LA SCOMPARSA DI MARIIA BUHAIOVA / NESSUN INDIZIO, SOLO SILENZIO. E TROPPE DOMANDE CHE FANNO PAURA

| 7 Luglio 2025 | 0 Comments

di Francesca Pinto ____________

È alta, bionda, ha solo 18 anni. Si chiama Mariia Buhaiova e da giorni è scomparsa nel nulla. Come può una ragazza svanire, letteralmente, in mezzo a un villaggio turistico affollato, sotto il sole della Puglia?

Mariia non parla italiano. Era arrivata in Italia per lavorare in uno stage estivo presso il Meditur Village, sul mare di Carovigno, in provincia di Brindisi. Era lì da qualche settimana, nell’ambito di un programma di formazione universitaria. Una ragazza fragile? Solitaria? O solo invisibile per chi non ha mai provato davvero a guardarla?

Mariia era arrivata in Italia da poche settimane, per uno stage estivo al Meditur Village, sul litorale di Carovigno. Non parlava italiano, conosceva a malapena la zona.

Venerdì 4 luglio, poco dopo le 21, si è allontanata da sola. Alcuni l’hanno vista sulla litoranea che porta a Torre Santa Sabina: abiti leggeri, una borsa a tracolla, lo sguardo perso. Nessuna valigia. Nessuno ad aspettarla.

Da quel momento, più nulla.

Il suo telefono è muto. Nessun accesso ai social, nessuna transazione. Nella stanza ha lasciato tutto: vestiti, documenti, passaporto. La sua famiglia, in Ucraina, è stata informata subito, ma non può fare altro che aspettare.

Le ricerche si sono mosse in fretta, a tappeto: droni, sommozzatori, cani molecolari. Ma finora, nessun segno.

E allora la domanda, quella che nessuno osa pronunciare ad alta voce, torna come un sussurro insistente: com’è possibile sparire così, senza che nessuno veda nulla?

Mariia era una ragazza riservata, dicono. Educata, silenziosa. Non aveva amici stretti nella struttura, né legami noti. La barriera linguistica la teneva isolata. Nessuno pare aver notato nulla nel periodo trascorso nel villaggio. Nessun litigio.

Non risultano segnalazioni di disagio nei giorni precedenti, ma il suo comportamento introverso e la mancanza di confidenze rendono difficile comprendere cosa stesse vivendo.Nessun indizio. Solo una presenza sfumata, sullo sfondo di un’estate come tante.

“Chi l’ha vista quella sera?” è la domanda che rimbalza tra gli investigatori e chi lavora sul caso. Possibile che nessuno abbia incrociato lo sguardo di una ragazza che camminava da sola, nel cuore di un’area turistica affollata?

Il sindaco di Carovigno, Massimo Lanzilotti, ha diffuso un appello sui social con la foto della giovane: “Ogni informazione può essere utile. Aiutateci a trovarla.” Il numero da contattare è 0831 991010.

Se Mariia non torna:

 i possibili scenari di una scomparsa che inquieta

A volte, la verità è troppo scomoda per essere detta subito. Eppure, quando passano i giorni e una ragazza di 18 anni svanisce senza lasciare traccia, è inevitabile cominciare a chiedersi: e se Mariia non tornasse più?

Le ricerche proseguono, coordinate con impegno dalla Prefettura e dalle forze dell’ordine. Ma finora, nessun indizio concreto, nessun oggetto riconducibile a lei, nessuna segnalazione certa. Il tempo, che in questi casi è il primo nemico, continua a scorrere inesorabile.

E allora, nel silenzio, si affacciano le ipotesi peggiori. Quelle che nessuno vorrebbe scrivere, ma che ogni investigatore è costretto a valutare.

La prima, la più temuta, è quella dell’incidente fatale. Una caduta lungo la scogliera. Una discesa pericolosa verso il mare, nel buio. Una curva, una pietra, un passo sbagliato. Mariia si è allontanata da sola, in una zona che di notte diventa ostile. Lì la natura è impervia, e basta poco per sparire tra rocce e vegetazione. Ma se fosse accaduto qualcosa del genere, perché non si trova il corpo? Perché nemmeno i droni, i cani molecolari e i sub hanno individuato nulla?

C’è poi lo spettro della tratta o della costrizione, uno scenario che scuote e impone cautela. Mariia è giovane, bella, straniera, senza una rete di protezione. E chi si muove nell’illegalità sa riconoscere la solitudine. È un’ipotesi che nessuno può escludere, soprattutto in territori dove il confine tra turismo, marginalità e sfruttamento è sottile. Potrebbe essere stata avvicinata, caricata su un’auto, portata via in silenzio. E se così fosse, il tempo non gioca a suo favore.

C’è anche la possibilità, più sottile e complessa, dell’allontanamento volontario finito male. Un gesto d’impulso, una fuga che voleva essere temporanea. Una voglia di isolarsi, di lasciare tutto, forse per un malessere che nessuno ha colto. Ma in questa ipotesi, resta sempre lo stesso nodo: perché non ha mai provato a comunicare?

Infine, il pensiero più cupo, che aleggia quando ogni altra pista sembra spegnersi: il suicidio. Nessun elemento, finora, indica questa direzione in modo esplicito. Ma non ci sono nemmeno prove che la escludano. A 18 anni, in un Paese straniero, senza punti di riferimento, anche una delusione minima può diventare una montagna. E il dolore, quando è silenzioso, sa travestirsi da normalità.

Tutte queste ipotesi hanno una cosa in comune: fanno male. Perché dicono che forse Mariia non è più tra noi. Una luce che forse il mondo ha permesso che si spegnesse senza rumore, senza testimoni.

Ma il dovere di chi racconta è anche questo: non smettere di fare domande quando il silenzio si fa comodo. Perché non c’è niente di peggio dell’oblio.

E allora, in attesa che emerga un dettaglio, un frammento, una voce che rompa il buio, dobbiamo continuare a guardare in faccia anche l’ipotesi che lei non torni.

Category: Cronaca

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