LE BOMBETTE DELLA DOMENICA / IL MARCHESE DEL GRILLO. RINGHIO. E JULIO VELASCO, IL PIU’ GRANDE SPETTACOLO DOPO IL WEEK END
di Andrea Sciolti ___________
Si ferma il campionato e inevitabilmente il weekend rischia di assumere dei contorni più soporiferi e noiosi di una lezione notturna del Consorzio Nettuno.
La consueta conferenza stampa fiume di fine calciomercato della dirigenza giallorossa, l’ormai classico copia e incolla sapientemente farcito di aneddoti triti e ritriti relativi alle mirabolanti imprese del nostro Marchese del Grillo, sembrava rappresentare l’inevitabile anticamera di un fine settimana da dimenticare in fretta, ma già dal venerdì sera il vento ha iniziato a soffiare in direzione ostinata e contraria.
La nuova Italia di Rino Gattuso ha infatti impunemente sfidato i sacri dogmi del sor marchese locale, dimostrando che si può giocare al futbol anche con le due punte. E non solo si può giocare, si può persino vincere e convincere.
Insomma dopo secoli e secoli Aronne Piperno ha avuto la sua meritata rivincita, non a caso palesatasi nella sgraziata e allo stesso tempo orgogliosa figura di Ringhio. Uno che in carriera non ha mai abbassato la testa davanti agli “io so’ io e voi non siete…”.
La pirotecnica e sofferta vittoria di ieri contro Israele ha comunque dimostrato, se mai qualcuno ne sentisse il bisogno, che questa nazionale è un po’ come la circonvallazione di Lecce città. C’è ancora tanta strada da fare.
I sessanta milioni di commissari tecnici che compongono la popolazione italica, eccezion fatta per chi volente o nolente ha approfittato della sosta per vivere una di quelle domeniche alla Fabio Concato, hanno comunque potuto trovare la loro valvola di sfogo in altri sport, quelli che più sono vincenti e minore è lo spazio dedicato loro dai media. Sempre che non si tratti di Olimpiadi o Mondiali e ci siano buchi di palinsesto da riempire.
E se tennis, basket e Formula 1 non hanno dato le gratificazioni sperate, la certezza è stata nuovamente rappresentata dall’unico erede della Prima Repubblica ancora sulla cresta dell’onda. Insieme al nostro sindaco, of course.
Julio Velasco: 36 anni di successi che non sono altro che la punta dell’iceberg di una leggenda vivente che non ha mai lasciato il minimo spazio all’autocelebrazione, pur avendone più facoltà di tanti altri. E se, per dirlo con parole sue, “chi vince festeggia, chi perde spiega”, dilungarsi in sperticate lodi, seppur meritatissime, è un esercizio di stile che lasciamo volentieri a chi alimenta e si alimenta del consenso popolare.
Per noi è sempre il campo a parlare.
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Bravissimoooo Andrea