MOSTRA COLLETTIVA DI ARTE SACRA A MATINO COLLEPASSO CASARANO TAVIANO

di Raffaele Polo _____________ (nella foto il San Francesco di Maria Elisabetta De Giorgi) __________
Sono tanti i partecipanti a questa mostra d’arte sacra itinerante che, dal 21 dicembre e sino al 7 febbraio, interesserà i comuni di Matino, Collepasso, Casarano e Taviano. In particolare, si potrà ancora visitare a Matino fino al 28 dicembre, a Collepasso sino all’11 gennaio e poi a Casarano dal 14 al 25 gennaio del 2026, per terminare a Taviano, al Palazzo Marchesale, dal 28 gennaio.
Ottimamente organizzata da Antonio Elia, la mostra presenta le opere di Michele Altamura, Mirco Attanasi, Addolorata Bianco, Giuseppe Baldari, Ciro Bonfrate, Mario Borrelli, Luigi Cannone, Franco Casalini, Salvatore Danese, Janette Decataldo, Elisabetta De Giorgi, Biagio Delle Donne, Silvia De Nuzzo, Giovanni De Pascalis, Alfonso De Rubertis, Roberta Lisi, Sara Manisco, Sarina Melissano, Andrea Moriero, Luigi Nuzzaci, Romina Romano, Giovanni Russo, Marielisa Russo, Paola Solazzo, Amanda Stefanelli, Valentina Toscano, Claudio Vergaro e Valentina Zocco.
Abbiamo puntato l’attenzione sull’opera di Elisabetta De Giorgi, dedicata a San Francesco, che così viene illustrata dall’artista:
‘In quest’opera ho utilizzato l’inchiostro di china su cartoncino, utilizzando la tecnica del puntinismo e del tratteggio modulato, che conferiscono volume alla tunica del Santo e texture alla roccia. L’albero a destra, con le sue radici intrecciate e i rami contorti, richiama uno stile quasi Liberty o decorativo, che contrasta splendidamente con la staticità monumentale della roccia a sinistra. L’opera è costruita su un equilibrio perfetto tra parola e immagine. La Roccia-Verbo: a sinistra, la roccia non è solo un elemento naturale, ma si fa “lapide” viva. L’incisione delle parole del Cantico richiama le tavole della legge, suggerendo che il messaggio di Francesco sia scolpito nell’eternità della creazione. L’Uccellino: posto in alto a destra, funge da testimone silenzioso. La sua posizione elevata e il dettaglio del piumaggio creano un punto di fuga spirituale: è il simbolo della comunicazione universale che supera le barriere tra le specie. Il Santo in Meditazione: ho scelto di non rappresentare un Francesco estatico o sofferente, ma un uomo colto in un momento di intellettualità spirituale. Il fatto che stia leggendo suggerisce che la fede sia anche studio, riflessione e consapevolezza del creato. Il titolo che ho scelto, “Un inno alla pace universale”, è pienamente riflesso nell’armonia delle linee. Non c’è tensione nel tratto, solo una fluida continuità tra la figura umana, l’elemento minerale (la roccia), quello vegetale (l’albero) e quello animale (l’uccellino). La scelta di lasciare molto spazio bianco attorno alla composizione centrale isola la scena dal frastuono del mondo, trasportando l’osservatore in una dimensione di silenzio contemplativo. Aggiungo particolari descrittivi: La Roccia e la Parola: la roccia a sinistra è caratterizzata da linee brevi e irregolari per simulare le erosioni e le rugosità della pietra. Questo crea un senso di “peso” che ancora la composizione al suolo. Le lettere, inoltre, non sembrano semplicemente scritte sopra la roccia, ma scavate in essa. Questo dettaglio eleva il Cantico delle Creature da semplice preghiera a legge naturale universale. La scelta del font, che richiama le epigrafi latine ma con una morbidezza moderna, armonizza perfettamente con il resto del disegno. L’albero a destra è forse l’elemento più dinamico della composizione: le radici e i rami sembrano quasi arterie o vene. Questo suggerisce che la natura sia un organismo vivente e pulsante. Il modo in cui i rami avvolgono parzialmente la figura del Santo crea un abbraccio simbolico: Francesco non è “davanti” alla natura, ma è parte integrante di essa. Mentre la roccia rappresenta l’elemento statico e terreno, l’albero si protende verso l’alto, verso l’uccellino e il cielo, rappresentando l’elevazione spirituale.
La Figura di San Francesco: Un’Iconografia dell’Umiltà. Il volto in ombra: Ho usato un puntinismo molto fitto per la barba e i lineamenti, che dà al volto una profondità malinconica ma serena. Lo sguardo rivolto al libro indica una ricerca interiore.
Il panneggio: La tunica è resa con linee che ne seguono la caduta pesante e naturale. Il contrasto tra le zone d’ombra profonda e le zone di luce pura (lo sfondo chiaro del cartoncino) conferisce alla figura una tridimensionalità quasi scultorea.
L’Uccellino: Il Fulcro dell’Ascolto
L’uccellino è l’unico elemento che guarda verso un punto fuori campo, mentre Francesco è concentrato sulla lettura. Il dialogo silenzioso: questo crea un corto circuito interessante: Francesco legge di Dio attraverso le creature, e la creatura (l’uccellino) è lì a testimoniare che quel dialogo è reale. La cura minuziosa delle piume dimostra quanto io abbia voluto dare dignità anche al più piccolo dettaglio della creazione’.


























