OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA / SVILUPPI

| 7 Luglio 2022 | 6 Comments

( f.f. ) ______

 

Sono scattate le manette anche per il senatore Totò Ruggeri e per l’ex consigliere regionale Mario Romano, durante l’importante blitz iniziato oggi all’alba da parte della Guardia di Finanza di Otranto, che a seguito di lunghe indagini ha messo in luce un articolato sistema di corruzione, traffico di influenze illecite e falso ideologico commessi da pubblici ufficiali in atti pubblici, sino a sfociare poi negli arresti e perquisizioni a tappeto compiutisi proprio nella mattinata odierna.

 

La lunga sequela di illeciti ha infatti interessato la sanità, in particolar modo i concorsi pubblici e la procreazione assistita: il senatore Ruggeri  – secondo quanto appurato dagli inquirenti – avrebbe agevolato tutte le necessarie procedure per l’ottenimento del primo livello come centro di procreazione medicalmente assistita del poliambulatorio di Muro Leccese, in cambio dell’impegno di una sua compartecipazione di una quota intorno al trenta percento nella società Prodia che si stava da poco costituendo.

Salvatore, detto Totò, Ruggeri, 72 anni, di Muro Leccese, in passato   è stato eletto sia senatore, sia deputato nelle fila dell’Udc.

Attualmente risulta amministratore unico di numerose aziende che si occupano di lavorazioni industriali in alluminio, e tra queste c’è anche una che gestisce un lido balneare.

Non solo: grazie agli accertamenti disposti  e coordinati dal pubblico ministero Alessandro Prontera, è emerso un modus operandi che lo  avrebbe agevolato – sia economicamente, sia politicamente –  attraverso una vera e propria gestione personalistica dei presidi di potere ormai ben rinsaldati in alcuni dei punti nevralgici della macchina amministrativa a tutti i livelli, provinciale e regionale, sino ad assicurarsi in toto l’intero consenso elettorale.

 

Per ciò che concerne invece il reato di traffico di influenze illecite gli episodi contestati nell’ordinanza sono due: il primo, riguarda il consigliere regionale Mario Romano, Antonio Greco e Luigi Tolento.

 

Secondo l’accusa infatti, Greco, per conto del consigliere regionale Romano, avrebbe cercato persone in difficoltà pronte a versare somme di denaro per superare concorsi pubblici.

 

Il secondo  episodio coinvolge invece – oltre ai tre nomi già citati – anche il cognato di Tolento, Antonio Specchia, che avrebbe versato la somma di tremila euro per ottenere uno dei centocinquantanove posti messi al bando nel concorso pubblico di Sanità Service.

Antonio Romano, 72 anni, di Matino, è stato consigliere regionale in carica dal 2015 al 2020, eletto nelle fila dei Popolari.

 

 

Oltre al politico, sono finiti ai domiciliari: Antonio Renna, 67 anni, di Alliste; il consigliere regionale Mario Romano, 72 anni, di Matino; Massimiliano Romano, 52 anni, di Matino;  e l’ingegnere Emanuele Maggiulli, 56 anni, di Muro Leccese, ex dirigente dell’Ufficio tecnico di Otranto.

 

Scatta invece l’obbligo di dimora per altre quattro persone: per il sindaco di Scorrano, Mario Pendinelli, 57 anni;  per Antonio Greco, 49, di Carpignano Salentino; per il commercialista Giantommaso Zacheo, 50 anni, di Carpignano; per il medico Elio Vito Quarta, 77 anni, di Carmiano.

In particolare, per gli ultimi due, come anche per Fabio Marra, 55 anni, di Galatone – attualmente indagato –  è stato imposto il divieto di svolgere l’attività professionale.

 

Per il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, 56 anni, del posto – anch’egli coinvolto nell’inchiesta – è stato invece imposto il divieto di dimora, mentre pende la richiesta di sospensione del direttore generale della Asl Lecce Rodolfo Rollo , 61 anni, di Cavallino.

 

 

Altri avvisi di garanzia sono stati notificati nella mattinata di oggi nei riguardi di altre dieci persone coinvolte nello stesso procedimento.

 

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LA RICERCA nel nostro articolo precedente

 

OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA, CINQUE ARRESTI

 

 

 

 

Category: Cronaca

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  1. Ufficio stampa Comune di Otranto - tramite mail ha detto:

    A Pierpaolo Cariddi è stata applicata la misura del divieto di dimora nel
    proprio comune di residenza in relazione ad un unico episodio, risalente al
    maggio 2020, che la Procura ha ritenuto di contestare nell’ambito di detto filone giudiziario, ma che nulla ha a che vedere con quel presunto sistema di “favoritismi” collegato ad ipotesi corruttive, enfaticamente riportato dagli organi di stampa.

    Al sindaco Cariddi viene infatti contestata una ipotesi di falso ideologico
    in atto pubblico in relazione ad una nota, a firma dell’allora responsabile
    dell’ufficio demanio del Comune di Otranto, indirizzata alla Regione Puglia, con la quale è stato richiesto parere circa gli interventi di sistemazione dell’arenile da effettuarsi, in deroga al periodo ordinario previsto nelle linee guida regionali, nella zona a nord della baia cittadina, tra spiagge pubbliche libere e spiagge in concessione.

    Richiesta di parere che era stata suggerita dagli responsabili degli Enti
    (Demanio Regione Puglia e Capitaneria di Gallipoli) preposti al rilascio e al
    controllo delle autorizzazioni.
    Autorizzazioni all’esecuzione dei lavori che sono puntualmente
    pervenute dalla stessa Regione Puglia e dalla Provincia di Lecce.
    Lo slittamento dei termini richiesto regolarmente è stato necessario, nella
    stagione 2020, a causa del prolungato lockdown imposto dalla pandemia che non ha consentito di sistemare le spiagge se non a partire dalla ordinanza del
    Presidente Emiliano del 15 aprile 2020, per cui è stato impossibile rispettare il periodo 1 marzo – 1 maggio.

    “Nel ribadire la oggettiva estraneità ai fatti illeciti presunti e contestati
    al nostro assistito – affermano i legali difensori Avv. Mauro Finocchito e Avv.
    Gianluca D’Oria -confidiamo che lo stesso potrà chiarire in tempi brevi la propria posizione e dimostrare l’infondatezza delle accuse che gli vengono mosse.
    Da una prima lettura degli atti di causa sembrerebbe, infatti, emergere con
    chiarezza che il coinvolgimento del nostro assistito si fondi su un equivoco
    normativo che riteniamo potrà essere chiarito già dalla prima occasione
    utile”.

  2. redazione ha detto:

    Sono trapelati stralci dell’ordinanza restrittiva agli arresti domiciliari firmata due giorni dal gip del Tribunale di Lecce Simona Panzera relativi a Totò Ruggeri:

    “capace di piegare ai suoi voleri l’azione amministrativa, come nel caso del Comune di Otranto, nel cui ambito si muove sfacciatamente con la massima disinvoltura come fosse in presenza di sua servitù, addirittura dettando ogni genere di direttiva come fossero tutti alle sue dirette dipendenze.

    Le indagini hanno disvelato un abile quanto spregiudicato sistema criminale che grazie alla scaltra regia di Ruggeri, che asserviva scelleratamente la sua pubblica funzione ad interessi lucrativi privatistici, permetteva a imprenditori ‘privilegiati’ di vedere indebitamente amplificati i propri guadagni, ovvero di ottenere un collocamento lavorativo per i figli o ancora, nell’ottica di un personale tornaconto elettorale, permetteva a suoi futuri fiduciari l’indebito superamento di concorsi mediante falsificazione dei risultati.

    Un potere pericolosamente pervasivo quello di cui fruisce Ruggeri, capace di infiltrarsi nei gangli di qualsiasi articolazione della pubblica amministrazione.

    E’ allarmante la capacità di Ruggeri di orientare efficacemente secondo i propri interessi, ovvero dei suoi ‘protetti’, persino l’azione dell’ente Regione Puglia, come nel caso della convenzione con il Panico di Tricase.

    Una personalità delinquenziale, manifestata dalla naturale inclinazione alla più sfrontata inosservanza delle leggi e in assenza di qualsivoglia rigurgito di moralità oltre che di legalità”.

  3. redazione ha detto:

    Il Prefetto di Lecce ha sospeso dall’incarico il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, il consigliere comunale di Alliste e commissario straordinario dei Consorzi di Bonifica Ugento Li Foggi e Arneo Antonio Renna, e il consigliere comunale di Matino Massimiliano Romano.

  4. Gruppo Consiliare Lega - tramite mail ha detto:

    “La questione morale ormai pervade l’amministrazione regionale di Michele Emiliano. Gli scandali sono diventati un tema continuamente all’ordine del giorno che mette a dura prova anche il nostro granitico garantismo.
    Di fronte a tante scelte sbagliate, a nomine che si sono rivelate quanto meno discutibili e inadeguate, al di là degli aspetti penali che saranno accertati dalla magistratura, l’unica cosa da fare è azzerare tutto.

    Far finta di non vedere significa distruggere l’immagine, la credibilità e l’affidabilità della Puglia. Ora la migliore parte del centrodestra torni a lottare unita per restituire alla Puglia un Governo regionale di qualità e capacità”.

    Lo dichiarano Davide Bellomo, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Puglia, e i consiglieri Giacomo Conserva, Gianfranco De Blasi e Joseph Splendido.

  5. Paolo Pagliario, La Puglia domani - tramite mail ha detto:

    “L’inchiesta di questi giorni su sanità, politica e malaffare ha squarciato il velo sulle irregolarità che avevamo denunciato in tempi non sospetti, sul business della procreazione medicalmente assistita a Lecce e provincia.
    L’unico centro pubblico Pma di Nardò, operativo con successo fino al 2019 e punto di riferimento per tantissime coppie con problemi d’infertilità, d’improvviso fu bloccato, fermando l’attività di dieci professionisti costretti a non poter esprimere le loro competenze.

    Con la legge regionale 52 del novembre 2019 fu modificato il quadro normativo, escludendo dal fabbisogno i Dea di secondo livello. L’obiettivo, all’epoca occulto, sembrerebbe essere stato quello di spianare l’iter burocratico per l’apertura del centro Pma privato di Muro Leccese, sacrificando quello pubblico di Nardò. Centro ospitato in una struttura di proprietà dell’ex senatore e assessore regionale al welfare ora al centro delle indagini.

    Su quest’anomalia ho acceso un faro già l’anno scorso, con una mozione in cui chiedevo la riattivazione del centro pubblico di Nardò per la procreazione medicalmente assistita, unico in provincia di Lecce a fronte di due centri privati.

    Mi sono fatto portavoce del grido di dolore di decine di coppie disperate, che dopo la chiusura del centro di Nardò sono state costrette a pagare i cicli di terapia a proprie spese nei centri privati in giro per l’Italia, o a mettersi nell’infinita lista d’attesa dell’unica struttura pubblica regionale a Conversano, nel barese. E quelle poche fortunate che hanno intrapreso il loro percorso terapeutico, hanno dovuto subire un calvario di continui viaggi, stress e disagi, nemici della loro condizione così delicata.

    Queste coppie hanno visto crollare il sogno cullato a Nardò: riuscire a diventare genitori. Ed è a loro che chiedo sia data una risposta adesso, a prescindere dalle indagini della magistratura.

    A febbraio 2020 l’Asl di Lecce ha chiesto alla Regione di trasferire il centro pubblico di Nardò all’ospedale di secondo livello Vito Fazzi di Lecce. Richiesta esaudita già il mese successivo, con una delibera regionale che sopprimeva il centro di Nardò per trasferirlo al Fazzi. Trasferimento che, ad oggi è rimasto sulla carta, mentre le coppie aspettano.

    Ora non è più tempo di attese. Chi ha creato questo vicolo cieco, per interessi sui quali ci aspettiamo sia fatta piena luce, accertando le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti, lo risolva subito. Le strade per restituire alla provincia di Lecce un centro Pma pubblico potrebbero essere due: riaprire immediatamente la struttura di Nardò annullando la delibera regionale 276 del marzo 2020, sospesa nel limbo di un trasferimento neppure avviato a Lecce; o aprire gli ambulatori al Fazzi utilizzando Nardò come succursale.
    Non spetta a noi decidere ma continueremo a fare pressing finché questo capitolo nero della sanità regionale non sarà chiuso”

  6. fabrizio camilli ha detto:

    Tutto il fragore con cui si accompagna la descrizione puntuale di questa vicenda sembra voler significare che fino ad oggi tutto il mondo Sociale e Politico di questa parte d’Italia fosse all’oscuro delle meschine procedure di asservimento a cui ci si sottopone pur di ottenere la riscossione di nostri diritti spesso contrabbandati, da esperti faccendieri, in graziose concessioni di favore (a pagamento). Anche la semplice richiesta di un parere preventivo su questioni burocratiche può servire alla bisogna per crearsi uno schermo, una parvenza di legalità, di fronte ai reali interessi celati dietro a comportamenti apparentemente irreprensibili e responsabili. Traffico di influenze come reato? ma se nel nostro paese non si fa nulla se non chiama l’onorevole o il potente di turno!!!! meravigliarsi di ciò è solo atteggiamento di facciata. Sesso come merce di scambio? Volgare bassezza di chi ha perso l’esuberanza fisica giovanile e riversa sul senso di potere e possesso le proprie impotenze. Insomma gridare allo scandalo è di per se uno scandalo. Forse sarebbe meglio, se si volesse finalmente veramente cambiare qualcosa, provare a votare chi ha dimostrato trasparenza e coerenza, non lasciandosi comprare la propria dignità con un piatto di lenticchie

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