CAVALLINO RICORDA IL SUO POETA GIUSEPPE DE DOMINICIS CAPITANO BLACK
Nota dell’ufficio stampa del Comune di Cavallino ___________
Un cenotafio dedicato al poeta vernacolare Giuseppe De Dominicis. A dedicarglielo è la Città di Cavallino in occasione del 120° anniversario della morte. L’inaugurazione del monumento funebre giovedì 15 maggio alle ore 17.30 nell’area antica del Cimitero Comunale di Cavallino
Si terrà giovedì 15 maggio 2025 alle ore 17.30 la Cerimonia di inaugurazione del Cenotafio a Giuseppe De Dominicis che la Città di Cavallino ha voluto dedicare al poeta vernacolare cavallinese nella ricorrenza del 120° anniversario della morte. Il monumento funebre è stato voluto in considerazione del fatto che del Poeta non esiste più una sepoltura, in quanto i suoi resti, dopo un periodo di inumazione nelle tombe della Confraternita, furono poi deposti nell’ossario comune.
La cerimonia si aprirà con i saluti del Sindaco della Città di Cavallino Avv. Bruno Ciccarese Gorgoni, che illustrerà il progetto e l’opera. Seguirà la benedizione da parte del Parroco di Cavallino Don Alberto Taurino. Quindi gli interventi del Dott. Ludovico Malorgio, presidente del Cenacolo «Amici G. De Dominicis» di Cavallino e del Prof. Franco Natale, artista e pronipote del Poeta. Declamazione di versi scelti del Poeta a cura dell’artista Arnaldo Miccoli.
Giuseppe De Dominicis nacque a Cavallino l’11 settembre 1869. Conosciuto con lo pseudonimo di Capitano Black, da giovane poeta emergente fu presentato e recensito anche dal duca Sigismondo Castromediano, suo compaesano. Nella sua breve esistenza fu autore di poesie ancora oggi apprezzate per la vivacità vernacolare incentrata sui temi della vita quotidiana. Nell’opera Canti de l’autra vita (1900), presto divenuta molto popolare a Lecce e dintorni, espresse una satira pungente e semanticamente brillante impiegando quartine di ispirazione dantesca. Compose, tra l’altro, Martiri de Otràntu (1902), poema epico dedicato ai caduti della battaglia di Otranto del 1482 e poi ripreso, in chiave diversa, da Nicola De Donno, Maria Corti e Carmelo Bene. Tradusse anche poesie di autori stranieri del XIX secolo. Tra gli altri scritti in vernacolo sono da ricordare le pubblicazioni Scrasce e gesurmini (1892) e Spudhiculature (1903). Morì che non aveva ancora compiuto 36 anni.
Cavallino, 8 maggio 2025 ___________
L’APPROFONDIMENTO nei nostri articoli del 22 giugno 2018 e del 14 novembre 2023