leccecronaca.it HA ASCOLTATO IN ANTEPRIMA Overwhelmed, DISCO DI ESORDIO PER ‘DODICI LUNE’ DEL COMPOSITORE E PIANISTA GINO GIOVANNELLI

| 23 Marzo 2018 | 0 Comments

di Roberto Molle______

Spesso scegliere un disco da recensire tra i tantissimi pubblicati ogni mese è impresa ardua.

Una selezione s’impone necessariamente tra quelli che rientrano nei gusti personali, quelli proposti direttamente dalle case discografiche e quelli segnalati dagli uffici stampa, altrimenti non basterebbe tutto lo spazio che leccecronaca.it mette a disposizione dell’argomento musica.

Dovendo alla fine fare delle scelte, spesso tutto si riduce – si fa per dire – a degli ascolti random che sull’onda emotiva, ma si potrebbe anche dire umorale, portano alla scelta di “trattare” di un disco piuttosto che di un altro.

In questo periodo l’etichetta discografica leccese Dodicilune (alla quale dedicheremo un articolo approfondito in futuro) ha pubblicato gli album di diversi musicisti, ne cito solo alcuni: Luc Ferrari Exercises d’improvisation del quartetto “Schiaffini, Prati, Gemmo, Armaroli”; Mediterraneamente di Gianluca Trovesi e Overwhelmed di Gino Giovannelli. Tutti ottimi e di buon livello, per cui diventa difficile sceglierne uno da recensire.

Complici il colpo di coda di un inverno che sta esplodendo gli ultimi fuochi e costringe giocoforza a una dipendenza da musica che “riscalda”, qualche rimando a vecchi maestri di architetture sonore di ambito Jazz e una sequenza di note che apre i pori dell’anima e non dà tregua fino a quando non la si ha assimilata, la scelta del disco da recensire è caduta su Overwhelmed.

Gino Giovannelli (nella foto), trentenne napoletano, compositore e pianista, ha iniziato a suonare il pianoforte a 15 anni da autodidatta. Ha studiato al conservatorio San Pietro a Majella con, tra gli altri, Francesco D’Errico, Pietro Condorelli e Salvatore Tranchini. Dal 2012 è stato più volte selezionato per partecipare alle edizioni di Pianocity Napoli, tenendo quattro concerti in piano solo a Palazzo Zevallos Stigliano.

Ha suonato sempre da “solo” per il concerto al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) e per la rassegna “il jazz italiano per Amatrice”. Ha studiato con musicisti come David Kikoski, Peter Bernstein, Aruan Ortiz e molti altri. Ultimato il conservatorio nell’aprile del 2014, si è perfezionato a New York con Phil Markowitz, Kenny Werner, Aaron Goldeberg, solo per citarne alcuni.

 

Fatte le dovute presentazioni, passiamo al disco: Overwhelmed (distribuito in Italia e all’estero da Ird) l’ album di esordio di Gino Giovannelli che in fase di registrazione è stato accompagnato da Luigi Di Nunzio (sax), Marcello Giannini (chitarra), Umberto Lepore (contrabbasso) e Salvatore Rainone (batteria), verrà presentato ufficialmente il 25 marzo a Napoli all’interno della rassegna Piano City Napoli.

Noi lo abbiamo ascoltato in anteprima.

Ad aprire è un assolo di piano che subito va a toccare corde nascoste della memoria, nel caso dello scrivente, si è trattato di sentirsi catapultato tra i solchi di quella My Madrigal requiem dolcissimo o canzone eccelsa (la prima non esclude la seconda opzione) inclusa nell’album Gone Again del 2006 dedicato dalla Patti Smith più eterea al marito e musicista Fred Sonic Smith, chitarrista della storica band MC5 (scomparso nel 2004).

Solo qualche minuto e il tocco delle dita di Giovanelli si fa ritmo giocoso sui tasti;  di lì a poco incombono un sax deciso e il fraseggio dei piatti in profondità, poi il suono si allarga poggiando sul tappeto di un basso discreto. Quando tutti gli strumenti sono in campo il discorso si fa serio e trascinante.

L’ascolto si muove tra mille suggestioni, atmosfere notturne, scene di film guardati semi addormentati. Si passa repentinamente dall’essere spettatore privilegiato di una piccola orchestra jazz a bersaglio del tiro incrociato di sperimentazioni sonore fatte per verificare la tenuta emozionale del soggetto ascoltatore.

Non vale dire di un titolo in particolare, Overwhelmed è un disco tutto o niente, quasi un concept di suoni e di atmosfere. Ambientazioni che sfiorano l’oscurità quando l’incedere è dettato da una batteria rarefatta e da un sax che la anticipa a suon di marcia rallentata come nelle migliori murder ballads dalle parti di Nick Cave per intenderci, o più a nord verso la California di “The Black Heart Procession”. Quando tutto sembra parare verso territori più scontati, un’esplosione quasi psichedelica di free-jazz mescola ad una chitarra rockabilly un mood urbano che rinfresca certi appiattimenti tipici di alcuni passaggi del suono jazz. Poi verso la fine è jazz-rock, quasi fusion.

Grande musicista e compositore Gino Giovannelli, assolutamente.

È come se varie sfaccettature di quest’artista emergessero allo stesso tempo. Overwhelmed contiene una miscela di sonorità che si possono trovare in generi che variano dal rap al rock, al jazz e perfino alla moderna musica classica. Le influenze più immediate che si percepiscono sono quelle dei pionieri del Jazz moderno come Aaron Goldberg, Mark Turner e Jonathan Kreisberg. Altri ri-ascolti s’impongono, almeno fino a che “verrà” primavera.

Category: Cultura

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