RESOCONTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI QUESTA MATTINA IN SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI. CHE MERAVIGLIA! TROVATE A MURO LECCESE NUOVE PREZIOSE TESTIMONIANZE DEI NOSTRI ANTENATI SALENTINI MESSAPI

| 28 Maggio 2025 | 0 Comments

Comunicazione istituzionale della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti di Lecce _________

28 MAGGIO 2025 SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LE PROVINCE DI BRINDISI E LECCE. MURO LECCESE – Località Palombara Campagna di scavo 2024

LECCE – Mercoledì 28 maggio alle ore 11.00 presso la sede della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le prov.ce di Brindisi e Lecce in via A. Galateo n.2 – Lecce, ha avuto luogo la conferenza stampa per la presentazione dei risultati della campagna di scavo condotta nel 2024, in regime di concessione ministeriale, a Muro Leccese – loc. Palombara dall’Università del Salento – Dip. Di Beni Culturali, con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale.
Le ricerche, ancora in corso,si svolgono sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia BellArti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, nella persona del Soprintendente Arch. Francesca Riccio, con il coordinamento dei funzionari Dott. Giuseppe Muci e Dott. Vito Giannico e la direzione scientifica del Prof. Francesco Meo dell’Università del Salento.


Interventi di:
Arch. Francesca Riccio – Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di
Brindisi e Lecce
Dott. Antonio Lorenzo Donno – Sindaco di Muro Leccese
Prof. Girolamo Fiorentino – Direttore del Dipartimento di Beni Culturali, Università del Salento
Prof. Gianluca Tagliamonte – Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Dinu
Adamesteanu”, Università del Salento
Prof. Francesco Meo – Direttore dello scavo, Università del Salento

Le ricerche archeologiche a Muro Leccese rappresentano da più di un trentennio un punto di
riferimento essenziale nel panorama dell’archeologia salentina. Gli interventi sul campo avviati nel 1999, con un protocollo d’intesa tra l’attuale Ministero della Cultura, il Comune di Muro Leccese e l’Università del Salento, si sviluppano in stretta sinergia assicurando anche il sostegno economico per le attività di ricerca e l’alloggio di decine di studenti, anche di nazionalità straniera. In questo contesto l’area visitabile del parco archeologico comunale è stata notevolmente ampliata andando a costituire, assieme al Museo Diffuso di Borgo Terra, una realtà dinamica di fruizione e valorizzazione del territorio.

A livello archeologico una particolare attenzione è stata rivolta allo scavo della grande città messapica. Le indagini sistematiche iniziate da Jean-Luc Lamboley e Liliana Giardino proseguono oggi nella parte orientale del sito che, nel IV secolo a.C., era munito di una imponente cinta muraria che racchiudeva una superficie di oltre 100 ettari. Una recente pubblicazione di Francesco Meo dal titolo “Muro Leccese Indagini archeologiche 2016-2022”, fa il punto sui risultati delle indagini svolte tra il 2016 e il 2022, anni in cui è stata esplorata una grande residenza gentilizia di 1.300 metri quadri, in uso dalla seconda metà del VI secolo a.C., attorno alla quale si struttura un quartiere abitativo con spazi residenziali e produttivi costituiti da una fornace, un vigneto e un impianto per la produzione del vino. Con gli scavi in concessione ministeriale 2023-2025 è stata avviata una nuova stagione di ricerca caratterizzata da importanti novità sulle fasi di vita, abbandono e distruzione del centro messapico.

Nuovi edifici di culto

A partire dal 2022-2023 sono stati scavati ben tre edifici di culto. Uno di essi, di età arcaica, presenta un vano pavimentato a grandi lastre decorate a rilievo con motivi geometrici, un unicum nel panorama delle ricerche archeologiche del territorio. Un altro, a ridosso delle mura, è costituito da uno spazio scoperto recintato che aveva al suo interno una struttura in mattoni crudi tripartita, interpretata come altare anche per la presenza di cavità che contenevano strati ricchi di carboni associati a numerosi vasetti miniaturistici. Un terzo edificio, con copertura in laterizi, ha restituito numerosi altari e cippi ma anche importanti tracce archeologiche che sembrano riconducibili alla distruzione dell’ambiente a seguito di un episodio d’assedio.

Un recente studio antropologico per la ricostruzione del contesto archeologico del “campo di battaglia”

A queste tracce di assedio si collegano infatti sia il ritrovamento di una palla di catapulta, che ha determinato il crollo dell’edificio di culto, sia la presenza dei resti antropologici di un individuo maschile che, a differenza della prassi adottata nel costume funerario messapico, non fu oggetto di una sepoltura di “tipo formale” all’interno di una tomba, ma fu lasciato in posizione distesa sul pavimento dell’ambiente. Si tratta quindi di un episodio che con una certa prudenza può essere collegato agli istanti finali e violenti di una battaglia, al termine della quale non fu possibile procedere con il recupero e la sepoltura dei corpi all’interno di una delle tante tombe scavate nelle necropoli di Muro Leccese.

Partendo da questa documentazione è quindi possibile ricostruire le condizioni di vita degli ultimi abitanti della città messapica e più in genere degli assediati colpiti dalle tante armi scagliate dai romani nel corso dello scontro, ben documentate dai recenti scavi in più punti dell’abitato: il repertorio delle armi comprende palle di catapulta, punte di balista e soprattutto ghiande missili (fig.Ulteriori conferme provengono dallo studio di questi resti antropologici. Le analisi coordinate dalla prof.ssa Serena Viva (Dipartimento di Beni Culturali) hanno evidenziato numerosi traumi legati a violenza interpersonale e patologie che indicano un quadro di vita segnato da stress fisico e malnutrizione, caratteristiche tipiche di un periodo storico dominato da conflitti e lunghi assedi; talvolta i traumi osservati sembrano imputabili all’impatto di armi da lancio sulle ossa: in particolare, il cranio di questo individuo ha, oltre a ossa nasali e arcata sopracciliare fratturate, una depressione sulla parte sinistra dell’osso frontale che è compatibile, per forma e dimensioni, con una lesione causata da un proiettile da frombola, molto probabilmente una delle tante ghiande-missili in piombo lanciate in battaglia.

Anche se non direttamente legate alla morte dell’individuo, le numerose tracce di violenza interpersonale sono lo specchio delle drammatiche vicende che hanno interessato i Messapi di Muro Leccese alla fine del III secolo a.C. La tomografia computerizzata, realizzata presso la “Clinica Veterinaria del Salento” di Racale, che ha messo a disposizione macchinario e tecnici, ha consentito di comprendere in dettaglio la tipologia dei traumi fisici e di avere una base digitale su cui lavorare per la ricostruzione facciale, realizzata con la collaborazione della dott.ssa Chantal Milani, antropologa e odontologa forense ex ufficiale del Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS di Roma) dell’Arma dei Carabinieri ed esperta in identificazione dento-scheletrica e riconoscimento facciale. La procedura, che permette di individuare i corretti parametri necessari alla modellazione anatomica di muscoli e cute fino al volto finale attraverso i più moderni metodi scientifici, oltre a facilitare l’identificazione dei traumi subiti rappresenta anche un primo tentativo di ricostruzione facciale eseguito sui resti antropologici di un individuo di età messapica proveniente dal sito di Muro Leccese.


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Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Eventi

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