LE ESPLORAZIONI POETICHE DI SALVATORE SINDACO

| 24 Marzo 2020 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

Su quel che resta del Salento, le poesie di Salvatore Sindaco.

Una raccolta di versi tutti ispirati e dedicati alla propria terra, a quella lunga striscia di costa che va da San Foca a Sant’Andrea, passando per Torre dell’Orso e Roca (nella foto), ovvero nelle Marine di Melendugno, amato paese natale dell’autore, Salvatore Sindaco, che con questo “Ispirazioni d’Amore – Su quel che resta del Salento” (Editrice Pagine, euro 23) ci offre un delicato omaggio alla sua Terra.

Il libro è racchiuso in una sobria confezione che contiene anche una minuscola bottiglia con un messaggio. È lo stuzzicante modo che ha voluto Salvatore per farci capire quale sia il suo ultimo, disperato monito per salvare la sua Terra: nella pergamena racchiusa nella bottiglia, infatti, è riportata proprio la prima lirica presente nel libro, dal titolo ‘La mia Terra’: una vera e propria ‘summa’ delle qualità e degli aspetti storici, geografici, culturali e turistici che chiedono di essere tutelati e salvati dallo scempio che viene effettuato in questa triste realtà, che non rispetta il mare, gli ulivi, la storia.

Sindaco chiama a raccolta l’immaginaria schiera degli abitanti che  “…inebriati dal rubino sangue fraterno,/ che già scorse a rivoli e a fiotti,/ per acquietar lo spirito guerriero che dentro ruggisce,/ con la mano sull’elsa, serran le fila, pronti a levar le lucenti spade.”

E’ un incipit che si sviluppa nelle oltre settanta composizioni che seguono, dedicate tutte alle realtà di questo angolo di Paradiso. Abbiamo così, ad esempio, Nella Terra del Miele,  I fondali di San Foca, Luna in Terra d’Otranto, Questo sei ora tu, oh Roca mia!, Antica “Poesia” e via dicendo.

I versi di Salvatore, pieni di amore e di robusta costruzione, si alternano in composizioni tradizionali, in ballate, in brevi bozzetti e anche in riusciti acrostici, che tradizionalmente riportano nei capoversi del componimento la frase iniziale dello stesso.

Ma tutta la raccolta è vissuta della delicata ma concreta vena poetica dell’Autore che, messa da parte la sua qualificata competenza di storico ( importanti, tra gli altri, le sue pubblicazioni ‘Melendugno tra storia e fede. L’arte sacra’ e ‘Marco da Melendugno’) si riscopre ora sensibile poeta e cantore delle proprie radici, non disdegnando di tessere l’agiografia dei propri numi tutelari (gli scribi del convento di San Niceta), per perdersi poi nelle composizioni dedicate all’amore e agli affetti familiari.

Ma dove Sindaco finisce per approdare sempre è nel suo smisurato amore per la terra che lo circonda, che così sintetizza : Qui l’aria ha un altro profumo,/ e i contrasti di luce un altro colore,/ oltre le sensazioni che sanno di Mediterraneo:/tra il blu dell’oltremare e le bianche case di calce.

Una vena spesso nostalgica, romantica e protesa ad una dolce rimembranza di quello che si può solo ricordare (Non più… nella poesia ‘Bozzetti di vita nell’antico borgo’, a sottolineare odori, usi e figure del passato), frammista ad un’attesa di speranza (Stasera, le nubi…. adombran le stelle,/ mi conforti la luna….che tra nembi appare), che non esclude un esito felice ed appagante (caldi come il sole furono i tuoi baci,/ dolce come il miele fu l’amore) e, per concludere, un afflato finale ricco di Fede Cristiana e di attaccamento alle più belle tradizioni del nostro Credo: il Presepe e il Natale.

Insomma, il messaggio (nella bottiglia) del bravo Salvatore Sindaco ci è giunto tutto intero, nella sua robusta genuinità, evidenziando in maniera equivocabile il suo amore per quella antica striscia di costa che racchiude le marine di Melendugno…

Category: Cultura, Libri

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