LE TARTARUGHE IN QUESTI GIORNI IN DIFFICOLTA’ SULLE NOSTRE COSTE

| 2 Febbraio 2022 | 0 Comments

A leccecronaca.it PARLANO L’AMBIENTALSTA ENZO SUMA DI OSTUNI, E IL DOTTOR PIERO CARLINO DEL CENTRO SPECIALISTICO DI RECUPERO DI CALIMERA

di Flora Fina ______

 

“Sono in corso sulla Puglia adriatica tre giorni di forte tramontana e maestrale con mare molto mosso e temperature sotto i 10 gradi. So che è difficile camminare in spiaggia in queste condizioni, quando lo faccio non incontro mai nessuno, ma è in questi momenti che si può fare la differenza! E’ molto probabile che in queste ora ci siano spiaggiamenti di tartarughe che intorpidite dal freddo e in balia delle onde finiscono in spiaggia, restando impossibilitate a muoversi e subendo il freddo fino a morire. In queste ore possiamo salvarne qualcuna”.

Scrive così dal suo profilo social Enzo Suma, guida naturalistica che da anni si occupa appassionatamente di valorizzazione del territorio, tutela della natura ed educazione ambientale,e,  grazie al progetto Millenari di Puglia, dal 2013, si occupa anche di censire gli ulivi millenari pugliesi.

Concetti questi, che non dovrebbero mai naufragare nel mare della monotonia sociale di cui siamo protagonisti in questi tempi, e che si concretizzano con quell’occhio di riguardo che egli, responsabile di questo progetto, rivolge anche e soprattutto alla fauna.

Il tema attuale è fondamentale, importantissimo: sono tantissime le tartarughe marine che, a causa del freddo invernale, finiscono inevitabilmente spiaggiate nel vano tentativo di ripararsi dall’acqua gelida. Non bastava dunque il pericolo imminente d’estinzione, come anche le reti a strascico, reti da posta, ami, il traffico marittimo ed il degrado delle coste indispensabili alla loro riproduzione: no, il freddo pungente è causa principale in questo periodo della morte di tantissimi esemplari di Caretta Caretta che finiscono inevitabilmente stordite (come nella foto) ed in fin di vita sui nostri litorali.

 

In caso di basse temperature infatti, le tartarughe marine rischiano di cadere vittime di un fenomeno chiamato “cold stun” (letteralmente “stordimento da freddo”). La loro temperatura corporea cala talmente tanto che perdono l’abilità di nuotare, nutrirsi e persino sollevare la testa sopra l’acqua quel tanto che serve per respirare.

Il freddo siberiano che imperversa sulla Puglia in questi giorni non aiuta quindi, e la situazione è sempre più grave, quasi al collasso per i poveri rettili acquatici, sorge il bisogno di sensibilizzare al problema radicale nella nostra biodiversità.

Se trovate una tartaruga probabilmente questa sarà immobile o addirittura pancia all’aria. Muovetela e cercate di vedere se respira ancora o se c’è una minima risposta, potrebbe essere ancora viva! ”  – continua Enzo Suma, e spiega anche perché la prima cosa da fare non è assolutamente quella di riversare la tartaruga nuovamente in acqua- : “Se sono in spiaggia è perché sono in difficoltà e per il freddo non riescono più a muoversi. L’unico momento in cui una caretta caretta tocca la spiaggia è quando nasce e quando torna per nidificare (in estate)”.

 

L’allarme lanciato è dunque un vero e proprio codice rosso: la salvaguardia delle tartarughe marine, per l’Italia in particolare della specie Caretta Caretta, però, è possibile solo grazie al lavoro di esperti e volontari che, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie d’avanguardia, si occupano di recupero, cura, monitoraggio e protezione dei nidi.

Animali docili e affascinanti, le tartarughe sono presenti in moltissime zone del mondo: ne esistono infatti più di duecentocinquanta specie che popolano diverse zone, soprattutto in aree tropicali e subtropicali. In particolare questi rettili acquatici, che hanno trasformato nel tempo gli arti in pinne,  amano i mari temperati, come il nostro Mediterraneo.

 

Il monito di questi eventi è fondamentale: per salvaguardare noi stessi, dobbiamo in primis salvaguardare la natura, che in questo momento sta vivendo un vero e proprio dramma silente, ma letale: “ In queste ore continuano le attività di monitoraggio della costa nella speranza di trovare delle tartarughe ancora in vita dopo un eventuale spiaggiamento nelle ore notturne.

Purtroppo attualmente l’aggiornamento non è positivo perché ci sono almeno tre tartarughe senza vita nel litorale ostunese e due nei pressi di Torre Guaceto.

La mareggiata durerà fino a giovedì sera e occorre un aiuto da parte di chi ha del tempo libero da dedicare per una passeggiata al mare. Ci possono essere sulla battigia anche piccole tartarughe di pochi centimetri come accaduto nella precedente mareggiata. Questo è il momento che può fare la differenza ed essere ancora in tempo per salvarle. Anche solo salvarne una sarà un grandissimo successo ” – mi spiega nel sempre nel dettaglio Enzo Suma, quando chiedo aggiornamenti in merito a questa vicenda, grave per la natura tutta che è “grande nelle grandi cose, ma è grandissima nelle più piccole”.

 

Un concetto questo, ben conosciuto anche dai responsabili del Centro Faunistico di Calimera, che da moltissimi anni, gestiscono il parco alacremente, per ridare non solo salute agli amici animali – che giungono spesso e volentieri in condizioni pietose presso il centro – ma anche la gioia di rientrare poi nel loro habitat naturale, dopo un periodo di stallo nel parco.

Proprio questa mattina, leccecronaca.it ha raggiunto telefonicamente Piero Carlino, erpetologo, che da anni si occupa del recupero degli esemplari di tartarughe marine e del loro reintegro in natura presso il Centro Recupero Tartarughe Marine di Calimera di cui è direttore.

Il suo impegno, profuso da anni per preservare lo status naturale della fauna selvatica dei nostri mari, si esplica poi con i numeri considerevoli di esemplari che giungono ogni giorno proprio nel centro di recupero: “ Il nostro centro ha attualmente ricoverati quarantuno esemplari, di questi trentuno ospitati negli ultimi 15 giorni. Tali numeri che in situazioni normali vengono registrati nell’arco di un anno di attività ” – spiega – “ fortunatamente proprio alcuni giorni fa è stato siglato un accordo con Marevivo, azienda ittica con sede a Castro Marina, grazie al quale il centro calimerese non dovrà più preoccuparsi di reperire il pesce per le tartarughe ricoverate.”

Il binomio missione-utilità è pertanto alla base degli eventi che si susseguono in questi giorni sulle nostre coste: è una missione perché preservare la natura significa salvaguardare in primis sé stessi, è utile perché per salvaguardare sé stessi si preserva soprattutto la natura.

E allora non ci resta che augurarci che le soluzioni  messe in campo per aiutare le tanto preziose e maestose tartarughe marine possano funzionare al meglio, nell’attesa che queste docili e miti protagoniste possano ritornare il prima possibile tra le acque che lambiscono le nostre coste nelle estati più calde e assolate d’ Italia.

Category: Costume e società, Cronaca, I nostri amici animali

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