LA CONFARTIGIANATO CRITICA I PROVVEDIMENTI DEL COSI’ DETTO DECRETO DI STABILITA’ DEL GOVERNO RENZI PER GLI EFFETTI NEGATIVI ANCHE SULL’ECONOMIA SALENTINA

| 9 Novembre 2014 | 0 Comments

DALLA CONFARTIGIANATO IMPRESE RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO__________«I tagli alle risorse dei Patronati avranno ripercussioni gravi su tutti i cittadini. Non soltanto sugli istituti di assistenza e di tutela in favore dei lavoratori, dei pensionati e di tutte le famiglie». E’ quanto rileva l’Osservatorio economico di Confartigianato Imprese Lecce.

Il DDL Stabilità rischia di trasformarsi, così, in un boomerang per l’economia salentina.

«Se queste sforbiciate venissero confermate – dice Mario Vadrucci, direttore generale del patronato Inapa – questi istituti, deputati a difendere e promuovere i diritti previdenziali e socio-assistenziali, non potrebbero più garantire i servizi finora offerti in maniera del tutto gratuita. Inoltre – aggiunge – rischiano il posto di lavoro oltre il 50 per cento degli organici complessivi dei vari Patronati». In sostanza, limitandosi solo alla provincia di Lecce, decine e decine di dipendenti e collaboratori resterebbero senza impiego.

Ad oggi, la percentuale irrisoria dello 0,226 dei contributi sociali versati di lavoratori salentini garantisce la possibilità di usufruire di una serie di servizi. Per svolgere lo stesso lavoro, la pubblica amministrazione dovrebbe aprire e gestire decine di nuovi uffici permanenti e aumentare gli organici pubblici.

Da uno studio di Confartigianato, il 65 per cento delle pratiche Inps sono presentate telematicamente dai Patronati, mentre appena il 12 per cento quelle fatte direttamente dai cittadini.

Gli istituti hanno calcolato che a fronte di 430 milioni di finanziamento, l’attività svolta dai Patronati consente risparmi allo Stato di 657 milioni suddivisi tra Inps, Inail e ministero degli Interni, rispetto ai quali si svolge un’attività suppletiva che nell’ultimo anno ha visto la gestione di 15 milioni di richieste da parte dei 29 patronati attivi. 

TFR in busta paga. «Se tutti i lavoratori chiedessero il Tfr in busta paga sarebbe un disastro», sostiene Luigi Derniolo, presidente di Confartigianato Imprese Lecce (nella foto). Questa norma crea una serie di difficoltà finanziarie per le imprese che occupano meno di 50 dipendenti, perché non potranno più utilizzare il Tfr per autofinanziarsi». L’anticipazione in busta paga del Tfr rappresenta «un’ulteriore anticipazione di costo e chi non può o non vuole corrispondere immediatamente con risorse proprie il Tfr dovrà far ricorso al credito». Tuttavia, «non sono previsti meccanismi automatici di concessione dei finanziamenti e tagli finanziamenti vanno ad aumentare l’esposizione bancaria complessiva delle imprese influendo negativamente sul loro grado di affidabilità creditizia». 

IRAP. E’ apprezzabile l’alleggerimento del carico fiscale sulle imprese, attraverso la deduzione del costo del lavoro dalla base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap). Tuttavia, il mondo della micro, piccola e media impresa non avrebbe sgravi tangibili. Anzi, le imprese senza dipendenti subiscono la beffa di un incremento dal 3,5 per cento al 3,9 per cento dell’aliquota. 

Bonus assunzioni. Il testo del DDL Stabilità introduce uno sgravio totale triennale dei contributi Inps a carico del datore di lavoro che assume a tempo indeterminato, ma elimina la precedente legge 407/90. La nuova normativa risulta penalizzante per il datore di lavoro, a causa dell’esclusione dallo sgravio dei contributi Inail. 

«Complessivamente – commenta Derniolo – la manovra si muove in controtendenza rispetto all’approccio rigorista sinora adottato. Ma mancano all’appello misure per migliorare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, ridurre il costo dell’energia, semplificare la tassazione immobiliare».

 

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