PESANTE CONTESTAZIONE AL MINISTRO ADOLFO URSO A TARANTO. I CITTADINI PIANGONO I LORO MORTI E AMMALATI. LUI SI PREOCCUPA PER L’ALTOFORNO SEQUESTRATO DAI MAGISTRATI E RINNOVA IL RICATTO OCCUPAZIONALE

| 10 Maggio 2025 | 0 Comments

(Rdl) _________ Con un’apposita cerimonia, tenutasi questa mattina a Taranto, cui, fra le altre autorità, hanno partecipato i ministri delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il Tecnopolo mediterraneo per lo sviluppo sostenibile, centro definito strategico per la transizione ecologica e la valorizzazione delle competenze scientifiche e tecnologiche del Mezzogiorno.

ADOLFO URSO:

“Raggiungiamo l’obiettivo che ci eravamo prefissati, quello di un Tecnopolo che possa accompagnare, indirizzare, la transizione ambientale, coniugando al meglio, e lo faremo qui a Taranto, green e imprese, salute e lavoro.

E questo tassello era decisivo nel percorso verso la piena decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico, così da poter diventare, esso sì, un modello di transizione ambientale e nel contempo un polo di sviluppo per le altre imprese che si insedieranno a breve a Taranto”.

E ANCORA, A PROPOSITO DEGLI ULTIMI SVILUPPI DI CRONACA:

“Se il sequestro dell’altoforno prevederà anche l’inibizione all’uso dovremo necessariamente aspettarci un forte numero di lavoratori in cassa integrazione e una riduzione significativa della produzione. Ma se il provvedimento inibirà anche la manutenzione degli impianti che deve essere effettuata nelle prossime ore, compromettendo per sempre il ripristino dell’altoforno, potete immaginare quali possono essere le conseguenze. E’ chiaro che se qui si crea un’altra Bagnoli, finirà come a Bagnoli”. 

I due rappresentanti del governo sono stati pesantemente contestati in un presidio organizzato nelle vicinaze, in piazza Lucania, nei pressi di viale Virgilio, da cittadini chiamati a raccolta, con lo slogan ‘NO PASSERELLE’ dalle associazioni che da anni si battono per la chiusura del Mostro.

Esposti striscioni eloquenti, urlati cori e diffusi comunicati per spiegare la protesta.

GENITORI TARANTINI:

“A Taranto succede che un incidente rilevante come quello dell’altro giorno immetta nell’aria veleni che tutti i cittadini sono costretti a respirare, senza scampo.

E succede che il referto di una analisi medica di routine sconvolga la vita di una persona, ma anche dei suoi parenti, degli amici.

La sofferenza mentale e fisica è atroce, non c’è scampo. Questo sta succedendo a centinaia di persone, ancora e ancora.

E non ci sarebbe neanche bisogno di presentare esposti o denunce, rivolgersi a tribunali nella speranza che la giustizia ristabilisca la pari dignità anche per chi continua a subire la dittatura del governo di turno. I colpevoli li conosciamo; possiamo puntare il dito senza paura di sbagliare.

Oggi, in pompa magna, alcuni di loro sono a Taranto, in veste istituzionale, per una inaugurazione: un’offesa ulteriore al nostro territorio, a noi, ai nostri figli e nipoti, alle future generazioni”.

E ANCORA:

“Mentre è in corso il riesame dell’Aia dell’ex Ilva, il diritto alla salute è sistematicamente violato in questa città, come testimonia il grave incendio dell’altroieri all’altoforno 1. Taranto non accetta compromessi. E non accetta passerelle”.

COMITATO CITTADINI LAVORATORI LIBERI E PENSANTI:

“Mentre è in corso il riesame dell’AIA dell’ex ILVA, e resta ancora non pubblicato il parere aggiornato dell’Istituto Superiore di Sanità, riteniamo inaccettabile che si continui a sorvolare su una questione che riguarda direttamente il diritto costituzionale alla salute (art. 32 Costituzione), sistematicamente violato in questa città.

Nei giorni scorsi, il Presidente Emiliano ha inoltre parlato di ‘inevitabili impatti ambientali’, giustificandoli con la logica del male minore.

Ma Taranto non può più essere ZONA DI SACRIFICIO: non siamo disposti ad accettare decisioni imposte, né a subire ulteriori compromessi. Taranto non accetta compromessi. E non accetta passerelle”.

E ANCORA:

“Il ministro Urso deve ascoltare dalla viva voce dei cittadini che questa fabbrica non la vogliono aperta. Non dobbiamo aspettare la tragedia per decidere una volta per tutte di chiudere. E’ una fabbrica che uccide giorno dopo giorno noi, le nostre vite e anche l’economia di questo territorio”. _________

LA RICERCA nel nostro articolo immediatamente precedente

Category: Costume e società, Cronaca, Politica

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