CHE MERAVIGLIA! SENSAZIONALE SCOPERTA ARCHEOLOGICA, TROVATA IN GRECIA UNA TESTIMONIANZA SCRITTA ‘ORIGINARIA’ DEI VERSI DELL’ ODISSEA DI OMERO

| 11 Luglio 2018 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______

Che meraviglia! Che emozione!! Che cose belle!!!

Abbiamo ripreso la traduzione ‘classica’ di Ippolito Pindemonte:

“Tutto, rispose lo scaltrito Ulisse,
Schiettamente io dirò. Ma un anno intero, 
Che, fuori uscito a sue faccende ogni altro,
Da noi si consumasse ad una lauta
Nel padiglione tuo mensa tranquilla,
Per raccontar non basteria le pene,
Di cui tessermi ai Dei piacque la vita”.

***

E’ l’ inizio del discorso di Odisseo a Eumeo, il pastore che per primo l’ha accolto a Itaca, al suo ritorno a casa, dopo la guerra di Troia, e le peripezie che ne seguirono.

Alla sua capanna, appena giunto alla terra degli avi, egli si dirige, pur senza rivelargli la sua vera identità

Senza riconoscerlo, senza minimamente immginare chi abbia di fronte, ma vedendo un mendicante visibilmente provato, quello, che un tempo fu il fedele servitore, lo accoglie, lo fa mangiare e bere, in ossequio al concetto di ospitalità sacro ai Greci, poi inizia a raccontare che aria buttava là…

Così, da tale memorabile sintesi, l’ eroe apprende tutto quanto è successo nell’ isola durante la sua lunghissima assenza.

Domina le fortissime emozioni, non si rivela.

Anche quando quello gli chiede, alla fine: ma insomma, ora mi vuoi dire chi sei tu? E allora Odisseo gli risponde, pur continuando a non dire chi veramente fosse, inventandosi una storia più o meno verosimile, di cui comunque verissima è la sintesi iniziale.

Sono una dozzina di versi, l’ inizio che abbiamo riportato sopra. Stanno nel libro XII dell’ Odissea.

***

Come ha annunciato con un Tweet – e al corto circuito della comunicazione ci inchiniamo strabiliati – dal  governo greco, li hanno trovati incisi su di una lastra di argilla. Una sensazionale scoperta, fatta ad Olimpia, nei pressi del santuario di Zeus, dagli archeologi greci e tedeschi al lavoro sulle testimonianze degli antichi giochi olimpici.

Una prima stima comunque attendibile situa temporalmente il ritrovamento prima del terzo secolo avanti Cristo.

E’ la più antica PROVA che abbiamo, anzi è l’ unica dei poemi omerici, di cui si avevano finora per iscritto solamente pochissimi frammenti su pergamena di epoche successive.

La scoperta conferma quelle che sono le risultanze del, chiamiamolo dibattito, che si è snodato in tutti gli ambiti culturali mondiali per  secoli e anzi per millenni, la così detta questione omerica.

Proviamo a farne una sintesi estrema: le vicende raccontate da Iliade prima e Odissea poi furono divulgate per trasmissione orale a partire dall’ undicesimo secolo avanti Cristo da trovatori e menestrelli, chiamiamoli così, che ne recitavano a memoria i passaggi più importanti nelle piazze, o davanti i fuochi accessi nelle case dei paesi.

Si può parlare quindi di opera collettiva orale, primi esempi di poema epico nazionale.

Solamente in epoca successiva, dopo alcuni secoli, essi furono sistemati a più mani in versi esametri e ricollocati in due corpus unitari.

Il poeta Omero, di cui nulla di certo si sa, al quale la tradizione li attribuisce, probabilmente non è mai esistito.

Forse, se è davvero esistito, è l’ assemblatore della sola Odissea.

Comunque sia, essi sono una riserva inesauribile di Poesia, di Cultura, di Bellezza che alimenta ancora la nostra identità occidentale, dove stanno le nostre radici, da cui oggi più di ieri abbiamo bisogno di essere alimentati.

 

 



								

Category: Cronaca, Cultura

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