccia dimostri i contributi dati ai lavoratori”

| 7 Maggio 2020 | 0 Comments

di Francesco Buja______

«Se è vero quello che dice il ministro degli Affari regionali darò il mio stipendio mensile in beneficenza, ma se non è vero, l’onorevole Boccia e tutti i parlamentari rinuncino alla loro retribuzione per due mesi e la donino ai lavoratori che ancora aspettano l’aiuto dello Stato».

Fernando Vergine (nella foto), segretario nazionale di Cisal metalmeccanici, lancia la provocazione al ministro Boccia, il quale, tre giorni fa, in un dialogo con il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, trasmesso in video su Facebook, ha rassicurato sulla erogazione delle indennità di seicento euro e sulla  cassa integrazione.

Boccia aveva riferito:«Il contributo ora è stato erogato a tutti, tranne a coloro che o hanno sbagliato l’iban o avevano un altro contributo, per esempio il reddito di cittadinanza».

 

L’agguerrito sindacalista salentino però è caduto dalle nuvole: «Moltissimi lavoratori sono ancora in attesa degli aiuti. Il ministro ha detto che gli ammortizzatori sociali, quelli del primo mese, sono stati pagati quasi tutti, ma allora perché i soldi non sono ancora arrivati?».

 

Francesco Boccia, parlando con Salvemini, ha ammesso che ci siano stati ritardi fra marzo e aprile e ha previsto che a maggio non sussisteranno altri, ma Vergine contesta:«Se parliamo con i consulenti del lavoro ci accorgiamo che la situazione è ben diversa. L’altro giorno ho appurato che delle quaranta richieste di benefici inoltrate bonus solo una ha ricevuto accoglimento. Beneficiata un’azienda edile. Questo dimostra che le casse integrazione e i contributi Inps non viaggiano velocemente, come invece il ministro afferma».

 

E ancora: «Il Governo dice di erogare soldi, ma quelli che arriveranno sono evidentemente i quattrini che i lavoratori avevano già accantonato». Vergine dettaglia:«La cassa integrazione è stata finanziata con un contributo mensile dei lavoratori. Il fondo d’integrazione salariale consta, per i datori di lavoro che impiegano mediamente più di quindici persone, di un contributo pari allo 0,65 per cento della retribuzione mensile; per chi impiega un numero di dipendenti variabile da cinque a quindici il contributo è pari allo 0,45 per cento. Riguardo all’artigianato i lavoratori versano dieci euro al mese per i fondi di solidarietà bilaterale oltre allo 0,60 per cento della retribuzione mensile e ovviamente alla quota fissa di iscrizione. Se i soldi li mette veramente lo Stato, allora quelli accantonati dai salariati che fine hanno fatto?».

Numeri, carte alla mano di Vergine. Il quale lancia un’altra sfida:«Voglio un confronto pubblico con il ministro Boccia: è ora di finirla con i bluff».

Category: Cronaca, Politica

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