CONDANNA DEFINITIVA A TRE ANNI E SEI MESI PER FABRIZIO MICCOLI, ‘IL ROMARIO DEL SALENTO’

| 24 Novembre 2021 | 0 Comments
di Mattia Ala_____Le porte del carcere si spalancano per Fabrizio Miccoli (nella foto), 42 anni, di San Donato di Lecce, calciatore molto popolare fra i tifosi giallorossi, squadra in cui chiuse in pratica, nel 2015, in serie C, una lunga e prestigiosa carriera agonistica, che lo aveva visto protagonista anche nella Juventus e nella Nazionale, oltre che nel Palermo, città in cui, dal 2007 al 2013,  si era diventato il beniamino di tutti, un po’ come Maradona a Napoli.
Proprio a Maradona Miccoli, uno degli ultimi ‘fantasisti’ atipici, genio e sregolatezza, del calcio, si ispirava a tal punto, da essersi fatto tatuare sulla gamba sinistra il volto di Che Guevara, per quanto dicesse che non sapeva nemmeno chi fosse, e che l’aveva fatto solo perché l’aveva visto fare da Diego.
Negli ambienti agonistici, comunque, era noto con l’appellativo di ‘Romario del Salento’, come il campione brasiliano, che ricordava per estro e abilità tecniche.
Questa mattina si è costituito presso il carcere di Rovigo, dopo che a Roma la Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai suoi avvocati avverso la sentenza della Corte d’Appello di Palermo che nel gennaio 2020 lo aveva condannato a tre anni e sei mesi di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
La sentenza è diventata dunque definitiva, e – a causa della particolare aggravante – lo taglia fuori dai comuni benefici di legge.
La vicenda – una brutta storia – risale al 2015, quando Miccoli si rivolse ad un esponente della mafia palermitana per ottenere grazie al suo ‘interessamento’ il ‘recupero’ di un credito vantato per la cessione di una discoteca di un suo amico.
In precedenza, erano emerse da intercettazioni telefoniche sue conversazioni telefoniche private francamente imbarazzanti.
Capita a tutti di sbagliare, usare espressioni infelici, oppure stabilire amicizie da evitare.
Fabrizio Miccoli sapeva di averlo fatto, aveva chiesto scusa e aveva cercato subito di emendare il suo errore.
Poi, negli ultimi tempi, si era dedicato con grande umiltà a insegnare il calcio ai bambini e ad aiutare con grande umanità  i più poveri.
Ora che la giustizia ha fatto il suo corso, l’augurio per lui è che, saldato il suo debito con la giustizia,  possa ritornare presto a farlo di nuovo.

Category: Cronaca

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