IL ‘CAMPO LARGO’ DEL PD ARRIVAVA FINO A SOROS

| 2 Novembre 2022 | 0 Comments

di Dario Fiorentino ______ 

Dal campo largo al campo Soros il passo è stato davvero breve. E nemmeno troppo fruttuoso, dato che il secondo campo, il campo Soros ha perso malamente le elezioni di settembre. Almeno stando a quanto dice Carlo Calenda. A sinistra i cocci non riescono proprio a ricomporli. Mentre il PD sprofonda al 16% secondo gli ultimi sondaggi, appaiato al Movimento 5 Stelle, una nuova crepa rischia di aprirsi sul fronte di sinistra; o una faida, se si preferisce.

Ci sarebbero infatti interessanti novità circa l’ultima debacle dell’allegra compagnia di Letta, la quale avrebbe dovuto essere la nuova “gioiosa macchina da guerra” anti-Meloni, dal momento che Letta, in campagna elettorale, aveva annunciato niente di meno che gli occhi della tigre.

Ma la macchina era già a pezzi prima ancora di cominciare. Ingerenze esterne a quanto pare; ma non russe questa volta. In quel caso, qualche tempo fa si era gridato allo scandalo. Adesso, per il momento almeno, la notizia sembra comportarsi come una bomba a orologeria, non è ancora esplosa, si ode solamente il ticchettio sinistro del congegno d’innesco.

L’ultimo libro di Bruno Vespa che uscirà fra pochi giorni, La grande tempesta. Mussolini, la guerra civile, Putin, il ricatto nucleare. La nazione di Giorgia Meloni, edito da Mondadori-Rai, contiene un’intervista a Calenda nella quale questi accusa + Europa di aver percepito somme dal finanziere ungherese George Soros (nella foto) per l’ammontare di un milione e mezzo di euro, da spendere in campagna elettorale a condizione che si costituisse un unico listone ‘anti-fascista’.

Calenda aggiunge di aver comunicato a Letta la propria posizione circa l’impossibilità di firmare due patti contraddittori, con Azione e con Verdi/Sinistra italiana, poiché la fantomatica agenda Draghi sarebbe saltata e la situazione si sarebbe presto configurata come uno scontro frontale, diretto Letta-Meloni. Come poi è stato.

Da qui, sempre a dire di Calenda il sostegno incondizionato del segretario di + Europa, Della Vedova, al PD, sostegno che non ha evitato la sconfitta elettorale di Emma Bonino nel collegio di Roma.

Segue dunque la rottura e il tracollo di un centro-sinistra ridotto ormai al lumicino; poi, addirittura lo schiaffo morale di un Calenda che non usa i toni accomodanti del 2019, anno in cui si esprimeva sui social media in maniera piuttosto melliflua nei confronti dello speculatore Soros, scrivendo come fosse sempre troppo semplice accusare i grandi capitalisti di essere egoisti, ma ribadendo il proprio supporto al padrone della Open Society senza necessariamente gridare al complotto, quando questi si batte per i valori della democrazia.

Invece adesso invece lo denuncia di aver proceduto a finanziamenti dai contorni incerti, sotterranei, proprio come le manovre durante le quali, nel 1992, Soros era stato protagonista assoluto della speculazione finanziaria internazionale contro la lira che aveva portato il Governo Amato a bruciare le riserve auree del tesoro, a procedere al prelievo forzoso sui conti correnti dei cittadini e, infine, a condurre il paese fuori dallo SME, il sistema monetario antesignano della moneta unica.

Prodi lo aveva “premiato” con una laurea ad honorem, poco tempo dopo.

Dunque Soros non sembra essere più tanto “aperto” secondo Calenda, ma propenso a quelle manovre tenebrose che manipolano il gioco politico allo stesso modo di quelle per cui, implicata la Russia, era stato sollevato un polverone nei confronti delle forze politiche di centro-destra bollate come filo-putiniane.

A ogni modo Della Vedova non ci sta  e ribatte, sottolineando di non aver mai violato il tetto massimo imposto per le donazioni eseguite da privati di 100mila euro; ammette di aver ricevuto denaro da Soros, ma entro i limiti legali e in maniera del tutto “disinteressata”.

Si vedrà chi dice il vero al momento delle rendicontazioni anche se sarebbe ingenuo pensare di trovare una ricevuta che attesti il finanziamento di cui parla Calenda che non sia già finita nel tritadocumenti.

Ma se ciò fosse corrispondente a come sono andare realmente le cose ci troveremmo innanzi ad una situazione quantomeno contraddittoria se non proprio paradossale: avremmo gli ultra-liberisti finanziati in maniera non corretta che si fanno portatori di istanze morali impregnate del solito politicamente corretto che per primi non rispettano, rivendicando allo stesso tempo un primato etico e politico che confluisce nel calderone mainstream, cioè indifferenziato, pedissequo, omologato e standardizzato nel quale ogni voce critica o dissenziente viene etichettata per principio come “fascista”. Avremmo avremmo insomma liberali che coltivano l’intolleranza, “annaffiandola” con il denaro del guru, Soros, di una di quelle entità sovranazionali che condizionano le politiche dei governi in carica e la dialettica infra-partitica, propagandando, sotto l’etichetta dei valori europei od occidentali, il pensiero unico del “fascismo antifascista”, il doppiopesismo tipico di chi imposta la lotta politica sulla degradazione morale dell’avversario.

Peccato che Pasolini, di cui oggi ricorre l’anniversario della morte, si sia perso questo spettacolo.

Category: Politica

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