‘Dalla Luce al Buio e…ritorno’. A leccecronaca.it MARIA RAFFAELLA SANTORO RACCONTA LA SUA NUOVA VITA E AFFIDA IL SUO MESSAGGIO: “C’è per ognuno di noi un progetto di felicità. Dobbiamo crederci!”
di Cristina Pipoli ___________
“Sono nata a Napoli e di Napoli ho conservato la ‘napoletanità’ come la definisco io: non solo l’accento, ma quella capacità di essere accogliente e solare”. Infatti, alla mia prima domanda, sulle sue origini, risponde con un sorriso, Maria Raffaella Santoro, aggiungendo subito dopo:
“Sono tanti anni, però, che vivo qui a Roma e Roma è diventata la mia seconda città nella quale ho costruito, abbiamo costruito io e mio marito Carlo, tanti bei rapporti di amicizia, soprattutto nella comunità parrocchiale alla quale apparteniamo, san Damaso”.
D-Che studi ha fatto?
R-Sono laureata in filosofia e indirizzo psicopedagogico, dopo la laurea mi sono specializzata in mediazione familiare. Ho fatto molti corsi sull’educazione e le strategie educative perché sono stata insegnante elementare per diversi anni, finché un aneurisma celebrale ha interrotto la mia carriera.
D-‘Napule è mille culure’ cantava Pino Daniele. E per lei?
R-Essendo nata a Napoli sono rimasta affezionatissima alla mia città. Ad essa sono legati momenti bellissimi, perché ho vissuto là tanto tempo prima di sposarmi. È una città secondo me incantevole ed è sempre nel mio cuore. Appena posso ci ritorno volentieri.
D-Il Suo libro “Dalla Luce al Buio e…ritorno. Il miracolo del Signore” racconta di un fatto realmente accaduto?
R-Sì, certo, è un fatto assolutamente reale della mia vita. È stata un’esperienza che ha trasformato la mia esistenza e da cui sono rimasta molto molto colpita. In realtà, io vivevo, ma non lo sapevo con una bomba ad orologeria nel mio cervello, perché avevo un aneurisma, anzi più di uno, che all’improvviso è esploso e questo mi ha portato ad avere un lungo periodo di coma in cui ho praticamente dormito: infatti al mio risveglio mi sono ritrovata con un pezzo di vita che mi mancava. Mi sono addormentata che era il 12 agosto 2012, ma il primo risveglio è stato intorno al mese di ottobre/novembre. Sono tornata a casa il 20 dicembre 2012 e, con mia sorpresa, aprendo l’armadio, ho trovato tutti i vestiti estivi. Allora mi sono chiesta che fine avesse fatto la mia estate.
Maria Raffaella Santoro è una persona eccezionale, ma prima di tutto è una Donna. Una Donna dalla bellezza mediterranea disarmante, un sorriso che trasmette pace e uno sguardo che infonde forza. La sua storia è molto importante perché non è una storia comune, allo stesso tempo è oggi diventata una scelta responsabile di vita, una vera e propria missione.
D-Lei è credente?
R-Adesso posso dire assolutamente di sì. Il mio percorso di fede però è stato un po’ altalenante, perché da ragazza ero una credente un po’ tiepida. Andavo a messa quando capitava insomma, pregavo tutti i giorni. Ma il mio cammino di fede è stato condotto, aiutato, guidato da Carlo, mio marito, il quale, quando eravamo fidanzati, veniva a prendermi la domenica sotto casa, per non farmi fare tardi a messa e da lì è cominciato il mio cammino. Così ho scoperto soprattutto l’amore di Dio, perché questo è stato diciamo il momento determinante per innamorarmi di Gesù e camminare e desiderare di camminare sempre insieme a Lui, perché la cosa più bella che possa capitare a un essere umano è scoprire che Dio ti ama proprio come sei e non ti mette condizioni. Il Suo Amore è gratuito. Devi solo lasciarti amare da Lui.
D-Quindi ha sempre creduto nei miracoli?
R-Guardi, come persona di fede dico di sì, nel senso che io credo che Dio può tutto e allora in qualunque situazione, in qualunque condizione io mi trovi sono certa che Dio ascolta le nostre preghiere e quindi, se vuole il miracoli, li può fare.
Una voce soave, quella di Maria Raffaella Santoro, un racconto talmente emozionante che anche le persone più laiche si avvicinerebbero alla fede, grazie alla sua esperienza di vita. Un credo talmente forte, da riportare Raffaella nelle braccia del suo amato Carlo. La fede vince sul male, l’amore è più forte della morte, aggrapparsi a essa è la nostra rivincita.
D-Pensa che il Suo rientrare a far parte di questo mondo sia associato ad una missione precisa?
R-Quando mi risvegliai dal coma mi resi subito conto che Dio mi aveva fatto un grande dono: mi aveva ridonato la vita. Ho capito che questo dono, non posso sprecarlo. Pensi che festeggio ogni anno il momento in cui sono andata in coma, perché da quell’istante riparte la mia vita: ‘la mia nuova vita’.
…Quando mi sono svegliata e ho scoperto quello che mi era successo, ho capito che tanta vita elargita mi era stata donata anche perché c’era stato tutto un popolo orante che è implorava per me la grazia del risveglio. In quel momento mi sono detta: questa è una vita offerta, ora devo dare un senso e un significato più profondo alla mia vita , che non può essere assolutamente una vita sprecata. E’ questo è il motivo principale per cui ho scritto il libro “Dalla Luce al Buio e…ritorno. Il miracolo del Signore” in quanto credo fermamente di dover dare attraverso la mia storia, attraverso la mia esperienza, un segno di speranza, perché noi abbiamo bisogno di speranza. Abbiamo bisogno di sapere che c’è un Dio più grande dei nostri problemi che ci guarda, che ci ama, che ha i suoi progetti e noi dobbiamo credere che i suoi progetti non siano progetti di dolore e di fatica. Anche attraverso il dolore e la fatica c’è un progetto di gioia, di felicità, quindi dobbiamo camminare con Lui per scoprirlo, fidandoci del Suo Amore per noi.
D-Si ricorda qualcosa di quando era in coma?
R-Mi ricordo sicuramente che stavo in una condizione di gioia, felicità, serenità assoluta. Ho saputo che i miei cari invece stavano vivendo un momento difficile, fatto di grande dolore e sofferenza. Questo mi è dispiaciuto molto, perché invece io stavo benissimo, stavo nella serenità nella gioia nell’amore pieno, non mi mancava nulla e la cosa più bella che io ricordo in maniera molto nitida è stato l’incontro che ho avuto con Gesù e con la Madonna. Ricordo soprattutto lo sguardo amorevole, estremamente amorevole di Gesù e la tenerezza della Madonna che mi diceva ‘mi prendo cura di te’.
Dal quel periodo particolare di Maria Raffaella Santoro, sono passati ormai tredici anni. Oggi più di allora il mondo è diviso dalle guerre, ci sono catastrofi naturali, il lavoro scarseggia, le malattie sono in aumento. Questo racconto ci dà speranza: di poter continuare a lottare finché siamo in vita… Ci invita ancora a credere che luce e amore esistano per ognuno di noi. Anche se spesso ci facciamo prendere dalla tristezza, dai traumi della vita, dalla malattia, ricordiamoci che esiste un amore, un amore più grande che riesce a superare tutto.
Grazie per essere tornata, Maria Raffaella! C’è tanto da fare….Sono certa che saprà aiutare tante persone a uscire dai loro tunnel di momenti bui. Che sia l’inizio di un ritorno, di un ritorno luminoso pieno di amore.
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