L’ INAUGURAZIONE DELL’ ANNO GIUDIZIARIO / IL NOSTRO ROMANZO CRIMINALE: COME LA SACRA CORONA UNITA SI E’ DIVERSIFICATA E OCCUPA TRE PROVINCE / CRITICHE AL GOVERNO SUI DECRETI SALVA – ILVA

| 24 Gennaio 2015 | 1 Comment

(Rdl)______Inaugurazione questa mattina al Tribunale di Lecce dell’ anno giudiziario 2015.

Numerosi gli spunti di riflessioni offerti dalle relazioni svolte, alla presenza di magistrati, avvocati e autorità civili e militari.

Il presidente della Corte d’appello, Marcello Dell’Anna, ha ricordato che “aumenti nelle pendenze e nei tempi sono rilevabili negli uffici giudiziari di Lecce anche a causa della prolungata e massiccia astensione dalle udienze degli avvocati, protrattasi per quattro mesi e tuttora in corso, ancorché limitata a una settimana al mese“, oltre che anche “a causa dell’accorpamento presso la sezione centrale di tutti i ruoli civili delle ex sezioni distaccate di Maglie, Tricase e Gallipoli“: ora i processi pendenti sono diecimila e cinquecento, contro i seimila di un anno fa.

Non è una novità, ma acquista un rilievo sinistro nelle parole del presidente, alla luce dell’ attualità, la presenza mafiosa: “La Sacra Corona Unita sta acquisendo consenso sociale. Nel 2014 indagini e processi hanno mostrato il nuovo volto della società salentina: debole di fronte a una mafia strisciante, meno visibile ma ugualmente potente, capace di ottenere non semplice consenso ma una sorta di legittimazione sostitutiva degli organi dello Stato. Un fenomeno che va coniugato con la perdurante crisi economica, di fronte al quale è subentrata una sorta di assuefatto disinteresse verso la presenza criminale e di sostanziale accettazione di comportamenti delittuosi, come il pagamento del pizzo, vissuta come il prezzo della tranquillità, o il prestito usuraio considerato un’opportunità finanziaria.

Sono nuovi e distinti i comportamenti mafiosi nelle tre province salentine.

A Lecce essa, pur nella conflittualità interna, fra i vari gruppi, ha incentrato l’attenzione nelle vendite giudiziarie nelle esecuzioni immobiliari, nella turbativa d’asta, negli investimenti nei supermercati e nei centri scommesse.

A Brindisi invece sono aumentati notevolmente gli episodi intimidatori, passati da 61 a 95, è ripreso il contrabbando di sigarette e si è registrato un riavvicinamento tra le fazioni storiche. In particolare densa di significato appare la situazione di Cellino San Marco, per i rapporti tra la criminalità e l’amministrazione.

A Taranto, infine, è stata segnalata una drammatica situazione di contrasto tra gruppi criminali e una crescente passività delle vittime. Qui comunque il Tribunale vive una situazione di sofferenza nella gestione del processo Ilva”.

Nella relazione del procuratore generale Giuseppe Vignola (nella foto), che già in passato sulla questione aveva denunciato i silenzi e le assenze di partiti, sindacati e governi a tutti i livelli, l’ elemento più clamoroso è un chiaro critica al governo Renzi proprio per la questione dell’ Ilva, specificatamente l’ ultimo decreto legge emanato in merito: “Ci sono aspetti preoccupanti nell’ulteriore decreto legge emesso per l’Ilva, che ha introdotto ulteriori modifiche alla situazione originata da precedenti provvedimenti definiti Salva – Ilva.

Di non facile comprensione, esso evidenzia in ottica penalistica alcuni aspetti preoccupanti, che si auspica vengano chiariti e risolti in sede di conversione. Tra tutti quello maggiormente preoccupante è l’esistenza di una forma di salvacondotto che vieterebbe all’autorità giudiziaria l’esercizio del suo potere-dovere di accertare eventuali reati e di attivare l’azione penale”

 

 

Category: Cronaca

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  1. GRUPPO M5S A BRUXELLES ha detto:

    “Chi avrà la responsabilità dei danni ambientali che continua a provocare l’Ilva dopo il decreto del governo Renzi che di fatto ha concesso l’immunità ai nuovi amministratori? E’ quanto chiedono gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle alla Commissione del parlamento europeo di Bruxelles. In un’interrogazione prioritaria inviata al commissario Ue all’Ambiente, Karmenu Vella, gli eurodeputati Rosa D’Amato, Isabella Adinolfi, Laura Agea, Daniela Aiuto, Tiziana Beghin, Fabio Massimo Castaldo, Ignazio Corrao, Eleonora Evi, Marco Valli e Marco Zanni chiedono che si faccia luce sulle mille ombre del decreto “Salva Ilva”.

    Un decreto che, secondo quanto denunciato nell’interrogazione, “autorizza la realizzazione di discariche senza rispettare la direttiva 1999/31/CE e rinvia l’applicazione della direttiva sulle emissioni industriali”, alla quale l’Ilva si sarebbe dovuta adeguare ben 5 anni fa. “Senza dimenticare – aggiunge la tarantina D’Amato – l’ulteriore proroga al piano ambientale sull’Ilva su cui la Commissione Ue aveva chiesto invece un’accelerazione”.

    Nell’interrogazione, si chiede anche di valutare se il “Salva Ilva” non prefigura violazioni delle norme Ue sugli aiuti di Stato. “Il sospetto – dice D’Amato – è che questo decreto sia solo il tentativo del governo di gettare fumo negli occhi ai cittadini tarantini e pugliesi in vista delle elezioni regionali. Di fatto – conclude – Renzi sa bene che il suo piano sull’Ilva è fuorilegge e che non porterà a nulla. Io aggiungo che il suo decreto è un nuovo schiaffo all’ambiente e alla salute dei tarantini. In sostanza, siamo di fronte a un piano criminale, calibrato da Renzi per garantirsi un po’ di consenso alle urne e destinato a provocare nuovi danni a Taranto, senza alcun effetto su occupazione e sviluppo”.

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