LA POLITICA TRADISCE, I CITTADINI SI RIBELLANO

| 4 Luglio 2020 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______

Il 10 luglio di cinque anni fa, il neo eletto presidente della Regione Puglia Michele Emiliano decise di insediare la propria giunta andando a Taranto e, nell’apposita riunione in Prefettura, che in pratica fu un suo one man show, fra le altre cose, dichiarò, a proposito dell’ ottavo decreto salva Ilva appena emanato dal governo di Matteo Renzi: “la Regione Puglia col suo ufficio legale suggerirà al governo quelle modifiche del decreto che non tengono però il posto del dialogo inter istituzionale“. Disse proprio così, testuale.

Che aveva voluto dire? Neanche i migliori esegeti riuscirono a decifrare un senso.

Non importa adesso, importa solo che tanto, sull’Ilva, come su Tap, come su tante altre questioni di primaria importanza per ambiente, territorio e comunità pugliesi, Michele Emiliano in questi cinque anni ha detto e ridetto di tutto e il contrario di tutto, e in pratica non ha fatto niente.

La sua presunta soluzione, nel suo immaginario individuale vera e propria panacea universale, è una “decarbonizzazione”, impossibile.

Qualche mese dopo quel memorabile inizio, ad agosto, il presidente Michele Emiliano chiese all’Agenzia Regionale per l’ambiente di pronunciarsi “nel più breve tempo possibile” su fenomeni di emissioni dell’ Ilva intanto verificatisi dopo la riapertura dell’ altoforno 1.

Le nubi dense di colore grigio scuro sarebbero state ‘di vapore‘, e le fiammate ‘colorazione rosata verosimilmente dovuta all’ora del primo mattino’ che non avrebbero determinato ‘alcun impatto rilevabile sulla qualità dell’aria‘, fu l’incredibile responso.

Ecco qua.

Ora, sarebbe ingeneroso prendersela con Michele Emiliano e basta.

La lista sarebbe lunghissima.

Lo citiamo qui, solo per chiederci che cosa potrebbe accadere con le prossime elezioni regionali.

Niente, non cambierà niente, chiunque vinca.

Se vincerà Raffaele Fitto, sarà uguale.

Il candidato del centro – destra dovrebbe spiegare tante cose del suo ruolo in Europa, e sull’ ex Ilva ha sempre avuto decise posizioni pro proprietà privata, senza altre indicazioni, in sintonia col suo nuovo partito di Fratelli d’Italia, e con quelli della Lega.

Ma non importa.

Non voglio fare poi il Fabrizio Maramaldo della situazione, e lascio proprio perdere Antonella Laricchia dei Cinque Stelle, non voglio nemmeno citare gli altri pentastellati, tutti, vergognosi, a tal punto che non sono più credibili, e quindi nemmeno più da prendere in considerazione, dopo  tutto quello che hanno promesso, proposto e regolarmente disatteso e tradito.

Ivan Scalfarotto sostenuto da Sergio Calenda e Matteo Renzi non volevo nemmeno nominarlo.

E allora perché dico queste cose?

Le dico, perché pongo un problema di democrazia.

I governi regionali hanno favorito, direttamente o indirettamente, il Mostro, generato dai governi nazionali.

Quelli nazionali sono stati tutti comprati e complici.

“L’acciaio è strategico”, continua a dire a una voce sola il partito unico del profitto e degli interessi della politica, stavo dimenticando Leu, a proposito, ma che Bersani prese dai Riva 98.000 euro, che ve lo dico a fare? E che dovrei dire dei Verdi, quali Verdi, Angelo Bonelli, amico, compagno e sodale del centro-sinistra?

Strategico, dove l’ho già sentita questa parola?

“L’acciaio è strategico”? Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino. e a Taranto ne sono già morti tanti, troppi, e moltissimi altri operai in fabbrica e cittadini svenduti comunque  fuori.

Pongo una questione di democrazia, sottolineo. Diretta, di partecipazione.

Nemmeno di giustizia, visto che i pronunciamenti delle varie corti europee che condannano i governi italiani rimangono senza esiti, e quello della giustizia italiana, a proposito di ambiente svenduto, latita e si trascina stancamente senza costrutto.

Di democrazia tout court.

Ma che razza di democrazia è mai questa, dove, in spregio all’etimologia e al senso stesso della parola, comandano in pochi potenti nelle segrete stanze del potere, comandano le multinazionali dell’India, dell’ Azerbaian e della Cina?
Che tipo di società abbiamo costruito e non riusciamo a modificare, dove le decisioni vanno sempre a favore dei potentati economici, serviti e riveriti dai politicanti del regime, per quanto producano effetti disastrosi sulla vita quotidiana e sulla pelle stessa, in termini di salute, della gente?

Taranto bella e sfortunata, che potrebbe vivere e bene di cultura e di bellezza, allora è condannata all’apocalisse senza rimedio?

Questa sera c’è stato un segnale di rivolta popolare.

L’incredibile, dirompente, dilagante reazione social, che abbiamo registrato e raccontato di fronte al nuovo e devastante disastro ambientale di questo pomeriggio, da parte dei cittadini, deve far riflettere.

Invito a rileggerlo, fatelo, per favore: c’è tanto, c’è tutto quel che serve, in questo grido di dolore  popolare per la violazione di diritti fondamentali dell’esistenza.

Da qui, da questo bisogna ripartire.

L’informazione, la condivisione, la partecipazione sono armi formidabili: possono fare il miracolo, da sole, senza politici e sindacalisti, che mediano gli interessi dei padroni, di realizzare il sogno, l’ultimo desiderio, espresso al suo papà, con un disegno, di quel bambino vittima innocente, prima di chiudere gli occhi per sempre.______

LA RICERCA nel nostro articolo immediatamente precedente

APOCALYPSE NOW, TARANTO DEVASTATA DAL MOSTRO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Category: Cronaca, Politica

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