L’INTERVISTA / “Il canto è espressione dell’anima…E la Natura una Madre”. MYRIAM PALA PARLA DELLA SUA TERRA E DEL PROGETTO MUSICALE “Aurum animae”

di Cristina Pipoli ___________
Torniamo a incontrare Myriam Pala per approfondire la genesi di Aurum Animae, l’ambizioso progetto musicale e band performance di Cagliari. Nato dalla sinergia artistica con il suo compagno, il progetto ha visto ufficialmente la luce a settembre 2025, coronando un percorso creativo durato ben dieci anni.
Custode di antiche tecniche olistiche e vibrazionali, Myriam intreccia tecniche olistiche e vibrazionali, Myriam intreccia la sua voce di cantante musicale con la missione di Sanadora Spirituale Energetica. Insieme a lei, in questo viaggio profondo tra le frequenze della Sardegna, il compagno Mariano, raffinato musicista e compositore indipendente.
D. – Ci racconta del vostro primo esordio in pubblico?
R. – “Certamente. Io e il mio fidanzato Mariano abbiamo avuto il nostro primo vero esordio pubblico come ospiti in apertura di un evento il 28 settembre.
Il nostro live ufficiale, durante il quale abbiamo presentato l’album, si è invece tenuto il 19 ottobre. È stata una bellissima sensazione e un’apertura molto sentita. Molte persone non sono riuscite a essere presenti fisicamente ai vari live, ma abbiamo avuto modo di incontrarle successivamente, dopo che hanno ascoltato il nostro album online su YouTube.
Qui trovate il nostro canale ufficiale di riferimento:
https://www.youtube.com/@aurumanimaeofficial
Aver pubblicato ufficialmente il nostro primo album dopo dieci anni, avere letto le recensioni e dopo che ci siamo confrontati con le persone che ci hanno incontrato e anche gli amici, ci fa sentire più sereni, ma sempre attivi.
Sono stati anni di attese, lavoro intenso, esperienze dirette e chiarimenti interiori necessari per poter creare e proporre oggi questa musica a chi ci ascolta.
Dopo questo esordio, il desiderio è quello di continuare con costanza il nostro percorso”.
D. – Ci scrive alcune parole di qualche canzone, spiegandone il significato?
R. – “I significati dei nostri testi sarebbero troppo lunghi da spiegare in modo esaustivo; per alcuni ci vorrebbero ore di approfondimento.
Per questo, quando nelle prossime settimane sarà possibile leggere ufficialmente i testi, il consiglio è di non affrontarli in modo puramente logico, ma di leggerli ‘a sensazione’, lasciando che ciò che arriva venga percepito, senza aspettative.
Sono testi molto profondi e spirituali, legati all’evoluzione dell’Uomo che spesso non vanno per forza compresi con la logica.
Riportiamo solo qualche verso:
Ecco essenza che discende
Anima crea nel suo andare
Dentro al velo che la illude
Per il suo Sé realizzare
Nel tuo ritornare…
Ma in realtà
Mai tu separata
Tu sei qui per
Tornare a te
Solo se credi
Tu lontana
Ritrovandoti in te
Sarà l’Essere…”
D. – Dove possiamo trovare i vostri link di riferimento?
R. – “Trovate tutto sul nostro sito ufficiale: https://aurumanimaeband.wixsite.com/aurumanimae
Tra le prossime settimane e l’inizio del nuovo anno, tramite il sito e i social, comunicheremo che sarà possibile scaricare gratuitamente l’intero album, comprensivo di libretto con testi e immagini.
Sarà inoltre possibile sostenere il progetto tramite offerta libera.
D. – Cantare in pubblico cosa significa per voi?
R. – “Per me, come Myriam, ma parlo anche a nome di Mariano e del progetto Aurum Animae, il canto è una forma di espressione dell’Anima. È una sorta di preghiera cantata, un’emanazione di intenzione che viene trasmessa durante la performance.
Non è solo canto o tecnica. Nel nostro caso è fondamentale l’intento che viene dato è l’interpretazione consapevole di ciò che si sta trasmettendo.
Sembra semplice, ma non lo è.
Dietro c’è molta preparazione: tecnica, ma soprattutto lavoro spirituale, legata agli intenti e alla trasmissione di determinati messaggi tramandati nei nostri testi. È un lavoro intenso e profondo, ma anche estremamente bello”.
D. – Ci racconta qualche leggenda sarda legata al Natale?
R. – “La terra sarda è sempre stata vissuta come una madre viva, e anche il Natale ne porta un segno profondo. Le leggende e le credenze popolari nascono dall’osservazione della natura, dal rapporto con la campagna, i cicli agricoli e il silenzio dell’inverno.
Si raccontava che nella Notte di Natale la terra stessa entrasse in ascolto: i campi riposavano, gli animali diventavano più sensibili e l’uomo era chiamato al rispetto. In molte zone della Sardegna si evitavano rumori inutili e lavori pesanti, perché si credeva che la Terra dovesse essere onorata in quel momento sacro.
Ancora oggi, seppur in pochi, si usa stare attorno al fuoco, insieme, parlando o restando in silenzio, in un clima di rispetto e attesa.
Era ed è un gesto semplice ma profondamente simbolico: scaldare la casa, onorare la nascita del Bambino e chiedere alla terra un nuovo anno fertile e sereno per i campi e il bestiame.
Tra gli elementi che accompagnano queste tradizioni:
• Fuoco: calore, famiglia, amore, rispetto
• Acqua: pulizia, benedizione, rispetto
Il Natale in Sardegna non era solo una festa religiosa, ma anche un tempo di raccoglimento interiore e di alleanza con la Terra, un momento in cui l’uomo ricordava di far parte di qualcosa di più grande, fatto di silenzio, attesa e radici”.
D. – Dolci o usanze tipiche della sua terra nel periodo natalizio?
R. – “Nel periodo natalizio in Sardegna i dolci tradizionali occupano un posto centrale, perché nascono in casa e raccontano il legame con la terra e con la famiglia.
Tra i più tipici ci sono su pabassinu, preparato con uva passa, noci e aromi, e is pirichittus, biscotti semplici e profumati, spesso decorati con glassa bianca.
Non mancano is gueffus e is casadinas, dolci a base di mandorle e formaggio, preparati in grandi quantità per essere offerti agli ospiti, perché il Natale era anche tempo di accoglienza e condivisione.
Accanto ai dolci, sono molto sentite usanze come la novena di Natale, che riunisce la comunità nelle chiese o nelle case, e la preparazione del presepe, spesso realizzato con materiali naturali: sughero, muschio, rami secchi. Tutto era semplice, essenziale, ma profondamente simbolico.
Il dolce sardo per eccellenza legato al Natale resta su pabassinu (o pabassinas).
È un dolce antico, povero negli ingredienti ma ricchissimo di significato: uva passa, noci, mandorle, scorza d’arancia e spezie, racchiusi in una pasta semplice.
Rappresenta abbondanza, gratitudine per i frutti della terra e condivisione. Ogni famiglia aveva la propria ricetta, tramandata di generazione in generazione.
Un Natale sobrio, autentico, profondamente legato alla terra sarda, al lavoro contadino e al valore della comunità”

Ripresa video – Messa della Notte di Natale
Mille cherubini in coro – F. Schubert
Corale Communion – Collaborazioni Myriam
YouTube: https://youtu.be/mYuOPfNCh08?si=-d2-_WlODZHmt8pv
Ringraziamenti
Un sentito ringraziamento alla redattrice Cristina Pipoli per la professionalità e la cura dimostrata, e alla redazione di Lecce Cronaca per lo spazio dedicato, l’attenzione e la sensibilità nel raccontare questo progetto e il suo percorso.
Category: Costume e società, Cultura


























